DOCUFILM “La voce di Turoldo e la sua terra” 28 maggio 23
Docufilm proiettato in Teatro Benois di Codroipo (Ud) ore 16.00. Padre David Maria Turoldo
Il docufilm “La voce di Turoldo e la sua terra”, a 31 anni dalla sua morte, proiettato al teatro Benois, si è rivelato un lungo racconto di vita. Emozionante nella sua linearità nonché percorso conclusivo di ricerche etnografiche nelle parrocchie del comune di Sedegliano (Ud). È emersa, a parole e immagini, la vita di chi ha fatto musica, ha cantato nelle corali e ha testimoniato in prima persona la gioia che ne derivava.
Partendo dalla voce di Padre David Maria Turoldo, che, a Coderno è nato nel 1916, si è dipanato, poi, nella sua poesia-preghiera, recitata da un gruppo di ragazzi sedeglianesi.
Infatti, Turoldo, uomo appassionato del Creato, pregava con la poesia.
Per lui, la preghiera “non è la ripetizione di un rito, non è solo un’abitudine raccomandabile, ma è la domanda in cui entra la storia dell’umanità, lo stupore di fronte al Creato, la partecipazione ai percorsi di fede. Quindi, una fede che è sempre anche lotta e domanda. Inoltre, partecipativa degli interrogativi di tutti e di coloro che soffrono in tempo di guerra o di pace, a causa delle nefandezze che colpiscono l’umanità e il cuore del nostro stesso pianeta”. Tutta la creazione per padre David è “una parola d’amore sussurrata”.
Frate dell’Ordine dei Servi di Maria, resistente cristiano durante la guerra, voce sempre controcorrente e libera, ha accompagnato tutto il docufilm, attribuendogli il sapore di un suggestivo viaggio nella memoria.
Per lui, la terra risulta una parola-chiave, proprio perché il Vangelo stesso è un libro “biologico”.
“Il grido dei poveri e quello della madre terra sono un unico grido. Terra, creatura, frutti e avvelenamento, stili di vita e sopravvivenze, economia e finanza, sopraffazione e libertà, tutto è interconnesso nel grande arazzo della vita”.
Come sosteneva padre Turoldo, il vero problema del mondo non è la povertà, ma la ricchezza predatoria, perché senza povertà non c’è salvezza, possibilità di pane per tutti, non c’è fraternità o possibilità di pace, né beatitudine e felicità per nessuno. Non ci sono due crisi, una planetaria e una di valori, ma una sola. La crisi dell’economia che uccide nasce da una crisi etica e umana i cui effetti sono planetaria”.
“Questo è l’unico peccato, non aver saputo che la terra è di Dio”, scriveva, infatti, nella sua “Vigilia di Pasqua”.
La teologia poetante di Turoldo è la comunione con la natura, come dimostra anche il suo rapporto speciale con la Madre – non a caso appartenne all’Ordine è dei Servi di Maria – che è “forza operante nella terra e nel cosmo, immagine conduttrice dell’umanità nuova, archetipo di tutte le donne che stende il suo velo sulla terra devastata”.
Un riferimento costante è quello mariano, attraverso il quale comprendere anche la presenza civile di Turoldo e la sua protesta di fronte a ogni devastazione umana. Forse attraverso la militanza nella Resistenza o sul fronte dell’amore per il Creato.
Padre Turoldo ha saputo risvegliare le coscienze cercando di trovare una strada diversa e innovatrice nel suo modo di essere con la Chiesa e nella Chiesa. Anche se non sempre compreso, a volte, nemmeno dai suoi paesani.
La regia è di Chiara Grillo, musicista e direttrice della Scuola di Musica “Città di Codroipo”, in sinergia con l’Associazione Armonie e Turoldo, il circolo Lumière e le tante persone che hanno dato voce a una registrazione lunga 50 ore – ridotta, poi, al tempo del docufilm – piena di aneddoti e ricordi ancora pulsanti.
” Sarebbe bello raccontare la storia delle cantorie e della vita di ogni frazione” ha confidato la regista, molto coinvolta emotivamente, oltre che professionalmente.
Accanto a lei, Mattia Mestroni, presidente di Armonie, Enrico Valoppi, dell’Associazione Turoldo, Silvia Polo, assessore di Codroipo, Massimo Belluz di Lumière.
“In miseria la gente cantava. Ora non canta più” lo diceva già Padre David. Realtà quanto mai attuale!
Le associazioni Armonie e Turoldo hanno omaggiato i giovani lettori con un attestato e la chiavetta con il docufilm.
Venerdì 17 maggio al Visionario di Udine.