il PONTE marzo 2014
CAMINO Al T (UD)
CONCERTO DI SAN
VALENTINO
E’
una tradizione lunga 27 anni quella del concerto di San Valentino, patrono di
Camino, e rinnova il piacere di
ascoltare buona musica in una chiesa che sembra fatta apposta per amplificarne
le evoluzioni. Accogliente e calda, la
parrocchiale caminese vanta un organo d’eccezione, degno della tradizione
organara dei Zanin di cui è ventre genetico. Domenica 16 febbraio la magia del
concerto si è ripetuta con il “La” dell’organo, soli e corale caminese, diretta
dal maestro Francesco Zorzini. Promosso
dalla Corale Caminese, a braccetto con la Parrocchia, l’Associazione “Kairos”,
con il patrocinio di Comune e Provincia, dell’Unione Società Corali Friulane –
Udine, del Conservatorio “J.Tomadini”,
il concerto si è rivelato momento ideale
per mettere in risalto l’ampia e interessante produzione musicale per organo.
Davide Basaldella, che ha saputo dar fiato all’organo pneumatico costruito nella prima metà del
1900 dal laboratorio organaro della ditta Zanin che qui ha sede dal 1827. In
programma brani come il famosissimo
“Laudate Dominum” di Mozart, “Let the bright Seraphim” di
Haendel, “Laudamus te” di
Vivaldi, oltre ad altri capaci di
mettere in risalto le particolari caratteristiche timbriche dell’organo. Hanno
contribuito a rendere unico e molto apprezzato il concerto anche Stefania
Cerutti e Mariagrazia Marcon, soprani, e la Corale Caminese. Carichi di emozione i dialoghi tra la Corale
Caminese e l’organo con “Kyrie” dalla Missa Brevis KV220 e
“Veni Sancte Spiritus” KV47 per coro, due soprani e organo con il famosissimo
“Alleluja” dal Messia di G. F. Haendel.
armonie difficilmente traducibili in
parole. Perché a farsi suono è stata, sopra di tutto, la passione per la Musica.
CONTADINIS IN FILE con i NOVELLIERI
tuffo indietro nel tempo, per arrivare a quello del dopo guerra, quando le
famiglie si riunivano nella stalla per
la durata di una sera d’inverno, nella sede alpini di Varmo. Gli elementi c’erano tutti. Le balle di paglia
su cui sedersi, la “gorlete”, le sporte, le lettrici ed i lettori vestiti come
allora, con gli scialli e il fazzoletto in testa. Poteva mancare la
fisarmonica? Certo che no. E Vanni di Virco ha allietato le conte e i proverbi
snocciolati con maestria dai “Novellieri” ovvero Maria, Edda, Marisa, Marinella, Luigi,
Liliana, Maria Grazia, Giannina e l’ideatore, insegnante all’Ute e anima del
gruppo, Pauli Bortolussi.
interpreti si divertivano e si vedeva. La loro allegria era contagiosa e
l’atmosfera che subito si è creata era di quelle autentiche, nate da una forma
nobile di semplicità. La tradizione contadina ha fatto spettacolo e ha dato un
assaggio di quella che era la normalità nelle sere trascorse nella stalla. Dove
le nonne raccontavano storie di orchi e streghe ai bambini, e gli uomini
pensavano all’indomani e al suo carico di fatica e lavoro nei campi. Dove però
aleggiava quella serenità fatta di canzoni come “ E’ arrivato l’ambasciatore”
o “Sul punt di Braulins” o la commovente
“ Torne sisile torne, i uceluts a cjantin sul vecio cocolâr. Torne ninine se nò
mi par unviâr”, “Amor dammi quel fazzolettino”. E i proverbi in fila,
intramezzati da battute, gossip in stile anni 50, e risate spruzzanti saggezza
e cultura. “Omp discjapelât, omp disonorât”, “San Benedet, la sisile sot dal
tet”, “Anade di erbe anade di mierde”, sotto il filo conduttore di “Me mari a
diseve simpri”. Una di quelle sere che fanno stare bene e risvegliano il
sorriso.
serata è stata promossa in sinergia con il Comune di Varmo, rappresentato
dall’Assessore Michela de Candido, e con il gruppo Alpini di Varmo.