Il mio libro 1° classificato a OPERA UNO
COME AEREI DI CARTA
di Pierina Gallina
Edizioni Andrea Moro
http://operauno.wordpress.com
In questo volume, risultato vincitore del concorso letterario indetto
da Opera Uno, l’autrice ha raccolto poesie, fiabe e racconti scritti
nel corso di 15 anni, dal 1993 al 2008.
Nelle poesie di Pierina Gallina si avvertono emozioni profonde, tutte
legate ad un vissuto interiore variegato, nel quale gli affetti sono
predominanti ma l’attenzione verso le vicende del mondo e della vita
sociale è sempre viva. A versi fascinosi che esaltano la dolcezza
dell’amore si alternano, quindi, versi malinconici che esprimono a volte
anche inquietudine e rabbia nei confronti delle ingiustizie. Sono
poesie gradevoli, coinvolgenti e ricche di umanità.
Così, all’inizio del libro, Pierina Gallina presenta la propria opera:
“In cinquemila giorni cinquanta gomitoli di Versi hanno spiccato il Volo… come aerei di carta. Liberi. Hanno i colori di chi amo… di chi mi ha lasciato ma non abbandonato… di chi ancora non conosco ma so già che amerò perdutamente… Mi sento creatura prediletta.“
Una poesia tratta dal libro:
FUOCO PROIBITO
Mi metto un cappotto di sassi
per nascondere il fuoco
che arde nel mio corpo
così possente, miracoloso, vivo.
Mi metto un mantello di vento
per contenere la rabbia
che esplode nel mio sangue,
ribelle alla bufera,
folle per non tradire,
bollente per non morire.
Mi metto un velo rosso di vergogna
per spegnere l’impudenza
dei pensieri proibiti
dal buonsenso comune,
dal perbenismo compassato
che mi vuole brava e seria.
Sparo valanghe di pallottole
contro chi mi mette in scatola
e sigilla il mio cuore
per non farlo cantare.
Intervista con Pierina Gallina
Pierina GallinaPierina Gallina ci parla della sua attività letteraria.
“Come aerei di carta”: perché ha scelto questo titolo per il suo libro?
Gli aerei di carta sono leggeri, di solito non riescono a spiccare il volo. Dopo la timida esibizione cadono a terra e, spesso, vengono dimenticati lì, calpestati da scarpe distratte, sciupati dalla pioggia o alzati dal vento per finire chissà dove. Sono soggetti al volere altrui e non hanno voce.
Quali sono i motivi ispiratori delle sue poesie e dei suoi racconti?
La VITA. Quella vera, quella che pretende l’energia, che va avanti nonostante tutto, che fa sciogliere di emozione e diventare mattoni per la rabbia e l’ingiustizia. Quella del dolore, dell’affanno, della delusione. Ma anche quella di bimbi che nascono, di pianti di gioia, di semplici certezze che la felicità esiste.
Si sente più poetessa o più scrittrice?
Mi sento un puzzle fatto di tanti tasselli, diversi tra loro, a volte opposti. Mi piace provare, fare tante esperienze. E tutte si traducono in materiale di cui scrivere. Con urgenza, con caparbietà. Il tempo è pochissimo. Così la poesia è più economica. Poi ci sono gli articoli giornalistici, pure sintetici. E poi il dono di regalarsi più ampio respiro per comporre racconti, diari di viaggio, reportage. Solo solleticato, per ora, il progetto di un romanzo, ancora troppo costoso in termini di tempo. Ma, in fondo, mi sento più poetessa.
In quali momenti si dedica alla scrittura? Come concilia la scrittura con gli impegni quotidiani?
E’ sempre stato difficile conciliare… Più verosimile è il “furto” di tempo al sonno, o fughe clandestine dalla tirannia degli obblighi e dei doveri. Sentendomi in colpa per pentole bruciate o attività di routine non portate a termine oppure con il magone di percepire negli altri che scrivere equivalga a perdere tempo. Fino a convincermi che ciò sia vero e quindi, spesso, a lasciar perdere. Ma la scrittura è un’esigenza e chiama sempre. E’ una voce, una pulsazione, un’urgenza.
Cosa significa per lei scrivere?
Scrivere è come respirare. Non so farne a meno. Ed è sempre stato così. La mia vita è racchiusa in diari gelosamente custoditi. Una giornata non può chiudersi senza che l’abbia fermata sul quaderno. E in quei momenti ci scappa una poesia. Senza secondi fini. Solo per me. Un regalo che mi faccio. Qualsiasi evento della mia quotidianità io lo devo descrivere su un piccolo quaderno che ho in borsa o in un luogo accessibile. Devo fermare ciò che mi colpisce o ciò che provo! Così come sento l’esigenza di fotografare ciò che vedo. Per me è indispensabile documentare in parole e immagini quasi ogni tassello di Vita che altrimenti andrebbe sprecato o, peggio, cancellato dalla memoria.
Si dice che i poeti abbiano “la testa tra le nuvole”: secondo lei c’è un fondo di verità in questa affermazione?
Assolutamente sì. I poeti hanno almeno un occhio in più e un cuore che batte più in fretta. Non si può chiedere loro di essere sempre realisti, sempre prevedibili, sempre note intonate. I poeti hanno le farfalle nello stomaco e nei pensieri. E, come loro, devono volare. Il problema sta nel fatto che quelle ali spesso vengono sciupate o imprigionate in morse d’acciaio.
Nelle sue poesie si avvertono diverse sensazioni, a volte dettate dalla dolcezza dell’amore, a volte dalla malinconia o dalla rabbia. Quali emozioni sono predominanti nella sua ispirazione? Perché?
Sicuramente la dolcezza dell’Amore che però può diventare rabbia, dolore, delusione. Ogni emozione ha bisogno di uscire dal chiuso della mente. Ha bisogno di trovare ali per risolversi o urlare. Le ali sono le parole. Le parole sono la Libertà. Cosa c’è di più grande?
La poesia coltivata come passione, nel leggerla o nel comporla, può aiutare a vivere meglio? In che modo?
Il poeta è fortunato perché gioca con le parole e alla fine si ritrova faccia a faccia con loro. Che tornano sempre da lui. A consolarlo, a rimproverarlo, ad accarezzarne le malinconie. Le parole sono le confidenti, le amiche fidatissime. Che non tradiscono. Mai. Questa certezza aiuta sicuramente a vivere meglio, se non altro con se stessi.
Quali soddisfazioni ha ricavato dalla scrittura? E quali si aspetta per il futuro?
Le soddisfazioni sono le emozioni che le persone che mi leggono provano. Esse si rivedono nelle situazioni che descrivo e vi trovano le parole che non sarebbero state capaci di dire. La prima soddisfazione sta nel fatto che qualcuno legga ciò che scrivo. La cosa più difficile è trovare chi è disposto a fermarsi e leggere.
Con i suoi scritti intende lanciare dei messaggi al mondo? Quali?
Io scrivo in vari modi, spaziando dai testi narrativi, alle poesie, ai reportage di viaggio fino ai redazionali per i giornali. Il mio stile va a braccetto con la sintesi e la ricerca del cuore del contenuto. Essere anche giornalista mi aiuta a bilanciare l’esigenza dello scrivere con il tempo, sempre troppo breve. Ma non scrivo per lanciare messaggi al mondo. O, almeno, non mi sono mai prefissata di farlo.
Anonimo
Maestra Pierina,come sempre le tue parole mi fanno riempire gli occhi di lacrime e contemporaneamente sorridere…Silvia.