CODROIPO (UD) Lo scrittore MAURO CORONA parla del SENSO DELLA VITA all’U.T.E. – 28 novembre 2017
Fisico atletico, da eterno ragazzo, bandana nera sulla
chioma incolta, barba e baffi ispidi, bottiglietta di birra in mano e giubbino
créme annodato.
personaggio, un
“alcolista neanche più anonimo, con le utopie provocatorie e le filosofie
strampalate”, si è presentato al gremito
pubblico, nella sede dell’Ute. Nessun discorso fedele a scaletta ma ruota
libera, apparentemente senza capo né coda, dispensatrice di sofferta serenità e
ruspante saggezza. Esploratore della vita, commovente a tratti, come quando ha
detto che il padre, dalla barba lunga un metro, ha mandato in coma tre volte la
madre Lucia. Grande lettrice, ha dovuto abbandonare la famiglia quando lui,
Mauro, aveva solo sei anni.
“La violenza sulle donne c’è sempre stata. Le donne
avrebbero diritto a un punto in più rispetto alla parità ma non la otterranno
mai se prima non avranno la dignità”.
“Bisogna lasciare traccia di noi” ha ribadito con forza, “se non ci interessa
la memoria è l’inizio della fine. Bisogna scrivere per imbalsamare la memoria e
accontentare la curiosità. Scrivere è un dovere. Macedonio Fernandez, maestro di Borges, diceva che “bisogna
scrivere per lottare l’oblio che cancella gli ultimi dalla terra, per non
finire nelle discariche del tempo”.
Bisogna creare un progetto per il futuro e,
oggi, i giovani non hanno progetti e ciò farà danni enormi. Ognuno di noi è un
albero. Se uno è carpino non può essere una betulla. Il nichilismo odierno, il
disinteresse personale del terzo millennio è tragico.
Oggi si hanno troppe
cose, troppo cibo. I nuovi faraoni pensano solo ai soldi ma, se ha troppo olio,
la lampada si spegne.
I giovani hanno paura della fatica, sono drogati di cose,
si sentono defraudati se non hanno il tale oggetto. Io sono stato sempre
essenziale.
Ho visto giovani d’estate
che vanno in giro con magliette con la scritta Oxford University ma io non ho
mai visto un inglese con la maglietta dell’Università di Udine.
Bisogna educare
la nuova civiltà, partendo dai bambini, da zero, insegnando loro la fatica, la
sofferenza, a guadagnare le cose per apprezzarle.
Perché i bambini non sono
mica buoni, ma la colpa è dei genitori. I bambini andrebbero tolti a certi
genitori, subito, appena nati.
La miseria crea opere d’arte come la solitudine,
che dà piacere e non deve fare paura.
Oggi si comprano perfino le lauree. Ma chi dà la laurea ai buoni a nulla?
Noi
italiani siamo i tecnici del cordolo, grandi fantasisti ma poi paga la gente.
Noi dovremmo vivere di rendita con le opere d’arte e i prodotti terra. E
invece…
I politici: Dovrebbero superare un esame prima di
candidarsi, per vedere se sanno i congiuntivi, se hanno letto Dickens e se
sanno qualcosa di politica. Sono dei buoni a nulla e io sogno che, un giorno,
gli italiani non vadano più a votare.
scultura. Il tempo che ci resta dobbiamo viverlo bene perché una vita è un
romanzo. C’è chi ha solo la copertina, chi ha 100 pagine. Ma nessuna casa
editrice fa la seconda ristampa. Chi può, deve vivere di essenziale, stare con
i figli. Cercare l’oggetto in più crea ansia. L’orologio mi serve a misurare il
tempo ma se è di valore mi crea problemi. La libertà è non avere cose di
valore. Togliendo apprezzi e gusti di più se togli. Meglio non farsi domande
perché danneggia la Vita, che accade e basta.
stanca. L’amore è un dono ma abbiamo dimenticato le parole dono e perdono. La
gente non si parla, non siamo buoni. La guerra siamo noi, con molte eccezioni
di bontà. Permalosità e invidia distruggono l’umanità.
entra mai un libro. Leggere crea uno
stile. Non serve andare in India a meditare. Meglio entrare in un libro.
Sgorlon.
Una cascata di pillole di saggezza dispensata da un uomo di
67 anni, nato su un carretto in Trentino nel 1950, residente a Erto e Casso, in
provincia di Pordenone.
Un’infanzia
difficile la sua, dura, incisa da dispiaceri, vissuta con il nonno di un metro
e 96, la nonna e la zia sordomuta ma veri intellettuali analfabeti che gli
raccontavano storie e gli hanno insegnato tutto ciò che sapevano.
capacità umane, Mauro Corona ha coltivato le espressioni artistiche, manuali,
letterarie. Racconta storie e le scrive.
Infatti, è autore di svariati libri, alcuni dei quali bestseller.
stagioni” ha salutato il pubblico che lo ha ringraziato con un lunghissimo
applauso e si è messo in coda per stringergli la mano.
Sulla foto: con Nello Baruzzini, presidente U.T.E. del codroipese e Amilcare Casarotto, Direttore dei corsi U.T.E.
patrizia
Bellissimo articolo. ..grande Pieri ! E grande anche Mauro Corona che ieri pomeriggio mi ha commossa e entusiasmata per le tante verità raccontate