GLI AMORI DI IPPOLITO NIEVO a cura della Prof. Carmela De Caro – Camino al T (UD) 9 aprile 2016
Prof. De Caro e Cristina Pilutti, assessore cultura
Carmela De Caro, ricercatrice appassionata di eventi sconosciuti perché tenuti
nascosti negli archivi e nelle dimore private, ha delineato un quadro preciso e
documentato delle donne che avevano fatto innamorare il Nievo, morto tragicamente
a soli trent’anni, in Sicilia, dove era stato mandato a recuperare le casse con
oro e documenti dell’impresa dei Mille, di cui era tesoriere. Amori di cui si
sa poco in effetti e svelati durante la serata, con dovizia di particolari. Ma
come era Ippolito? Magro, dato che non mangiava volentieri, pallido al punto da
intravvedere sul viso i peli della barba. Perché era legato al Friuli? La madre
Adele era figlia della contessa Ippolita
di Colloredo di Monte Albano sposata, in seconde nozze, con Antonio Nievo. Adele ricevette in dote
terreni a Colloredo e, da donna colta ed emancipata qual era per i tempi, li amministrava saggiamente fin dall’età di
22 anni. Ippolito amava poco il castello e preferiva seguire il fattore che
abitava tra Varmo e Camino. Non stava
bene con i nobili del castello, preferiva stare con la gente. Da piccolissimo
veniva con la madre a San Martino, dai nobili Di Prampero dove scrisse la
novella “Il Varmo”. Lì giocava con Pisanina
Di Prampero ( 1837-1858) che sarà la
protagonista delle “Confessioni di un italiano” dove Nievo tratteggia sempre i giochi tra bambini. Non è dimostrato un probabile amore tra i due.
Si sa che era frizzante, controcorrente, che sposò Luigi Chiozza e che morì a 21 anni, il 31 marzo 1858,
di parto. E’ sepolta a Udine, nel
cimitero S. Giovanni, nella prima arcata a sinistra, in una tomba seria,
imponente. La critica si chiede Pisana, qual è tra le donne che Nievo ha amato?
La risposta è “Tutte”. I suoi amori? Il primo fu per Matilde Ferrari, 1830-1868,
che Nievo conobbe a Mantova, nella villa di Attilio Magri, suo amico di sempre,
che muore suicida nel lago di Como. Matilde era arcigna, magra, con capelli
castani. Andava a farle visita, in salotto, suonava il pianoforte e cantava.
Era molto geloso di lei e, di notte, andava a vedere se lei ricevesse altri
uomini. Le scriveva tante lettere ma lei rispondeva a monosillabi. In due anni lei non gli
rispose mai. Un giorno, Nievo assistette, non visto, ad un dialogo tra Matilde
e la madre che, mentre passeggiavano, le disse “Devi trovarti un partito
migliore”. Nievo la lasciò senza spiegazioni. Ha 20 anni e, soffrendo, scrisse “Antiafrodisiaco
dell’amore platonico”.
il suo nome. Il secondo amore fu Beatrice, contessa di Magenta, nata nel 1832.
Fu un amore grandissimo, pazzo, perché lei era sposata con Carlo Gobio, cugino acquisito
di Nievo. Ma non esiste traccia di questo amore. Le scrisse 61 lettere cui lei
non rispose mai. Bice o Beatrice era seria, stava sempre in casa, era malata di
tisi fin da bambina. Stava a Mantova e a Bellagio, sul lago di Como dove oggi c’è
l’Hotel Suisse. Forse a causa di questo amore Nievo si arruolò nei Mille, con
Garibaldi. E, per tornare da lei, salì
sul piroscafo sbagliato dove trovò la morte. Era una nave per merci che faceva
spola tra Messina e Napoli. Trasportava con sé due casse e registri. Dato che
Cavour aveva accusato Garibaldi di rubare soldi, egli mandò Nievo a portargli i
registri su cui annotava ogni spesa.
1861. Bice, disperata, ebbe un altro bambino, poi morì.
nella camicia rossa di Nievo, nel 1863.
mondo straordinario dopo averlo toccato e amato, conoscendo bene i personaggi.
di rimaneggiare le sue opere mentre Manzoni ha impiegato 20 anni per la stesura
finale dei Promessi Sposi.