FORTE E CHIARO – dicembre 2017
Un Auditorium gremito ha reso degno plauso ai due ricercatori di “Codroipo
nel tempo”, Egidio Moro e Maurizio Zorzini, cui va il merito di dar luce
e valore alla storia della nostra città. Muniti di pass con tanto di nome
e cognome, hanno trovato posto, e con orgoglio, tanti codroipesi che si sono
perfino commossi nel vedere personaggi, ville, palazzi, gente comune che dal
1930 al 1939 ha scritto la storia di Codroipo. Lo storico Pierino Donada
ha riportato alla realtà degli anni 30, momento emblematico dato che, dal 1918
in poi, nulla fu come prima. Cambiarono i parametri economici e
professionali, i politici, l’Italia che, da paese liberale, passò al
fascismo.
Anche a Codroipo – all’epoca
Provincia del Friuli – l’ascesa del fascismo ha cambiato le istituzioni,
perfino nelle immagini. Nel 1923, appeso alle pareti delle scuole c’era il
ritratto del re. Nel 1924- 25 il ritratto del re e del primo ministro.
Nel 1925-26, il ritratto del re e del duce.
Cambiamenti rapidissimi e il
compattamento territoriale di Codroipo con Rivolto e Camino. Dal sindaco si
passò al podestà del governo. Arrivarono la radio rurale e il cinema.
La gente andava in piazza ad ascoltare i discorsi del duce.
L’espansione
portò alla guerra di Etiopia nel 1936 con la conquista di Addis Abeba. Il
re divenne imperatore. Con la Guerra di Spagna, combattuta dai volontari,
si assistette a cambiamenti psicologici, tra cui l’idea di uno che
comanda. Cambiò anche il modo di insegnare. Nel registro del 1936 della classe prima di
Biauzzo di Codroipo si legge la relazione dell’insegnante su come trattare il
numero 1. 1 solo Dio, 1 solo re, 1 duce.
All’epoca
nascevano le strutture pubbliche per i giovani, la Gil, i campi
sportivi, il sabato fascista. Nel 1937, in Germania, dal consistente
debito di guerra, andò al potere Hitler, la Polonia venne invasa, l’Italia
entrò in guerra il 10 giugno 1940.
Il prof. Donada ha consigliato
di non giudicare mai il passato in base alle categorie di oggi, ma di
lasciar parlare le immagini. Che hanno inquadrato, in quasi due ore, il
decennio 1930-39, arricchito dalle spiegazioni di Egidio Moro e Maurizio
Zorzini, che hanno altresì ringraziato chi ha dato le foto, il gruppo
alpini e la compagnia teatrale Agnul di Spere.
Adriano. Moretuzzo e Giorgio Della Longa, in rappresentanza dei gruppi
alpini, hanno poi sintetizzato il triennale lavoro di volontario ripristino del
fortino di Beano, costruzione gemella di quello di Rivolto, reso visibile e con
il ponte transitabile, dopo il taglio della vegetazione che li ricopriva. Si tratta di un fortino dalle pareti in
cemento, con cupole corazzate che potevano girare a 360 gradi, in acciaio
cementato e sei cannoni Schneider. Fu usato dall’esercito italiano fino al 1980
come polveriera.
L’appuntamento è per la prossima primavera, quando saranno proiettate le
immagini di Codroipo negli anni quaranta.
passa attraverso il movimento e la socialità.
![](https://www.pierinagallina.it/wp-content/uploads/2017/12/dottcirofrancescutto.jpg)
dei gruppi di cammino e corsa, lo ha detto a gran voce, durante il convegno
ideato dal gruppo “Chei di Codroip”, in collaborazione con la Sezione comunale AFDS, presieduta da Mauro Ciani, con il
patrocinio del Comune di Codroipo.
Anche a Codroipo è attivo il gruppo
“Chei di Codroip”, camminatori e
corridori di ogni età che si ritrovano ogni giovedì mattina, ritrovo alle 9.00,
sera, ritrovo alle ore 20.30, il primo sabato del mese, ritrovo alle 14.30,
sempre al campo sportivo.
Tutti con le magliette gialle, a sottolineare un traguardo in continua
crescita, portato avanti da 27 volontari che gestiscono con entusiasmo e
ammirevole spirito di squadra l’associazione spontanea.
Tutti uniti dal valore del movimento come antidoto all’obesità, diabete,
ipertensione, con il piacere della socializzazione e dello stare in
compagnia.
Anche
a Codroipo, dunque, camminare e correre
sono diventati una sorta di virus che genera epidemia positiva, salutare e
gratuita, sulle orme dell’esperienza di
S. Giovanni di Casarsa dove il Dottor Ciro Francescutto, ha da tempo promosso
il primo gruppo notturno di cammin e corsa.
Dopo il saluto dell’Assessore alla cultura di Codroipo, Dott.ssa Tiziana
Cividini, il dottor Ciro Francescutto ha parlato della propria esperienza e del
progetto “Cura la tua salute con stile”.
può fare di più di ciò che di crede”.
dipende, dunque, la nostra salute? “I
fattori sono: 20% la genetica, 20% l’ambiente e le opportunità che offre,
10% i medici, i farmaci, gli ospedali, 50% lo stile di vita.
evolutivo. Curare
lo stile di vita non assicura una lunga vita ma la diminuzione dei
rischi.
abbiamo svenduto il sano col buono, aumentando zuccheri, sale, grassi,
farina raffinata, privata della parte preziosa e sana.
fatto in casa con farina integrale cambia il profilo della salute insieme a ciò
che prevede la piramide alimentare ovvero 5 porzioni di frutta e verdura
al giorno.
povero. In realtà la mattina si metabolizza e a cena si accumula.
di rischio per la salute sono: età, sesso, familiarità, colesterolo,
ipertensione, diabete, obesità addominale, fumo, sedentarietà, che però non viene
percepita come problema.
il 9% delle morti premature e vari tumori.
Sono raccomandati almeno 30 minuti al
giorno di attività motoria moderata. L’Oms raccomanda di spegnere la tv e di
fare esercizio fisico, almeno 6mila passi al giorno.
movimento comporta meno infarti, meno ictus, meno tumori.
al movimento produce un impatto economico, di salute e di vita in più. Un
esempio di cambiamento stabile a zero spese è il camminare e correre insieme,
come fanno “Quelli della notte” che, da San Giovanni di Casarsa,
paese di residenza del dottor Ciro, si sono espansi a ben 38 comuni in
provincia di Udine e Pordenone, con
40mila persone mobilitate. “Se puoi sognarlo, puoi farlo” .
miracolo e a volte ci si stupisce che ci sia la salute ovvero quello stato di
completo benessere fisico e psichico più che la semplice assenza di malattia.
costruisce con il movimento che può diventare un gradevole gioco di squadra.
Gratuito, gioioso, salutare”.
sfida per il dottor Ciro Francescutto è quella di aumentare il numero dei
gruppi fino a coprire l’intera popolazione, anche nazionale. Perché, purtroppo,
sia l’Italia che il Friuli sono gli ultimi a investire nella prevenzione.