ARIIS (Ud) Musica e poesia, ospite Vittorio Sgarbi 7 agosto 2020
La sera del 7 agosto, Villa Otellio Savorgnan, quasi sospesa tra lo stella, il suo fiume, e il turchese ricamato di rari gomitoli di bambagia, ha accolto oltre cento persone, con uno spettacolo di musiche, poesia, tramonti e, come sopresa, Vittorio Sgarbi, il noto critico d’arte nazionale. A organizzarlo, il Rotary club Codroipo Villa Manin, che si è affidato alla sapiente regia dell’artista Piero De Martin. Alla luce di un tramonto riflesso sul biscottato dei mattoni e sulle finestre senza vetri, come occhi senza pupille, si sono esibiti numerosi artisti: Chiara Domenghini, voce blues e chitarra classica, Ennio Zampa, cantautore storico, Tony Masala, voce soul e acustico, Gianfranco Lugano, liutaio e musicista, con arpa rinascimentale, cornamusa, mandolino elettrico, la Soul Orchestra con voce lirica Monica Saronni, voce pop Stefania Tessarin, voce melodica Bruno Neri, voce pop/rock Gigi Tessarin. Alle tastiere Andrea Valentini, organo Hammond, Gianni Gnesutta, batteria Ivano Castellani, percussioni Carlo Zampa, chitarra Gigi Tessarin, basso e contrabbasso, Piero De Martin, sax basso tuba, Giacomo Micoli, sax contralto Ettore Venuto, sax tenore Federico Biasutti, tromba Gabriele Marcone e Francesco Fasso. Energia stellare ha avvolto il pubblico, grazie ai ritmi scalpitanti, sovraccarichi di melodie degli anni 60, da “Senza Luce” a Black is black”, passando per “C’era una volta il west” di Morricone, sapientemente eseguito da Monica Saronni, ad “Halleuja” con la voce di Stefania Tessarin. Piedi battenti il tempo davano ali alle parole cantate anche dal pubblico, mentre le piccole lampadine sostituivano le stelle ancora assenti. Al loro spuntare, la musica riposava, decretando la fine di un concerto dalle talentuose sonorità, goduto fino all’ultima canzone. Con gra titudine!
VILLA OTELLIO SAVORGNAN spera di diventare un luogo del cuore, sotto l’egida del FAI e del Comune di Rivignano-Teor, del Sindaco Mario Anzil e di tutta la giunta. Avutala in gestione dalla Regione Friuli Venezia Giulia, ora stanno eseguendo i restauri a partire dal muro di cinta merlato, al parco e ai magazzini del sale. Molto ancora c’è da fare, ma grandi sono la volontà e la passione per riportare la villa agli antichi splendori, come dichiarato dall’assessore Massimo Tonizzo, in apertura di serata. ” La villa è luogo magico che racconta la storia del Friuli. Nel 1297 si iniziò a costruire il castello, nel 1336, la villa, poi consegnata alla famiglia Savorgnan che, per 300 anni fu alleata con Venezia, contribuendo a difenderne lo sbocco verso il mare. Ariis, nel 1400, era roccaforte insieme a Cividale e Aquileia, poi feudo commerciale. Il fiume Stella, consentiva il trasporto del sale da Venezia ad Ariis e dei mattoni da Ariis alla Venezia in costruzione. Ariis ebbe, dunque, un ruolo fondamentale nel Friuli del 1400 . Palmanova, la cui prima pietra fu posata il 7 ottobre 1587, fu progettata dalla famiglia Savorgnan, nota anche per aver dato i natali a Lucina, protagonista della novella “Giulietta e Romeo” scritta da Luigi Da Porto, poi resa celebre da Shakspeare. Ora, Ariis è vocato a diventare luogo del cuore del Fai: è al 28° posto nazionale, primo del nord Italia e il più votato nel triveneto”. C’è speranza di riuscirci, dunque, grazie alla continua raccolta di firme. Anche Vittorio Sgarbi, dopo aver compiuto una breve escursione in barca sullo Stella, ha definito Villa Otellio “luogo fascinoso, abbandonato ma vitale. Bisogna uscire dalla retorica della burocrazia, questo luogo deve diventare luogo del cuore. Farò quello che posso, parlerò col Fai, a ricordo di Giulia Maria Crespi, sua ideatrice. Questa villa dimenticata deve rivivere, nel nome della salvezza, della nostra salute e in grazia di Dio”.