CODROIPO (UD): FRANCO MARCHETTA E IL SOGNO DEL FRIULANO COME LINGUA EUROPEA 30 agosto 2016
MARCHETTA E IL SOGNO DEL FRIULANO COME LINGUA EUROPEA
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di Franco Marchetta, codroipese, 62 anni di uomo e padre, architetto e
scrittore, il Caffè letterario, presieduto da Luisa Venuti, ha dedicato una
serata gradevolissima, tracciata con garbo ed eleganza. Partendo dai suoi nove libri editi, quasi tutti nella lingua madre, uno
appena pubblicato e uno inedito, il critico letterario Mario Turello ha fatto emergere la figura di Franco quale “grande
scrittore di casa nostra” mai banale, come i suoi maestri Bartolini e Giacomini
che non si concedevano a facili letture. E’ emerso un Marchetta molto ironico,
che passava le notti insonni a scrivere supportato dal divertimento che ciò gli procurava. Tutti i suoi libri sono percorsi da una
estrema intelligenza, da un tempo morbido e da una speciale forma di contaminazione
al “quadrato” controcorrente e al sapore di distopia. Si fa fatica, è vero, a leggere
libri in friulano ma non quelli di Marchetta. Leggendoli ci si diverte, perché lui si divertiva a scriverli. Il suo è un
friulano piacevole, capace di dare spessore ai personaggi che vivono storie
semplici, del mondo contadino, a volte grottesco ma reale. I suoi libri sono un
mix di fantasia e precisione. Scriveva tanto, poi sottraeva, con l’idea fissa di
portare il friulano fuori dal Friuli, valorizzandola al punto da sognarlo
linguaggio europeo e il Friuli un “laboratorio italiano”. La sua letteratura è avulsa
dalle solite narrazioni e la dimensione del sogno è presente in tutti i suoi
libri. Ha vinto ben tre volte il premio San Simone di Codroipo ma la sua
scoperta più grande è stata il romanzo “I fiori blu” di Raymond Queneau, del 1965,
tradotto in italiano da Italo Calvino.
Come Queneau narra la storia di due differenti personaggi che si sognano
reciprocamente, Marchetta attraversa i suoi romanzi sulla macchina del tempo modello
DeLorean gialla, protagonista del film “Ritorno al futuro”. Una connessione Pop che
non distingue la realtà dalla fantasia, fornendo un ulteriore indizio della
profonda serietà dell’autore, così come emerge dal tema della morte, molto
presente.
di Franco uomo e Franco scrittore è stato tracciato con leggerezza e affetto dallo
scrittore Umberto Alberini, il figlio Gianmaria Marchetta e il critico
letterario Mario Turello, gli attori Chiara Donada, Fabiano Fantini e Giacomo
Trevisan, i giovanissimi musicisti Dario Caporuscio e Eugenio Delle Vedove. Regalando
autentica emozione ai tantissimi amici intervenuti.