PUGLIA PESCHICI Hotel paglianza 25 luglio -1 agosto 2020

PUGLIA PESCHICI           Hotel Paglianza             25 luglio-1 agosto 2020

PUGLIA PESCHICI Hotel Paglianza 25 luglio-1 agosto 2020

In Puglia, a Peschici all’Hotel Paglianza, una settimana, in gruppo, con Abaco Viaggi.

C’è la Puglia  delle vacanze, quella del mare cristallino del Salento e delle scogliere bianche  a picco sul blu del Gargano.

Ma cè anche la Puglia che, grazie al sole e alla luce che sembrano non abbandonarla mai – e quando lo fa si commiata con tramonti da sogno – va bene tutto l’anno. Lunghissima – ben 400 km – è difficile da ingabbiare in una sola cornice. Si può provare a disegnarne le spiagge, nascoste tra le tinte verdissime del Gargano. La si vedrà spiccare sui gialli della campagna e sui toni  blu tra cielo e  Mediterraneo.

E qui ci si ferma, con Abaco Viaggi e le sue vacanze mare, in questa settimana capitanato da Giada Maria e da Marco, driver del pullman Monego: a Peschici, baia di Manacore con Hotel Paglianza  e Rodi Garganico con Hotel Baia Santa Barbara.

Per la mia prima volta all’Hotel Paglianza, posso dire di volerci tornare, per accoglienza, visuali, confort.

Luogo ideale di partenza per le isole Tremiti, Vieste, Vico del Gargano. E una magica avventura in Jeep nel Parco Nazionale, con Giuseppe Fasanella. Guida naturalistica, egli è  capace di iniettare una overdose di entusiasmo e rispetto per la natura.

27 luglio 2020: Visita guidata di VIESTE (Foggia).

Una delle città più antiche della Daunia, anche se incerte sono le sue origini. Secondo la leggenda sarebbe stata fondata addirittura da Noè, che qui sarebbe sbarcato e vi avrebbe seppellito la moglie Vesta (da cui il nome della cittadina).

Il borgo medievale  si snoda tra stradine strette e tortuose, fra le case bianche, dai piccoli usci e dalle ripide e anguste scalinate, che di tanto in tanto sono unite da esili archi. Caratteristico simbolo della città  è il celebre monolito Pizzomunno,  25 m a ridosso della spiaggia “del Castello”.

La leggenda vuole che rappresenti un pescatore, così tramutato dagli dei marini gelosi del suo amore ricambiato con Cristalda, una bellissima fanciulla, figlia di un dio del mare,  a sua volta incatenata nelle profondità marine.

Per intercessione di altri dei, impietositi di fronte all’amore eterno giurato tra i due ragazzi, ogni cento anni, nel plenilunio di agosto, la donna viene liberata dalle catene per incontrare il suo amante, ridiventato uomo.

28 luglio 2020: Safari in jeep nel parco Nazionale del Gargano, reso indimenticabile grazie alla  guida naturalistica Giuseppe Fasanella di Agrifoglio Tour, la cui competenza e simpatia hanno amplificato il valore dell’esperienza. Dentro la natura, tra boschi e antiche masserie, a incontrare  pastori, mucche podoliche, panorami mozzafiato, la Foresta Umbra con la meravigliosa faggeta vetusta e, per finire in bontà,  degustazione di prodotti tipici in masseria, o “case di massi”, fabbricati rurali autosufficienti, tipici di questa zona della Puglia. Natura, cultura, avventura fatte emozione!

30 luglio 2020: ISOLE TREMITI: il fascino deriva dalle acque blu e profonde dell’Adriatico che le circonda. La bellezza e il carattere incontaminato dei paesaggi e la limpidezza delle acque, hanno regalato a questo arcipelago il nome di “Perla dell’Adriatico“.

Le Isole Tremiti distano circa 10 miglia dalla costa garganica e si presentano con paesaggi contrastanti e variegati.  La trasparenza del mare esalta e amplifica la varietà dei colori. Si alternano fondali  e pareti sottomarine che aspettano solo di essere esplorate.

L’Arcipelago comprende cinque isole:  San Domino, la più grande, dedita principalmente al turismo. Qui è presente l’unica spiaggia sabbiosa dell’arcipelago (Cala delle Arene);  San Nicola, sede dell’attività amministrativa, luogo in cui risiede la maggior parte della popolazione. È il gioiello storico-artistico dell’arcipelago;  Capraia,  completamente disabitata. Prende il  nome dalle piante di capperi di cui è ricca;  Pianosa, distante una ventina di chilometri dalle sue “sorelle maggiori”, si presenta come un pianoro roccioso in mezzo ai flutti del mare, anch’essa completamente disabitata;  Cretaccio, gigantesco cumulo di creta incastonato tra San Domino e San Nicola. occhi sazi, gratitudine felice, ricca stanchezza.

31 luglio 2020: VICO DEL GARGANO,  un cuore di pietra antica,  a sei km dal mare e nel cuore della Foresta Umbra, tra i Borghi più Belli d’Italia. Questo è il regno della roccia che si fa portale, stemma, scalinata scoscesa e campanile, in un suggestivo presepe fatto di comignoli e tetti rossi.  
Il centro del paese, dominato dal castello e dalla grande cupola della Collegiata dell’Assunta, è il Rione Civita, un trionfo di pietra, tra comignoli, portali intagliati, scalinate scavate nella roccia, trappeti ipogei, archetti e capitelli. Vale la pena perdere l’orientamento nelle stradine tortuose, esplorare i quartieri medievali Terra e Casale, per lasciarsi incantare dal profilo raffinato di Palazzo della Bella o ritrovarsi in Vicolo del Bacio, tappa imperdibile per gli innamorati, e non solo. Qui, si ha l’impressione che il tempo non si sia mai fermato!

