FORTE E CHIARO – marzo 2018 – Federico Savonitto
Forte e Chiaro è un mensile del Medio Friuli – marzo 2018
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fin da bambino, Federico ha manifestato interesse per il cinema, facendone poi la
professione.
molto in camper con loro.
camionista a comparsa, facchino e venditore porta a porta, ha usufruito di una
borsa di studio Erasmus che gli ha consentito di vivere un anno ad Hannover, dove
ha accumulato esperienze molto formative.
della Comunicazione, con una tesi sperimentale dal titolo “Spazio e tempo nel
film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders”. Durante il periodo in cui ha
maturato e concluso la tesi di laurea, Federico si è dedicato allo studio della
narratologia, della semiotica applicata al cinema, del linguaggio audiovisivo e
cinematografico, alla messa in pratica e alla condivisione delle conoscenze
acquisite, nell’ambito di Collego –
collettivo di giovani videomakers friulani,
presentati poi in diverse
rassegne in ambito regionale.
cortometraggio dal titolo “Scusa, stai cercando qualcuno?”, con cui ha voluto mostrare la pluralità di prospettive di vita
nel quartiere palermitano dell’Albergheria, dove egli ha vissuto lo spaesamento
del primo giorno in città. La figura surreale di Pietro Giordano, nei panni di
se stesso, esemplifica l’incontro con “l’assurdo” da parte di una
protagonista giunta in un quartiere con l’obiettivo di svolgere la sua attività
di ricerca.
nel Centro Sperimentale di Cinematografia, dove ha la possibilità di esprimere
il suo talento e il suo immaginario realizzando cortometraggi sperimentali con
una regia scrupolosa e attenta a far emergere le storie, i drammi, i
chiaroscuri. E’ autore di cortometraggi, videoclip e molti documentari, alcuni in coregia con
Ruben Monterosso.
snodi invisibili del reale, come il rapporto dell’individuo con la città, la
trasformazione dell’identità in rapporto con il mito, l’attrito tra il
quotidiano e il sogno, l’incombere della morte.
ha voluto esplorare le sue opere nella prima edizione del Festival “Crossroads” al Teatro Benois, con la
presenza dello stesso Savonitto. “La mia opera prima è “Collacqua” di 9
minuti, realizzata in Friuli nel 2005. Ci
sono molto affezionato” ha detto. Nel
2017 ha realizzato “Pellegrino” della durata di un’ora e racconta di un luogo
dove sacro, profano, natura e storia coesistono ed esercitano forti attrazioni.
Il film incrocia percorsi di artisti, nomadi, naturalisti, alchimisti e
pellegrini di differenti etnie che trovano sul Monte Pellegrino una traccia di
risposta ai loro perché. Il film è una sinfonia della città di Palermo
attraverso il narrare del suo Monte sacro che domina la costa e nasconde un
microcosmo di insospettabile armonia. E’ altresì una riflessione sul senso
dell’abitare e sul rapporto intimo che si può creare tra le persone e i luoghi.
è la storia di un uomo, Nino Gennaro, drammaturgo dai molti volti che emerge
attraverso l’esplorazione della memoria delle persone che lo hanno conosciuto.
“Paesaggio Pirandelliano” di 7 minuti. Per Pirandello la vita è un magma. Tutto ciò
che si cristallizza, comincia a morire. La terra dell’anima del poeta è in
perenne mutamento. Il racconto audiovisivo va alla ricerca degli elementi
poetici di Pirandello e del conflitto tra il continuo muoversi della vita e la
fissità immutabile della forma che rimanda poi alle sue parole.
Borgese, tratta dal titolo di una sua novella del 1925. E’ un viaggio sulle tracce dello scrittore-viaggiatore,
incrociando gli autori che gli fecero da maestri, compagni, discepoli o estimatori. Savonitto ne ha incontrati alcuni, nel suo
viaggio da Polizzi Generosa a Chicago, da Fiesole a Berlino. E la storia è
quella di un uomo sempre in viaggio, inquieto, appassionato, assetato di
conoscenza, perennemente in cerca di un equilibrio interiore e di una direzione
salda.
lavoro ma sono anche il coronamento del suo immaginario condito di realtà e di
storie intense, a volte drammatiche, scandite da straordinari
chiaroscuri che nel movimento della cinepresa e nella danza delle parole
trovano il loro senso e condivisione.