CONCERTO LAUDA SION a PIEVE di ROSA (UD) di MENDELSSOHN – CORI – VOCI SOLISTE – 2 ORGANI – 11 giugno 2017
Chiesa gremita e, davanti all’altare, ben quattro cori:
Il Gruppo Vocale “Città
di San Vito”, diretto dal M° Gioachino Perisan, il Coro femminile L. Perosi di Bagnarola (Pn), diretto dal M° Gioachino Perisan, il Coro Glemonensis di Gemona del Friuli, diretto dal M° Roberto Frisano, e la Corale Caminese, diretta dal M° Francesco Zorzini. Accanto a loro due organi, con gli organisti Elisabetta Tonizzo e Luigino Favot, l’Ensamble Ottoni di Portogruaro, diretto dal M° Giovanni Vello, il timpanista Marco Gasparini e quattro cantanti: Francesca Scaini, soprano, Maria Rostellato,
mezzosoprano, Salvatore Angileri, tenore e Massimiliano Svab, basso.
Un Mendelssohn raro, dunque, di fattura eccellente e poco
conosciuta.
Un compositore che non di ascolta frequentemente ma che, invece, con abilità
ha saputo conciliare la sua passione per Bach, Hendel e la scrittura mozartiana.
Con il gusto
romantico dei suoni e le melodie raffinate. Secondo il M° Francesco Zorzini “Il Mendelssohn sacro è esperienza”.
E tale è stata, complice l’acustica
perfetta e l’armonia della Pieve.
Maestosa l’intensità del Lauda Sion op. 73, con due organi, gli ottoni, il
coro misto e quattro soliti. Autentica rarità dell’inno eucaristico, composto in latino nel 1264, da San Tommaso D’Aquino, ispirato dagli angeli e tradotto in tedesco da Mendelssohn.
Viene recitato o cantato prima del Vangelo nella Messa del Corpus Domini.
Domande e
risposte di voci e strumenti, le doppie melodie degli organi, hanno fatto rabbrividire persino i muri
luminosi della chiesa, sazi di così tante sinfoniche emozioni.
Dal “Laudate pueri op 39, “Periti autem op. 115, Richte mich, Gott, salmo 43 op.78, Jagdlied op 59, Hor mein Bitte” al Lauda Sion trionfale, un diluvio di potenti sonorità, culminato nel Bis dell’ultima parte del Lauda Sion.
Concluso con l’ “amen” che, in questo caso, non significa fine ma gratitudine.
M° Francesco Zorzini e la soprano Francesca Scaini
M° Gioachino Perisan e l’organista Elisabetta Tonizzo
Chiesa matrice di PIEVE di ROSA, dopo il restauro del 2015.
L’attuale chiesa di Pieve di Rosa, dedicata a Santa Maria, fu
ricostruita intorno al 1455 dopo l’ultima devastante alluvione.
Vi si
possono ancora osservare sculture cinquecentesche attribuibili alla
bottega del Pilacorte e altre opere minori, tra cui una pala d’altare del pittore friulano Lucilio Candido e la pala di Pietro Petrei
con la Trinità e le anime purganti, nel cui angolo inferiore destro è
raffigurato il pievano Flagotti, a cui si devono l’ampliamento della
chiesa nel 1600 e il suo abbellimento.
Pieve di Rosa, Plêf , è la più antica frazione del comune di Camino al Tagliamento.
È posizionata a ridosso dell’argine del fiume Tagliamento, a sud-ovest del capoluogo.
Nella zona dell’attuale Pieve di Rosa passava certamente la strada romana che da Concordia sagittaria portava al Norico.
Nel 1808 ne è stata infatti rinvenuta una pietra miliare.