Codroipo (Ud) Toni Capuozzo “Ritorno all’inferno”
18 maggio 22: “Ritorno all’inferno” con Toni Capuozzo, Paolo Mosanghini e Igor Vucic. A Sarajevo, dopo 30 anni.
Sul palco del teatro Benois l’inferno delle guerre, da trent’anni a oggi, da Sarajevo all’Ucraina.
Difficile infilar parole per descriverne le sensazioni quando, a parlarne, sono gli inviati di guerra Toni Capuozzo, il suo cameramen sloveno Igor Vucic e, in collegamento da Trieste, Fausto Biloslavo, intervistati dal co- direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini.
Inevitabili il groppo e l’orrore e la compassione e la paura. Amplificati dalla visione del docufilm “Ritorno all’inferno, 1992-2022”, dopo trent’anni, a riabbracciare Kemal, il bambino di pochi mesi, senza gamba, che Capuozzo aveva portato in Italia e tenuto per sei anni.
Un film vero, di guerra ancor più atroce perché intima, tra chi si conosce, di un dolore che cerca ancora un senso. Analisi lucide sulla guerra e sulla pace, che nessuno – oltre al Papa – cerca di costruire, visuali controcorrente, emergono, forti, da coloro che, in prima linea, hanno documentato e raccontato.
Oggi, sopravvissuti, contrariamente a tanti, troppi colleghi giornalisti.
Oggi possono parlare, da autorevoli testimoni, in serate come quella voluta dal Caffè Letterario Codroipese, presieduto da Luisa Venuti, Comune – rappresentato dall’Assessore Tiziana Cividini – e Circolo Lumiere, e in Balcania, il nuovo libro di Capuozzo.
“Pagano sempre i più deboli, le guerre lasciano macerie dentro, non solo quelle di pietra. Ti chiedi a cosa siano servite, le guerre, e la risposta sta nei cimiteri e nei monumenti. Le guerre uccidono l’innocenza ed è tremendo guardare le cose col senno di poi. Stiamo scavando fossati di odio, su un pallottoliere di vita e morte.”
Hanno masticato e inghiottito guerre, Capuozzo e Vucic, eppure le loro parole e le loro immagini sono proiettili carichi di calda umanità e mai spenta passione.
Dopo serate come questa, l’indifferenza, no, non è ammessa!