FORTE E CHIARO – Mensile del MEDIO FRIULI – Ottobre 2018
con il sogno di creare materiali sostenibili e accessibili a tutti.
italiana, tra le “Rising Stars” della ricerca mondiale, ed è originaria di
Codroipo. Ha 39 anni, una famiglia e un figlio di quattro anni. Secondo Nature Index, supplemento annuale della
rivista scientifica Nature, che ha individuato gli undici giovani ricercatori scientifici
più brillanti al mondo, ha
“Il mondo ai suoi piedi”.
opera nel Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università
di Trieste come docente associata di chimica organica.
Dopo la laurea con 110 e lode nel 2014 in chimica e tecnologie farmaceutiche, nove
anni di studi a Londra, in Finlandia e in Australia, un dottorato a Edimburgo, ha
voluto rientrare in Italia per condividere le sue competenze con giovani
scienziati italiani e diventare mamma.
nasconde la difficoltà di far conciliare la famiglia con il suo lavoro che la
porta spesso fuori casa e all’estero ma ha sempre voluto che suo figlio
crescesse qui, dove, sottolinea, ci sono ancora troppe poche strutture di
supporto per chi, come lei, è scienziata e mamma.
per la parificazione dei ruoli e degli stipendi delle donne.
maggior parte delle colleghe ha un solo figlio se va bene. Se vuoi allargare la
famiglia sai a quali difficoltà vai incontro. E’ una questione di Paese e
cultura. Bisogna fare di più, anche contro la differenza di genere, ancora
troppo marcata. A volte vado a congressi e su capi laboratorio sono l’unica
donna su una ventina di persone. L’Italia ha i cervelli, ha le potenzialità ma sarà
bene abbattere queste differenze.”
soddisfazione di aver vinto, nel 2017, la medaglia Vittorio Erspamer,
farmacologo italiano, per la ricerca sui
peptidi, Silvia non se l’aspettava proprio questo prestigioso riconoscimento né
di essere inserita come sesta fra gli 11 scienziati emergenti al mondo, su 500
selezionati.
conduco con giovani ricercatori e studenti per lo sviluppo di materiali sostenibili e
accessibili a tutti. Ho inoltre avviato delle importanti
collaborazioni con i ricercatori Rita De Zorzi dell’Università di Trieste e
Attilio Vargiu dell’Università di Cagliari che condivide la responsabilità
scientifica del nostro ultimo lavoro andato in copertina su Chem” dichiara.
però alle perplessità per un Paese, il nostro, dove c’è ancora molto da fare,
soprattutto per le donne che fanno scienza e hanno una famiglia.
la sperimentazione. In Italia non puoi comprare uno strumento scientifico anche
di scarso valore senza sottostare a
tempi lunghi e una infinità di carte.”
sulle molecole e le superstrutture applicate, ad esempio, nella terapia per malattie neurodegenerative.
semplificare, immaginate i mattoncini di lego come molecole che, se composte,
possono dare vita a una super struttura, un materiale antibatterico a basso
costo, o un altro da usare in campo ospedaliero o nelle costruzioni.
mattoncini bioattivi, scomposti o composti, possono avere proprietà differenti.
Noi lavoriamo per esempio sulla possibilità di fermare i loro principi
bioattivi una volta scomposti.
on-demand per avere materiali sostenibili”.
e parificare i ruoli e gli stipendi delle donne” e lo dice da tenace, da
una che non si arrende, come ha sempre dimostrato.
preciso con obiettivi raggiungibili, con la consapevolezza dei propri limiti e
la volontà di superarli.