EMIRA ZURAPI, terza Lady Chef italiana
CODROIPO (Ud)
Emira Zurapi, premiata a Rimini, con la medaglia di bronzo al Concorso nazionale “Trofeo, miglior professionista d’Italia”
42 anni, veneziana, ma codroipese di adozione, Emira Zurapi, conosciuta come Emma, ha le mani in pasta o, meglio, nel cibo. Quello ricercato, raffinato, frutto di passione e di ricerca, di studio e di sperimentazione.
La cucina le ha sorriso fin da piccola, facendola divertire tra pentole, frullatori e mestoli. Si è formata allo Ial di Aviano, poi a Trieste, per 5 anni, per il diploma di Chef Capopartita. Dopo varie esperienze nelle cucine degli Hotel di Venezia – Excelsior, Europa e Regina, oggi Sant Regins, Villa Mabapa – oggi lavora alla Trattoria Paradiso, di Pocenia.
Aggiornarsi, provare, riprovare, segmentare tempi e tecniche, sono il sale della sua professione.
E, i risultati degli ultimi giorni, le danno ragione.
Dopo aver superato la selezione in Accademia del Gusto di Udine, per essere ammessa al Concorso nazionale “Trofeo migliore professionista d’Italia” di Rimini, dove si è meritata la medaglia di bronzo.
Ogni regione d’Italia aveva la sua Lady Chef: il Friuli ha avuto lei!
Sua la ricetta vincente: il Risotto Sole o “Il viaggio da Timau a Napoli “. Sole, perché i prodotti usati – pomodoro, limone, foglie di fico – hanno, tutti, bisogno di Sole
In sinergia con Elia Bulgarelli, della Federazione Italiana Cuochi e da Stefano Basello, chef di “Là di Moret”, Emma lo ha presentato alla qualificata giuria.
Anche in questo, come dietro a ogni suo piatto, c’è un andare oltre, ma sempre con i piedi nella propria terra. In questo caso, con un elemento in comune: l’affumicatura.
Siccome l’affumicatura, nel tempo, è andata via via modificandosi sia a Napoli che in Friuli, fino ad assumere il ruolo di semplice aromatizzante, Emma ha affumicato personalmente il pomodoro Cirio a filetti, con una speciale miscela di legni e bacche.
Protagonisti del suo piatto i prodotti Slow Food FVG, come l’aglio orsino di Resia, con l’odore e sapore accentuato e il Varhackara di Timau, pesto o impasto di lardo bianco, speck ed erbe aromatiche.
Inoltre, il riso, la maionese con latte di soia, l’olio estratto dalle foglie di fico, il cioccolato e il limone.
«Ho preparato il risotto rispettando il tempo di 45’ stabilito dalla giuria, rispondendo alle domande dei giudici, interessati alla mia filosofia e osservatori dell’ordine e della pulizia durante la lavorazione. In quei momenti, è indispensabile tenere a bada l’emozione. Ho imparato a farlo» dichiara Emma.
Alla domanda: «Ti aspettavi il podio?» risponde con un accenno di sì.
La sua soddisfazione nasce dalla gioia di chi apprezza i suoi piatti e da quella passione che le sgorga dentro e si nutre di creatività, aggiornamenti, voglia di imparare per stare al passo con i tempi e le richieste della gastronomia più raffinata.
dal messaggero veneto 1 marzo 23