30 luglio 2011: Voce narrante alla prima di “L’Italia chiamò”
Castello di Porpetto (UD): una rivelazione l’Azienda Morés, produttrice di erbe officinali e lavanda.
Giove Pluvio davvero infuriato non ha scalfito nemmeno una virgola dell’entusiasmo delle ballerine della Danceart di Codroipo (Marzia Baldachini, Elena Barberino, Natalia Gobulin, Marta Longo e Adele Peterlunger con la coreografa Valentina Cengarle)nè della soprano Eva Burco (Dea Italia), del tenore ed autore Paolo del Torre (Pallante) e del pianista Matteo Ziraldo. Nè il mio, felice di far parte di un progetto culturale di ampio spessore come voce narrante de ” L’Italia chiamò” suoni, parole e danza dell’Italia Unita. Un’opera prima assoluta del Maestro friulano Paolo Del Torre, anche creatore del “Sogno di Klaus”, che ha debuttato al Palamostre di Udine nel dicembre 2010. Un’opera eseguita dall’Associazione “Giovanidee”per pianoforte nero luccicante e musica di Mozart, Bellini, Donizetti e Verdi, brani di Puzzini, Rossini e Verdi e alcuni inediti, in una location semplicemente perfetta, profumata di lavanda e illuminata da torce, in una terra di confine che ha dato molte vite umane al primo conflitto mondiale. Quelle dei ragazzi del 99. Ben 32 nel comune di Porpetto! Danza, dunque, delle Muse e voci di due giovani talenti della lirica che hanno toccato il culmine nel canto corale con il folto pubblico dell’Inno di Mameli. Per i cento…cinquantanni della Dea ITALIA!
Back stage delle Muse
Eva Burco, soprano
Inno di Mameli
Un viaggio nella mitologia a conoscere la Dea Italia, la Dea Roma, Pallante, le Muse.
Dopo lo spettacolo una signora mi ha fermato e mi ha detto “Alla mia età ho ascoltato una bella fiaba!”. Ho risposto “E allora…evviva le fiabe!”
Aggiungo anche “Evviva la Vita, così ubriaca di opportunità!”.
REPLICA IL 10 SETTEMBRE a Sottoselva di Palmanova.
Scritto dal Soprano Eva Burco
Cari amici,
sono passati tre giorni dalla prima dello spettacolo “L’Italia chiamò” che si è tenuto sabato sera scorso presso l’Azienda Agricola Morés di Castello (Porpetto) dove ho avuto l’onore di impersonare la Dea Italia, e il profumo di lavanda dei campi circostanti ancora rimane nei ricordi e negli abiti, la piacevole sensazione di sentirsi a casa e coccolati, protetti e accolti con immensa gioia e umiltà…
Un grazie di cuore alla Famiglia Candotto, all’Associazione Giovanidee di Pasian di Prato, ad Alessandro Sdrigotti, all’autore e tenore Paolo Del Torre e al pianista Matteo Ziraldo, nonché alla Danceart di Codroipo che, con le coreografie di Valentina Cenglare, ha saputo ammaliarci con le sue Muse.
Infine un grazie particolare a Pierina Gallina, la nostra “Cultura” che, con dolci ma incisive inflessioni della voce ci ha preso per mano e condotto nel magico mondo dei miti e delle fiabe.
Eva
giovanidee
L’Italia chiamò, storia di un successo inaspettato
Posted by admin on ago 1, 2011 @ 14:59 in Musica & Eventi | 2 comments
Rivivere 150 di storia in una sola ora potrebbe sembrare impossibile agli occhi di molti ma per la Cultura nulla è impossibile. Gli ingredienti c’erano tutti: la musica, la danza, il canto e la prosa. Da questi pochi elementi la Cultura è riuscita a narrare le gesta di Pallante, giovane presuntuoso e arrogante, figlio della dea Italia che cede alle lusinghe dei falsi miti e solo grazie all’aiuto delle Muse riesce a ritrovare il modo per riabbracciare la madre. Un piccolo compendio della nostra storia che mette in luce il vero “collante” della nostra unità nazionale: la Cultura; l’unico vero filo conduttore che unifica il territorio italiano e che tutto il mondo ci invidia.
Uno spettacolo unico e accattivante che ha riproposto al pubblico due brani scomparsi dalle scene da oltre cent’anni: “Ouverture” da “La gioventù di Enrico V” di Herold e “Tarantelle op. 21″ di Smith; due perle perfettamente inserite in un programma vivace che ha visto l’alternarsi di brani tratti da opere famose agli inni più significativi (tra cui l’ormai dimenticato “Inno a Roma” di Puccini scritto in occasione della fine della Prima Guerra Mondiale per celebrare la vittoria di Roma, dedicato a Jolanda di Savoia nel 1921 in occasione del Sessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e utilizzato fino agli anni Quaranta come inno della Capitale durante l’apertura delle stagioni liriche).
La prima rappresentazione è stata un successo inaspettato: gli inviti per i 150 posti messi a disposizione dall’Azienda Agricola Morès di Castello di Porpetto in occasione della festa privata di fine raccolto, sono stati esauriti dopo nemmeno una settimana dall’apertura delle prenotazioni. Un pubblico attento e partecipe ha potuto godersi un’esibizione praticamente perfetta dei nostri giovani più promettenti: il maestro Matteo Zirlado al pianoforte, il soprano Eva Burco, il tenore Paolo del Torre, le splendide coreografie di Valentina Cengarle eseguite con sensualità e passione dalle danzatrici Marzia Baldachini, Elena Barberino, Natalia Gobulin, Marta Longo, Adele Peterlunger della scuola “Dance Art” di Codroipo. Perfetta nel ruolo e bravissima a coinvolgere il pubblico la voce narrante Pierina Gallina.
La chiusura con l’Inno d’Italia cantato all’unisono da tutti i presenti e i dieci minuti ininterrotti di applausi sono stati il più bel riconoscimento per un anno di studio e preparazione dello spettacolo.
Intensa ed emozionante anche la lettura delle memorie dei “Ragazzi del ’99″ di Porpetto, magistralmente eseguita da Luca Candotto, che ha riportato alla luce il vero dramma della guerra e di una giovinezza sacrificata per salvare la propria Patria.
Il prossimo appuntamento con “L’Italia chiamò Suoni, parole, danza dell’Italia Unita” è per sabato 10 settembre alle ore 21 a Sottoselva (Palmanova)