IL PAESE- Magazine di cultura e informazione del MEDIO FRIULI – giugno 2018
ALBERI?
Secondo una ricerca condotta di recente alla Cornell
University, è emerso che un bambino su dieci oltre a ignorare i comunissimi
giochi come un-due-tre stella, campana, palla avvelenata, nascondino, non sa
andare in bici e non si è mai arrampicato su un albero.
Perché?
Sembra essere una tendenza generale dei
genitori che non vogliono che i propri figli si sporchino, giochino con altri bimbi o si arrampichino sugli
alberi.
Tantissimi
trascorrono interi pomeriggi in casa, davanti al computer o alla televisione,
perdendo le esperienze all’aperto molto importanti per la loro crescita.
con bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni, in più di dieci paesi, è
emerso che i bambini giocano all’aria aperta in media 30 minuti al giorno.
esce a giocare fuori casa solo alcuni giorni la settimana. Nel Regno Unito il
20% dei bambini non ha mai provato ad arrampicarsi su un albero e il 64% gioca
all’aperto meno di una volta alla settimana.
bensì una comodità degli adulti che preferiscono restare in casa con i loro
figli, tenuti tranquilli da tablet, Wi, televisione, cellulare e altri giochi
tecnologici.
Che si rivelano essere i baby sitter più economici e comodi di cui
disporre a volontà perché capaci di zittire anche i bambini più vivaci.
naturale sarebbe quella di giocare
all’aperto con altri coetanei, sporcarsi di terra e fango, e fare tutte quelle attività
che, oltre a renderli più felici e
attivi, hanno una positiva incidenza sulla loro salute e sul loro sviluppo.
albero, correre sotto la pioggia o a braccia aperte come un deltaplano,
rotolarsi da una piccola altura, stare in equilibrio su un muretto o sul tronco
di un albero caduto, far volare un aquilone, sono attività sconosciute ai più.
diventati adulti, non avranno ricordi d’infanzia legati al divertimento e ai giochi
all’aria aperta né potranno insegnarli o consigliarli ai loro figli e nipoti.
coetanei?
sia, è un’ottima lezione di vita perché insegna ad autocontrollarsi, a
risolvere i problemi, a prendere decisioni, a seguire le regole sociali. E’ il
lavoro più serio che ci sia e non è mai una perdita di tempo.
le regole e controllare i propri comportamenti,
risolvere le situazioni difficili e gestire le emozioni, capire la
bellezza di appartenere a un gruppo, sviluppare la creatività e
l’immaginazione, componenti dell’intelligenza.
ad apprezzare le piccole cose della vita
e a essere responsabili e indipendenti.
e, grazie a questo semplice fatto, imparano a risolvere i problemi da soli, a sbagliare a proprie spese,
a trovare la soluzione giusta ai propri bisogni, a esplorare i personali interessi
senza pressioni e giudizi. Diventa naturale fare nuove amicizie, imparare a stare con gli altri, mettere le
basi per diventare adulti più sicuri e felici.
Il gioco, infatti, non è soltanto
un’attività importante per lo sviluppo, ma è la fonte primaria della felicità.
percentuale di bambini. Gli altri, per lo psichiatra Vittorino Andreoli, si
trovano a un “Livello di civiltà
disastroso”.