23/30 giugno 2012: CAMMINO DI SANTIAGO DE COMPOSTELA Pamplona – Finisterre
Davanti a me 8 giorni in punta di batticuore. Il desiderio si avvera. Spagna, Santiago, la meta dei pellegrini di tutto il mondo aspetta. Immobile. Con il bagaglio di storia, cultura lunga duemila anni. Le nuvole allargano le braccia. L’aereo è loro figlio. E i passeggeri pulviscoli di sogno sbriciolati nel piatto del cielo. Balconi di bambagia e spiragli di verde. L’ala di latta gioca a rimpiattino con le strade azzurre. In equilibrio instabile con il tempo che marcia tra cielo e terra stirata dall’uomo, sfiorando calanchi di friabile argilla, fino all’impatto madrileno.
Già in aeroporto svettano bianchi cappelli di Panama, quelli con la fascetta nera.
Da Madrid in bus fino a Vitoria, prima tappa a concludere il primo giorno in terra spagnola.
Primo passo verso la meta: Santiago de Compostela. Arriverò da Lei, non come i pellegrini che solcano 900 chilometri sotto il sole e la pioggia, con i piedi come mattoni e il respiro a mille. In Bus, ma seguendo e percorrendo, a tratti, lo stesso sentiero dei pellegrini che hanno l’essenziale nello zaino e i pensieri in adunata libera.
Madrid, Vitoria, Pamplona, Logrono, Santo Domingo de la Calzada, Burgos, Carrion de los Condes, Leon, Melida, Astorga, Ponferrada, Santiago, Finisterre sono in attesa. Così pure la serie infinita di paesini, cattedrali, chiese romaniche, ponti, monasteri. Tutti stampati sulla “Credenzial” che, alla fine, sarà ornata di “Sejo” delle più svariate fogge.
Già dal primo contatto si svelano vigneti estesi, alture e pale eoliche, chiese col tetto a vela e i nidi di cicogne che benedicono i paesi baschi.
1° Sejo alla Cattedral de Santa Mria la Real
Lo sento già lo spirito del cammino. E’ nell’aria, nella cordialità familiare che accoglie tutti i pellegrini. Anche me. Pur senza zaino e scarponi. Apro me stessa all’opportunità che mi si svela. Voglio scoprire questo tassello di mondo ed inghiottirlo nelle pupille.
Se è vero che il Cammino inizia dalla predisposizione ad andarci, ecco che diventa dimensione interiore, esperienza adottata da chi ha già transitato su quei sentieri, in qualunque modo, dando spessore all’unità del mondo. Perciò il Cammino è Vivo. E nessuno gli è indifferente. Essere Pellegrino è uno stato d’animo, disponibile all’accoglienza, fin dal saluto castigliano ”Ultreya”ovvero “Sii felice” e “Susseya”, “Anche tu”. Nessuno è mai solo sul Cammino. Se anche dovesse morire qui, qualcuno lo seppellirebbe.
Catedral Santa Maria la Real. Stile gotico purissimo. 1300/1400. L’altare è realizzato con fusione oro massiccio e argento.
I pellegrini, nel Medioevo, lasciando Pamplona, scuotevano i calzari per dire “Sono pellegrino. Non porto niente con me. Solo il ricordo della sua accoglienza”.
Pellegrini sorridono oggi alle ginestre in fiore mentre incidono le loro orme sui sentieri a fianco della superstrada. Li ammiro e mi scopro felice di essere qui. Pirenei, Francia, Roncisvalle sono alle spalle. Siamo al Puente la Reina Mayor, moglie di Sancho, re di Navarra, che ha voluto questo ponte per agevolare il passaggio dei pellegrini
Puente la Reina: Incrocio dei vari cammini.
E poi viaa, verso ESTELLA o LIBARRA in lingua basca. Anche qui i protagonisti sono i pellegrini…
Verso LOGRONO, 150mila abitanti, grandi mesetas e la Sierra sullo sfondo.
Intanto si apre a tendina la filigrana di paesini, cattedrali, chiese romaniche, ponti, fiumi, monasteri che raccontano storie millenarie, dove leggende e realtà si danno la mano.
DI GHIACCIO
26 giugno 2012: 4° giorno BURGOS-LEON (per i pellegrini 6 giorni di cammino)
Fròmista con la chiesa romanica di San Martino,
Carrion del Los Contes con statua del pellegrino
Leon: statua dell’emigrante
La cattedrale di Leon è in pietra arenaria del 1200. Guarda verso ovest. Ha tre navate. Con il sole e la sera è il momento più bello per ammirarla, quando dal rosone entra il sole e lo fa sembrare un lampadario. Nel 1200 era la Bibbia del popolo. Il coro è in alabastro. Papa Roncalli ha detto:
“Ho visto più vetro che pietra,
più luce che vetro,
più fede che luce”
Leon è anche la patria di Gaudì, morto a 74 anni investito da un autobus. A Leon, Gaudì ha progettato il Primo Palazzo vescovile e la Caja Espana (Cassa di risparmio), quasi un castello classico, elegante. Ecco la sua statua.
