JONAS, libro di LUCA DE CLARA di Codroipo (UD) – da FERRIN 5 aprile 2014
Da Ferrin a Bugnins di Camino al T (UD): l’artista Giancarlo Venuto e lo scrittore Luca De Clara
De Clara, te lo spiega. Con i gesti e le mani in danza. Con quel sorriso che
svela il suo annegamento nel libro “Jonas” o, secondo lui “Jo o nâs”. Mistero?
No. Semmai uno specchio in cui l’autore codroipese Luca De Clara si confronta
con Jonas, profeta della Bibbia. Quel
Giona che Dio vuole a tutti i costi. E Giona gli dice di sì ma scappa, nel
paese di Tarsis, luogo all’estremo del mondo, dove coltivare l’esistenza e il
rifiuto di Dio. Luogo di nascondimento, di uscita dal mondo. Archetipo spettacolare che sta dentro la
coscienza umana. Ma Dio , che tutto vede,
scova quell’accidioso di Giona, uomo tranquillo che non vuole problemi.
Lo fa inghiottire dalla balena che lo custodisce per tre giorni e lo sputa
quando viene supplicata. Giona biblico e Giona uomo: il dualismo entro il quale
si inserisce Dio, che vuole proprio lui, Giona, con tutti i suoi limiti,
difetti e contraddizioni. Ha bisogno di quel profeta fragile, che si nasconde.
Così Dio fa più bella figura. Ma Giona
si ribella. “Mostriti omp, amancul une volte” – “Prova tu a essere uomo” gli
dice. L’autore De Clara spiega “ In questa narrazione c’è il finito e
l’infinito, il comando, l’obbedienza, la fuga e tutto ciò che fa l’uomo, la
vita, l’esistenza. Nel testo biblico, vecchio di 2500 anni, Giona è
arrivato a me come un sasso levigato e
masticato dal Tagliamento. Io mi sono inserito tra Dio, Giona e la storia e ho
provato a riscriverla, affidando la lingua al friulano. Perché è lingua povera,
non tecnica, dal lessico debolissimo, ma in grado di dire il Sacro. Ho scelto la lingua in forma di Poesia perché non si accontenta di ascolto
superficiale e basta ma reclama un luogo caldo di ascolto partecipe. La Poesia
è linguaggio antico, descrittivo, di sentimenti, carico, ricco”. Perché ha
scelto proprio la storia di Jonas? “ Per me è richiamo ai miei studi e alle mie
passioni. Jonas oppure “Jo o nâs” rappresenta
l’uovo, a ogni mia piccola grande
conversione. A ogni mio nuovo inizio”.
e ha dato vita a sedici sequenze di dialogo tra Dio e Giona, scandite dai
titoli “L’aiar si fâs grant, il mar al bol; la bulferie e la pâs; spudilu fûr,
par plasé”. In questo modo il dramma, tutto volto alla seconda persona, si
ripropone in immediatezza e attualità.
cuore dentro “Jonas”. L’autore in primis ma mai da solo.
scandagliato l’aspetto tecnico e lirico, definendolo “opera notevole e
compiuta, ancorata a pezzi biblici strani e coinvolgenti. Grande poesia è Giona
biblico. Qualcosa che non cessa mai di sprigionare scintille né lascia
indifferenti. Giona di Luca si condensa in Giona uomo, che osa dialogare con
Dio”.
dall’esigenza di fare, in un continuo scavare nel passato per vivere il
presente quale dono irripetibile. “ Se dopo la preghiera viene la poesia… io sono inciampato in quella di De Clara e mi
sono chiesto come tradurre in altro un luogo poetico. Ho pensato all’incisione,
tecnica antichissima, e alla magnolia rappresentata in rosoni monocromi”.
amico di De Clara, ne ha delineato la storia in divenire che lo ha visto
studente, professore, poeta e scrittore.
prestato l’esperta voce a Dio e a Giona “Tal font dai miei pinsirs scurs mi soi
cjatât. Ti ai volut te. Nissun atri che te”. “ Ti clami planc. La me corse tai
tiei sgaréts. Di bessol jo no pues nuje”.
Luca De Clara con Mario Grosso, assessore di Bertiolo
Luigi Bressan, Alberto Frappa, Fabiola Tilatti Ferrin, Giancarlo Venuto, Luca De Clara