DINO PERSELLO, regista teatrale, in “I Furlans dal Friul”
Dino Persello, in Sala Abaco a Codroipo (Ud), con “I FURLANS DAL FRIUL”. 31 ottobre 2021
Dino Persello, regista teatrale, appassionato di Marilenghe (madrelingua), in collaborazione con Abaco Viaggi. Un viaggio è, infatti, nella lingua friulana, testimone di eventi e genti e modi di essere di un popolo ricco di storia: la friulana, appunto.
“Si parte da alcune divagazioni sulle varianti orali del friulano – racconta Persello – per toccare alcuni aspetti della mia biografia, letti come momenti in cui si il pubblico si possa ritrovare, vale a dire momenti caratteristici di un clima culturale e ambientale tipico del nostro Friuli”.
Persello affronta diversi temi, con uno sguardo particolare all’avventura con il teatro, quello amatoriale, così praticato in Friuli, tanto diffuso da riuscire a definirne un modello comune in tutta l’area. Le tavole dei palcoscenici parrocchiali, quelle delle feste delle Pro Loco, di cui per anni Persello, classe 1949, è stato uno dei rappresentanti più attivi e impegnati, fino alle rassegne specializzate fiorite in questi anni in diverse località friulane.
“I furlans dal Friul” vuole essere un intrattenimento teatrale, originale, fresco, dinamico e coinvolgente. Infatti il pubblico viene elegantemente, senza forzature o provocazioni, portato a interagire, commentare, votare o astenersi”.
Persello mette in campo un grande desiderio di raccontare attraverso le colorite e numerosissime varianti orali della lingua friulana – vera ricchezza e la forza espressiva straordinaria della stessa – attraverso una forma di ‘teatro minimo’ -“no palco, no sipario, no effetti scenici… non se ne sente il bisogno”, spiega ancora Persello – il cui perno, oltre alla chiamata in causa del pubblico, è la capacità di dare voce e sfumature alle molte facce della friulanità messe in campo.
Esperienze, osservazioni, ironia, autoironia, ricerca: ecco gli ingredienti che hanno reso la serata degna di essere incorniciata.
Dino Persello: L’artigiano del teatro, con il Friuli nel cuore. Lui stesso si definisce così, perché a bottega è nato. La stessa che “frequenta” ancora oggi. Quella che apre da mezzanotte alle due, quando si tratta di scrivere i testi. Quella che diventa itinerante quando si tratta di mettere in scena gli spettacoli, spostandosi dal Friuli soprattutto laddove il Friuli è arrivato con i suoi emigranti, di ieri e di oggi.