29 febbraio 2021 Giornata delle Malattie Rare
I FOLLETTI COME MIMÌ (fa parte del libro “Un anno da fiaba” in uscita a fine marzo 2021)
Età suggerita: da 8 anni
Illustrazione della pittrice Tatyana L’Astorina di Basiliano (Ud)
Mimì esiste per davvero ed è molto speciale. Piccola ma coraggiosa, sa rendere magico il suo mondo fatto di cose piccole, semplicissime, che trasforma in luminosi attimi di gioia. Quando Mimì è nata, il suo mondo assomigliava a una bolla di sapone. Bisognava stare attenti a non farla scoppiare.
Poi, è atterrata nel mondo grande, troppo grande per il suo, dove le cose non filano sempre nel verso giusto, ma dai grandi tesori. Lì ci sono folletti, che non sanno correre o camminare; altri che non sanno parlare, o dicono solo poche parole, altri che preferiscono stare zitti.
Mimì, invece, ti prende per mano e, se tu hai il tempo e voglia, ti spiega il suo mondo, disegnando parole con le dita. Se non comprendi, ti insegna la pazienza e non si arrabbia se sei distratto, o se capisci fischi per fiaschi. Al massimo alza gli occhi al cielo come a dire: “Ma guarda te, devo spiegare proprio tutto a questi capoccioni del mondo grande, che pretendono di sapere tutto e non capiscono che i folletti come me hanno bisogno di altre parole.”
Per esempio, se Mimì vuole dirti che il vestito che indossi è molto bello, te lo dice con i gesti, e si accorge se sei triste, allegro o preoccupato, perché lei sente quello che senti tu.
Se sei felice, lei raddoppia la tua gioia.
Se passa una nuvola di malinconia, lei ti abbraccia. Forte.
Secondo Mimì non puoi stare imbronciato per troppo tempo, perché la vita è buffa, colorata, e troppo breve per sprecarla con i musi lunghi.
Il suo gioco preferito è quello dei nomi. Se non ti conosce ancora, lei vede la tua cosa speciale e con quella ti chiamerà. Eh, sì, perché i nomi si indossano come un vestito che si può cambiare e, se per caso ti vien da ridere, per Mimì sei perfetto.
Temistocle, o Clarabella, o ciuffo in aria, per lei va bene lo stesso.
Le ore del tempo di Mimì non sono quelle dell’orologio, ma quelle della luce e della pancia. Quando il sole entra nella sua cameretta, vuol dire che è ora di svegliarsi e lei sa che sono le 7.30. Non si scappa, è una parola d’ordine.
Mimì va a scuola, ma lì non impara a scrivere, o a leggere, o a disegnare.
“Non tutti devono saper fare tutto” pensano i folletti del mondo piccolo di Mimì.
Loro sono troppo indaffarati a cogliere ogni piccolo dettaglio e a mostrarlo agli sbadati, che non se ne accorgono. I folletti come Mimì non vanno a scuola solo per imparare, ma per insegnare agli altri come, per esempio, essere gentili.
Loro sono così: dispettosi per scherzo, ma premurosi per davvero.
Non hanno timore di apparire strani, o diversi.
Ma, scusa, non siamo tutti diversi uno dall’altro?
Con Mimì, anche in una semplice passeggiata, devi essere pronto a ogni tipo di avventura.
Con lei non si va di corsa, perché si ferma a dare un soldino a un mendicante, chiede il nome a chiunque le si avvicini e, se vede un vecchietto solo sulla panchina, va a sedersi vicino e gli fa il solletico.
Così lui ride e lei fa un salto di pura felicità.
A Mimì piace la musica e succede che inizi a cantare qualsiasi cosa, dalla canzone dei coccodrilli all’inno nazionale, ballando e prendendo per mano chi le capita a tiro, senza badare se sia bello o brutto, giovane, vecchio, bianco o di colore.
Per Mimì la sola differenza sta nel tipo di cuore, tra quello aperto per sentire la bellezza della vita e quello chiuso dentro il guscio.
Mimì ama chiunque sia pronto a mettersi in gioco, abbia un cuore soffice e, possibilmente, ami la musica. Dove c’è musica c’è Mimì.
Per Mimì la sera è bello tornare a casa e aspettare che tutti, prima o poi, rincasino, tolgano il cappotto, mettano giù la borsa e le chiavi, indossino tuta e ciabatte e le facciano una coccola.
Nessuno deve mancare all’appello e nessuno deve uscire, perché la notte è delle streghette con la voce stridula e gli occhi di aquila che, a volte, cercano piccoli folletti per presentarli tipo alle vecchine di Biancaneve.
Ma, se ci sono le ciabatte, le vecchine non entrano e Mimì di questo è sicura.
Un’altra regola di Mimì è che alle 19.30 bisogna che in cucina qualcosa bolla in pentola.
Se vede che nessuno ci pensa, prende una patata, un pentolino e con gran rumore si arrabbia in cucina, finché qualcuno capisce e la aiuta.
I folletti come Mimì sanno di aver bisogno dei grandi, che la loro vita dipende da loro e dalla loro cura, che non deve cessare mai, neppure per un secondo. Per questo ringraziano per ogni cosa bella che succede.
Mimì insegna la gratitudine per le cose piccolissime, quelle come lei, che potrebbe apparire diversa, bizzarra, incomprensibile. Facile amare solo ciò che è levigato e perfetto come nella pubblicità della televisione!
Più difficile ciò che ti chiede di andare piano, fare fatica ma, in cambio, ti dà meraviglie e amore.
Mimì è nata piccola, un soldino di cacio, occhioni spalancati e fame di coccole, di un semino, di una foglia condita d’amore come cibo.
Mangiare per Mimì è stare seduti a un tavolo, ascoltare e farsi capire.
Eh, sì, Mimì ha tante cose da raccontare! Allora alza il ditino e chiede udienza. Sono molto educati i folletti del mondo di Mimì.
Ma attenzione! Sono rispettosi, ma pretendono rispetto.
Perché è così che funziona nel loro piccolo mondo dove sono gli unici, i veri, insuperabili maestri.
Grazie, grazie Mimì,
grazie di essere qui.
Grazie ai tuoi folletti,
meravigliosi come te.
Buonanotte.