27 giugno 2012: 5° giorno LEON – ASTORGA
Pensiero del giorno:
“Ciò che sei io ero,
ciò che sono tu sarai.
Affrettati a scoprire ciò che c’è oltre il velo.
LA VITA E’ BREVE!
Poi si squarcia il cielo…
E’ una rotta in continuo crescendo che si ferma sul Ponte Honrosso, transitato a piedi e sotto la pioggia,
per poi invertire il mio orologio anagrafico a Castriglio de las Polvazares, dove fu girato il film di Zorro. Il campanile con i nidi delle cicogne è sempre lì, come i film del mio tempo bambino. Con animo leggero, decido di camminare fino alla Cruz de Fero, dove posare il sasso che ho tenuto in tasca per tutto il viaggio. I miei piedi danzano sui fiori di erica in distesa libera prima di abbracciare la croce, obbedendo ai rituali degli antichi pellegrini. Inserisco un centesimo in una ruga del palo che la sostiene ed è come se avessi le ali. Che volano già al Castello dei Templari, le cui mura ricche di leggendarie gesta mi aspettano a Ponferrada. E ancora, a Cebreiro, in Galizia, nell’intimità del gioiello architettonico dedicato alla Vergine del Cammino, con la bibbia in tutte le lingue ed il Sacro Graal. Ad ogni passo, ad ogni carezza di pupilla, sento svanire la materialità che lascia posto solo alla gratitudine. Per il respiro, la voce, la salute, per tutto ciò che ho visto e che ancora incontrerò. Samos e la sua abazia, Melide, il Monte Gozo da cui s’intravvede Santiago e la piramide di pietra segnata dallo spirito di Papa Giovanni Paolo 2°. L’urgenza di essere a Santiago si fa richiamo. Entrare in cattedrale dalla porta del Cammino, sdoppiarmi nell’argento del “botafumeiro” che ondeggia lungo la navata, abbracciare San Giacomo dal “Camarìn”, riflettendo il mio volto sull’oro del suo manto… è emozione così grande da annullare ogni parola.
Cruz de fero
Samos: Abazia benedettina
Melide: Crocefisso più antico del cammino
Monte de Gozo (Monte della gioia) si intravvede Santiago
Piramide di Papa Giovanni Paolo 2°. Celebrò la Messa nel 1988
Santiago: ingresso cattedrale
Santiago de Compostela: cattedrale
Finisterre
Finisterre: sotto l’Horreo
Finisterre: Dove il pellegrino gettava le vesti e si tuffava nell’Oceano.
Dove si credeva finisse il MONDO.
Indicazioni del Cammino
Conchiglia jacopea: Simbolo del cammino
Ciò che ho imparato:
*IL CAMMINO E’ UN CORRIDOIO MULTIETNICO
*L’ORIZZONTE UMANO SI SPOSTA SEMPRE PIU’ IN LA’. IL FARO E’ NEL CIELO. CERCA QUELL’ORIZZONTE…
* IL CAMMINO C’E’, NONOSTANTE L’INDIFFERENZA
* LA POVERTA’ SI DILATA NELLA SOLIDARIETA’
* IL CAMMINO E’ DI UNA SEMPLICITA’ UNICA, DISARMANTE. E’ CIO’ CHE LA NOSTRA SOCIETA’ NON PERMETTE PIU’
* IL CAMMINO E ‘ UN INTERSCAMBIO CULTURALE. UNO SPACCATO DELLA VITA
* IL CUORE DEL MONDO E’ L’AMORE. IL CUORE DELL’AMORE E’ IL PERDONO
*CIO’ CHE SEI IO ERO. CIO’ CHE SONO TU SARAI. AFFRETTATI A SCOPRIRE CIO’ CHE C’E’ OLTRE IL VELO. LA VITA E’ BREVE! POI SI SQUARCIA IL CIELO…
* IN ESTATE, DA SDRAIATO SOTTO UNA ALBERO, NON VEDI IL CIELO. IN AUTUNNO, PIU’ LE FOGLIE CADONO E PIU’ VEDI IL CIELO…
* SI NASCE E SI MUORE NUDI
* NESSUNO E’ SOLO SUL CAMMINO. ANCHE SE CAMMINA DA SOLO.
* NON MIRACOLI SUL CAMMINO. IL MIRACOLO E’ L’INTERIORITA’
* IL CAMMINO UNISCE IL MONDO