Fiaba Giallino Etciù
E’ una fiaba che lascia un messaggio ecologico e di solidarietà. Illustrata dalla pittrice Mariagrazia Papagno.
Consigliata da 3/6 anni
In fondo all’Oceano, viveva una famiglia di pesci felici: tutti erano di un bellissimo color giallo limone.
Brillavano nel buio di laggiù e sembravano semafori nel traffico dei ricci, dei cavallucci marini e delle meduse incipriate.
Nella famiglia dei pesci felici, ce n’era uno che si vantava di esserlo più di tutti: era Giallino.
Simpatico e furbacchione, prendeva la mira e viaaaa, su e giù e a zig zag, salutando chiunque incontrasse: verdi, neri, marroni, dritti, storti, per lui tutti i pesci erano amici con cui boccheggiare. Ne aveva troppi, però, e non riusciva a far visita a tutti in un solo giorno.
Per questo, Giallino desiderava avere le ali.
Maga Grisella, da sotto a uno scoglio, lo osservava. Le piaceva, Giallino: aveva un che… un modo di fare che… sì, le faceva venir voglia di strizzarselo tutto. Così, una mattina fortunata, perché lo squalo era andato in vacanza ai Caraibi, Grisella aspettò Giallino davanti alla sua tana.
«Fermatiiii» lo chiamò a voce alta, alzando la pinna destra.
«Vieni qui, ho una sorpresa per te».
«Per meeee?»
«Sììì, ho inventato una magia. Ora ci provo eh, se riuscirà, tu avrai un bellissimo paio di ali».
Giallino le saltò addosso, bagnandola tutta.
«Sìììì, ali, ali ali. Non due, quattro, otto».
«Aspetta. Non sono sicura di farcela» ribattè Grisella.
«Ma io ho fiducia in te. Se ti impegnerai con amore, ce la farai» la rassicurò Giallino. “Aabra cadaabra, zulum badalùm” e Giallino si sentì tirar su, in alto, più in alto e fin sopra le onde e… e… vide, per la prima volta, il sole e il cielo e annusò il fresco dell’aria e scoprì l’etcì.
“Etcì, etcì… sono felice anche quiiiii”.
Tornato nel fondo del mare, faceva ridere tutti con il suo: «Etcì, etciù, vuoi essere felice anche tu?»
«Sììììì» rispondevano gli amici pesci, ammirando le sue ali nuove di zecca.
E, proprio con quelle ali, Giallino, ogni giorno, andava a trovare tutti gli abitanti del mare, anche quelli che stavano laggiù, sul fondo più blu.
A un tratto, sentì una voce cavernosa: «Ehi, aiutami».
Era Uga, la tartaruga caretta-caretta di 180 anni. Era rimasta impigliata in un sacchetto di plastica e non riusciva più a respirare.
Giallino glielo tolse e, lei, riprese subito a sgambettare, più vispa che mai.
«Giallino, Giallino, aiutaci» si sentì chiamare dai suoi amici delfini, col mal di pancia, perché avevano inghiottito palloncini sgonfiati, da Gina la medusina, che piangeva perché aveva scambiato un sacchetto di plastica per sua sorella, dal pesce pagliaccio, che aveva la febbre, da Otello, il vecchio squalo martello, che non ci vedeva da qui a lì, perché aveva perso gli occhiali, da Sabrina, la cavalluccia col mal di gola, da Poldo, il polpo, che chiedeva aiuto da dentro una bottiglia di vetro.
Giallino aiutò tutti, trovò gli occhiali di Otello e portò Sabrina dal suo sposo, Pinuccio Cavalluccio, che la aspettava da cento anni.
«Torna presto a trovarci Giallino. Tu sì che porti felicità» gli dissero tutti, salutandolo con allegre pinnate.
“Il mare è fantastico” pensò Giallino, facendo un sonoro Etciù.
Quante cose poteva fare, ora che aveva le ali!