Libro HOMO SAPIENS, una biografia non autorizzata di CLAUDIO TUNIZ e PATRIZIA TIBERI VIPRAIO – da Ferrin 20 febbraio 16
morte e miracoli dei nostri lontani antenati sta tutta tra queste pagine
scritte da Claudio Tuniz,
paleontropologo nucleare del Centro
internazionale di fisica Teorica di Trieste e Patrizia Tiberi Vipraio,
economista già docente di Economia internazionale all’Università di Udine.
graviamo su un bollino, ovvero la Terra. Anche noi, ultimi Sapiens sopravvissuti,
siamo stati sull’orlo dell’estinzione.
consumiamo un pianeta e mezzo. Nel 2050
mangeremo 3 pianeti. Consumiamo, cioè,
più di quanto produciamo. Abbiamo di che essere allarmati? Altroché. Noi
apparteniamo alla terra, non la terra a noi.
continuando un viaggio a tappe tra cui la conquista del controllo sul fuoco e la
comparsa del pensiero simbolico, con la relativa «facoltà di astrazione»
80-100 mila anni fa.
nostro antenato Homo Ergaster cominciò a usare il fuoco. Superò la «paura
innata» che la fiamma ispira a tutti gli esseri viventi e ciò gli permise di
sfidare i grandi carnivori, di cacciare con maggior successo, di cuocere i
cibi, di difendersi dal freddo e quindi di spostarsi dall’Africa, culla
dell’umanità, a regioni del mondo dal clima più rigido. La nutrizione più sana
e variegata favorì anche l’aumento di volume del cervello accelerando a dismisura l’evoluzione culturale, fino ad
allora molto lenta e circoscritta, che ha moltiplicato le abilità e le
conoscenze dell’uomo, fino ad assumere una velocità impetuosa. L’Homo Sapiens
arrivava dall’Africa e solo grazie all’immaginazione è riuscito ad azzerare i
Neanderthal. Ha impiegato 30mila anni per diventare bianco. Poi ha conquistato
il mondo.
diventati uomini “moderni” non appena abbiamo imparato a immaginare mondi
diversi da quelli in cui viviamo, e a rappresentarli e raccontarli, attraverso
«un linguaggio complesso e condiviso all’interno della società».
ci ha fatto diventare la specie dominante. Ma i progressi hanno anche aspetti
pericolosi. A forza di scherzare con agenti distruttivi come il fuoco, abbiamo
inventato armi in grado di cancellare la vita dal nostro pianeta, enormi
ricchezze virtuali alle quali non si sa più se corrispondano beni reali. E’
risaputo che siamo arrivati fin qui attraverso il passaggio delle diverse
specie umane che hanno popolato la Terra e che hanno lasciato tracce nei nostri
geni. Dall’inizio dell’era glaciale non
ci siamo più fermati, e oggi siamo ormai in deficit cronico nei confronti nel
rapporto fra risorse rinnovabili e risorse consumate sul nostro pianeta.
perché gli attuali ritmi nel consumo di carne e pesce, a lungo andare, appaiono
insostenibili per l’ ambiente. Per chi rifiuta un destino vegetariano, una
ricca fonte di proteine può essere costituita da scarafaggi e bruchi, formiche
e cavallette, disponibili in grande abbondanza, che già adesso, secondo quanto
riferisce la Fao (agenzia dell’Onu per l’alimentazione), contribuiscono alla
dieta di un quarto dell’umanità, specie nei Paesi tropicali. Magari con qualche
accorgimento, trasformando gli insetti in farina, potremmo accettare di
nutrircene anche noi occidentali. Del resto per circa 190 mila anni i nostri
diretti antenati se ne sono regolarmente cibati.
bisogno di «una rivoluzione culturale», scrivono Tuniz e Tiberi Vipraio, per
imbrigliare le forze che abbiamo messo in moto. E, in primis, consumare tanto
quanto la terra può darci.
E’ stato presentato nella sala degustazione dell’azienda Ferrin a Bugnins di Camino al T(UD) il 20 febbraio 16, in collaborazione con la Società Friulana di Archeologia.