7 luglio 2011: ZUCCHERO in concerto a Villa Manin
A Villa Manin stelle e luna. Caldo gradevole. Persone a migliaia. Ci siamo anche Sofia e io. Settore Q, posti 84 e 85. Un baule sul palco. Un baule gigantesco che ad un tratto si alza. Rumore di elicottero e… 11 musicisti fanno da cornice a lui, a Zucchero! Un’ovazione li accoglie e lui è sul trono, armato di chitarra e cappello e voce. Inizia con le canzoni della sua gioventù, dedicando un pensiero al padre, uomo che parlava poco ma che gli raccontava di una signora di Udine, forse Lardina, che lo aveva salvato dai fascisti. La persona più importante per lui! “Io, grazie a Dio, scrivo canzoni e ciò che provo glielo dico con le canzoni”. E un pensiero anche per la nonna Diamante, in dialetto romagnolo. E poi “Flyng angel in the sky”, “Ho bisogno d’amore per Dio, che sennò sto male”. Mi piace vedere la gente liberarsi dagli schemi e ballare, muoversi senza catene, cantare senza badare all’intonazione! “Sogni che a volte si infrangono al mattino, si spengono con l’alba”, “Al mio paese vedo fiorire il grano a braccia tese, al mio paese. Ho visto cieli pieni di miseria. Al mio paese è ancora giallo il grano e vedo fiorire il buono…al mio paese”, “C’è una luce che da sempre splende in me, lascio tracce sulla neve per tornare fino a te”. Ecco, il trono va via e la voce di Zucchero nella mia gola sa d’estate, sa di arcobaleni fluttuanti tra le lacrime. Guardo oltre il cielo sopra la mia testa, guardo oltre la cattiveria umana. Sto bene. Forse sono felice! E Zucchero riprende ” E’ un peccato morire… Yeah…Sei nel mio destino ed è un peccato morire”. Ora c’è più energia e la gente applaude. Anche Zucchero applaude ed invita tutti ad alzarsi in piedi. “Si accende un diavolo in me”. Blues e violino per “Funky gallo” e poi effetti con immagini, farfalle e colombe che escono dal palco e sembrano venirmi addosso, in una carezza appena accennata. Un pensiero di Zucchero per l’amico Luciano! Ed ecco le loro immagini, insieme. Un tamburo sul cuore e il groppo lì, indeciso sul luogo di attracco. Il tempo si ferma e gioca a rimpiattino sullo sbuffo delle emozioni fino all’ “Allegri ragazzi… Sto proprio bene qui a Codroipo. Ci sto fin che ne ho voglia. Dopo due mesi all’estero è bello tornare a casa”. ” Il mare salì sulla luna e dietro una cortina di stelle” ritornello ripetuto all’inverosimile, fino alla chiusura del baule, che riporta alla realtà. Ma dolcemente. Senza fretta. Sull’eco di applausi riconoscenti e gioia da riempire il cervello fino a farlo volare.