TORINO: L’ELEGANZA DELLA GRANDAMA
Sarà per l’ampiezza delle strade, lo splendore dei palazzi, la cortesia della gente, sarà anche per un’ istintiva riverenza, fatto sta che Torino stuzzica la vista e gonfia l’immaginario. Potrebbe persino essere una “GranDama”, raffinata, vestita di pochi ma ben definiti colori, dall’animo signorile e con la passione sfrenata per il bello. E Torino, la “Capitale” da 150 anni, è tutta bella! E’ il salotto buono d’ Italia e il perché è subito chiaro in Piazza Castello dove, ovunque si posi, lo sguardo trova approdi da sogno. Elegante oltre ogni dire Palazzo Reale, cinto dal Duomo di San Lorenzo che protegge la copia della Sacra Sindone, e corteggiato da Palazzo Madama dove stucchi e marmi gareggiano da secoli. Impossibile non amarla Torino! Fa stare bene con i porticati retti da colonne di pietra che sfociano in piazze lastricate e lucenti, bordate da case signorili che filano via come frecce. Impensabile non fermarsi davanti alle vetrine perversamente attraenti, siano le lussuose sotto le gallerie o quelle dei bar carini dove prendere l’aperitivo o il “bicerìn”, squisitezza di caffè espresso, squaglio di cioccolata fondente e panna. E, di sera, quando la gente va a zonzo e chiacchiera e ride ecco che inizia lo spettacolo… che va vissuto, in un rituale di gambe fitte fitte a celebrare il senso della città.. Ma non di corsa. Da “GranDama” qual è, Torino vuole essere apprezzata e scoperta piano piano, mentre sfoggia chiese imbevute di ori e fregi, graziosi cortili, mostre che aprono la porta in un incedere di opportunità, e musei, ognuno dei quali è meta imperdibile. Primo è l’Egizio, dove cinquemila anni di storia scivolano tra templi, tombe reali, piroghe le cui statuette sembrano fatte ieri,
papiri con le storie del viaggio dell’anima nell’Oltretomba, variopinti sarcofagi e mummie. Da lì il pensiero corre alla Torino misteriosa, quella del triangolo “Torino-Praga-Lione” della magia bianca e nera che la congiungerebbe a Londra e San Francisco. Il fascino dell’occulto invita ad inoltrarsi per strette calli a cercare simboli oscuri scolpiti nella pietra, fino all’epicentro magico in Piazza Castello, alle “Grotte Alchemiche” e al Sacro Graal. La tentazione di saperne di più è forte ma viene deviata dalla meraviglia del Borgo Medievale del Valentino, della Mole Antonelliana e dei tesori delle Regge firmate Savoia. Che dire del Castello di Racconigi, dimora prediletta di Carlo Alberto, della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Patrimonio dell’Umanità, e della Reggia di Venarìa Reale, la “Versailles” torinese, in eterna simbiosi con il borgo ed il parco circostante? E della Sacra di San Michele in Val di Susa quando le vette alpine incorniciano la valle in uno scenario da cartolina? Dopo tante, forse troppe, suggestioni è evidente che il tempo dello stupore è di casa a Torino, e che l’unico modo per capirla ed innamorarsene è… “ESSERCI”!