L’ULTIMO TRABUCCO funzionante: Baia di Manacore, Peschici

Puglia – Gargano: Baia di Peschici, loc. Manacore (Foggia).  Ho avuto l’onore di entrare, in punta di rispettosi piedi,  nell’ultimo trabucco funzionante e di respirarne la salsedine.

I trabucchi, patrimoni monumentali dell’umanità,  sono le ingegnose macchine da pesca in legno costruite per poter pescare quando non esistevano i pescherecci, capaci di sfamare generazioni di “trabuccolanti” e compaesani. Secondo alcuni storici pugliesi, sarebbero un’invenzione importata dai Fenici. Grazie ai “trabocchetti”, i pesci entravano nelle grandi reti chiuse da tre lati e appoggiate nella sabbia. Così venivano imbrogliati,  dato che, se si fossero accorti delle reti, se ne sarebbero allontanati. Dalla spiaggia di Manacore, nella frastagliata costa del Gargano, all’estremo lembo nord della Puglia,  se ne vedono due. Il trabucco di sinistra, davanti alla torre saracena, è ridotto a scheletro. Quello di destra, detto “Furcichella”, pur bisognoso di manutenzione, è ancora pulsante, produttivo: vivo. Più volte al giorno, fin quando c’è pesce, si anima nel momento di tirar su il pescato, in un rito che si ripete da quando è stato costruito, 90 anni fa.  ll sistema di argani, tiranti, reti, corde e antenne, azionati da due o più persone, mette in moto la macchina da pesca, fa girare velocemente gli arganelli collegati alle reti,  per chiuderle,  imprigionare i pesci, raccoglierli in un retino, e ributtarle giù.   A coordinare le sapienti manovre, con precise indicazioni, c’è un uomo: magro, berretto con frontino nero, maglietta a mezze maniche blu stantio. Ha un viso ramato, rilassato, ricamato dal tempo,  ribelle ma felice: è Giuseppino Marino, 87 anni, ultimo pescatore di trabucco del Gargano. Seduta su esile panca di legno, sua moglie da 57 anni e coetanea, Michelina, lo osserva e tace. Sotto gli occhiali spessi e la corona d’argento sul viso, gli regala lo sguardo vigile e innamorato. Giuseppino, Giuseppein per lei, se ne compiace mentre, con affabili modi, descrive il trabucco: 300 mq, appartenuto a suo padre e, ancor prima, a suo nonno. «È una cosa meravigliosa! Una macchina per pescare costruita quando non c’erano né barche né canne. Trabucco vuol dire trabocchetto ai pesci: significa imbrogliarli, insomma. Se la giornata è buona, vedesse quanti se ne tirano su… Ma, se il mare è argentato, anche il pescato è magro. Aah!»  Gesticola con le mani, le stesse con cui manovra ingranaggi, dà ordini, cuce reti e costruisce incredibili trabucchi in miniatura. Li espone nella sua piccola dimora, in una stanzetta dove un lungo tavolo foderato di plastica a tema marinaro è sempre pronto all’ospitalità. Giuseppino Marino non fa mistero della sua intenzione di dismettere il trabucco. «Io mi sono fatto vecchio. Ho tanto lavorato, sapevo fare di tutto.  Sto bene qui, ma chi mi dà i soldi per mantenerlo?»  Sospira, sorridendo sotto la barba di un giorno. «Che, la vuole un po’ di frittura?» chiede. «Grazie, ma sto in hotel.» «Fa niente. La aspetto domani. Così mi aiuta a tirar su le reti. Magari le racconto un po’ di cose. Sono famoso io, sa? L’altro giorno è venuta la Rai a intervistarmi. Sa che sono stato un attore? Ero il ladrone in croce nel film “Gesù Cristo” del 1953. Sa quanti libri sono stati scritti su di me? Tanti, non so nemmeno io quanti. Ho girato il mondo, io, ma solo in fotografia. Eeeh, sapesse quanti sono venuti qui a fotografarmi! Dai, facciamo anche noi una foto o un filmino, come vuole lei».

Il sorriso fanciullesco gli illumina le pupille, rivolte al suo Adriatico. È argenteo, come lui, Giuseppino Marino, l’ultimo “trabuccolante” del Gargano, capace di gustare con gli occhi e il cuore il mare della vita, incurante del vento e della salsedine.

Cosa mi ha lasciato la Puglia del Gargano? La magia degli ulivi monumentali, l’Adriatico scintillante, i borghi dell’entroterra. Inoltre,  il Parco Nazionale e la Foresta Umbra o ombrosa dove si nascondevano i briganti, gli stessi che Garibaldi aveva assoldato tra i “mille”.

Storia e memoria strette a pugno, a difendere una terra generosa, dove la gente ha il sorriso tatuato nella cordiale accoglienza.

Puglia senza pelle, rigogliosa delle sue ricchezze: non per niente, la Regione più bella al MONDO.

www.abacoviaggi.com
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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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