Il nuovo Paese, magazine di cultura del Medio Friuli Febbr 25

Il nuovo Paese, magazine di cultura del Medio Friuli Febbr 25

Il nuovo Paese, magazine di cultura del Medio Friuli Febbr 25

Il nuovo Paese ha sede a Codroipo (Ud) ed è una testata giornalistica che tratta di cultura, società turismo. Ecco gli articoli che ho scritto sul numero di gennaio-febbraio 2025

LE MIE ORME NEL MONDO

 INDIA, IL SETTIMO CIELO

Ha il profumo del gelsomino e del curry, il suono di tamburi, i colori intensi del sari e il respiro di milioni di preghiere. Ha il corpo di donna, l’India! La testa eretta, le braccia spalancate, il petto nutriente, il ventre fecondo, le gambe immerse nell’Oceano. A nord le montagne maestose, al centro il deserto, tutt’intorno il mare narrante storie senza tempo. Ogni cento chilometri tutto si trasforma: colori, lingue, sapori, destini.

Ma cos’ha di diverso, l’India? La fede profonda, che viene prima e sopra di tutto. Il karma che guida ogni esistenza, la cultura colorata, la lentezza che insegna. Per attraversare cento chilometri possono volerci tre ore. Tre ore immerse tra verdissime campagne e città pulsanti, dove il caos è armonia segreta, tra risciò, tuk-tuk, motorini, mucche sacre, e cani, bambini scalzi, sguardi profondi. Qui, l’orologio si arrende.

È immensa, l’India, e ricca di un tutto che pervade anche chi non ha nulla di materiale. Ti osserva  con il suo Namasté, ovvero “Saluto il divino che è in te“. Mani giunte, un inchino, e già ti senti parte di qualcosa di grande. Sembra sussurrarti: “Accetta la vita così com’è e affidati a qualcuno che sta in alto.”

Si dice che per raggiungere il settimo cielo bisognerebbe andarci sette volte. Ma una sola basta per capire che non è un luogo fisico, ma una dimensione dell’anima.

Ci può essere dunque un pezzo di India per ognuno? Con i suoi 330 milioni di dèi e un popolo solo, 104 parchi naturali e un miliardo e mezzo di abitanti, lei pazientemente aspetta, sorride e risponde: “Sì, è possibile!”

Diversissima in ognuno dei suoi 28 stati, per tutti è tre Madri: Madre Terra, Madre che ha dato la vita, Madre India. In quattro viaggi, ho lasciato le mie orme soltanto in sei stati: Haryana, Rajasthan, Uttar Pradesh con Varanasi, Madhya Pradesh al Nord; Tamil Nadu, la regione dei templi indù, e Kerala, la “Terra degli Dei”, al Sud.

L’India è così, e tale resta. Ti entra nel cuore, nei polmoni, nello stomaco, perché conosce il tuo intimo più segreto e ti trasforma con gentilezza. L’ho scoperto in ogni passo, in ogni sorriso, in ogni contrasto.

Una volta che entri in lei, tutto cambia e vedi il mondo da un altro punto di vista: da dentro di te. Perché l’India è potente umanità che ti scuote, una presenza che non dà risposte, ma accende domande. Ha uomini e donne di grande cultura, che parlano molte lingue e che fanno dell’accoglienza e del rispetto uno stile di vita. Mai ti senti uno straniero, perché, per il solo fatto di essere lì, sei uno di loro.

Un saggio dice: “Se non è la tua tazza di tè, non berlo“, ovvero non giudicare. E l’India non vuole essere giudicata. Anche per questo, andarci non può essere solo un viaggio. Semmai è una chiamata, un film tridimensionale da vivere con tutti i sensi: mistero e fede, povertà e splendore, contrasti che tolgono il fiato e futuro già presente.

E poi ci sono le donne. Quelle moderne, in motocicletta, il cellulare come estensione della mano. E quelle antiche, con la testa portaoggetti, scalze, in fila indiana o accovacciate lungo i fiumi. Con la luna che brilla negli occhi e i corpi disegnati dal vento.

Ripensando ai miei passi in India, sento solo gratitudine. Lì, dove il fuoco trasforma e l’acqua purifica, ho lasciato una parte di me e ho trovato un mondo intero. Perché lì, davanti alle pire sul Gange, ho avuto la prova che siamo tutti uguali: Maragià e Mendicanti.

Ma ci sono segreti che l’India non mi ha ancora svelato. Spero mi aspetti alla prossima chiamata!

 

CODROIPO

GINO SAMBUCCO, IL PANETTIERE FOTOGRAFO CHE PORTA LE DOLOMITI A BUENOS AIRES

Gino Sambucco, fotografo e panettiere, apre il 2025 con una straordinaria mostra personale a Buenos Aires. Curata dal critico internazionale Salvo Nugnes e dal dr. Marcel, già alto funzionario del Ministero della Cultura, la mostra è ospitata presso il prestigioso Centro di Cultura, dove ha già conquistato pubblico e stampa, consolidando Sambucco come una delle voci più apprezzate dell’arte contemporanea.

Originario di Codroipo, dove è nato nel 1952 e vive tuttora, Gino è conosciuto anche per il panificio e pasticceria di famiglia in Via 29 Ottobre, una tradizione che risale al 1665, come testimonia l’antico albero genealogico. Ma il suo talento va oltre la farina: Sambucco usa le mani anche per catturare la magia della vita e, soprattutto, delle sue amate Dolomiti.

La passione per la fotografia, mai abbandonata dal 1968, nasce quando, da ragazzo, marinava la scuola per immortalare prima le montagne friulane, poi quelle bellunesi. Consegnando il pane, si fermava incantato a osservare i profili delle cime, scoprendo in esse volti quasi umani che, ancora oggi, lo emozionano profondamente. Con oltre ventimila foto digitali nel suo archivio, senza contare le precedenti, Gino ha costruito un patrimonio visivo unico.

Oltre che fotografo, Sambucco è memoria storica di Codroipo: un appassionato narratore di persone ed eventi che hanno segnato la storia del comune, molti immortalati dai suoi scatti. Tra i suoi ricordi fotografici emergono figure iconiche come “Checo Mat”, il poeta A. Giacomini e lo zio “Tarzan”.

Le sue fotografie, cariche di poesia e fantasia, lo hanno portato lontano. Tra i riconoscimenti spiccano il Premio Pasolini a Spoleto Arte, presentato da Vittorio Sgarbi e Francesco Alberoni, e le mostre “Oltre la realtà, la fantasia” a Belluno e Milano, dove pubblico e critica hanno apprezzato la sua capacità di unire immaginazione e divertimento.

Con il titolo “Mitici&Dolomitici”, Sambucco ha riunito molte sue opere, immortalando giochi di luci e ombre sui pendii delle cime, profili che sembrano evocare visi o animali scolpiti nella roccia e nella neve. Le sue immagini, raffinate anche grazie a tecniche come la pittografia, coinvolgono lo spettatore in un viaggio di sogni e fantasia, suscitando emozioni profonde.

Con la mostra a Buenos Aires, Gino Sambucco conferma il suo ruolo di ambasciatore delle Dolomiti nel mondo, portando la bellezza delle sue montagne sotto i riflettori internazionali.

CODROIPO (Ud)

 Benois Sold Out per Toni Capuozzo e l’ultimo libro “Vite di confine” 

 Tutto esaurito al Teatro Benois per la serata dedicata al giornalista friulano Toni Capuozzo e al suo libro “Vite di confine”, curata dal Caffè Letterario Codroipese, presieduto da Luisa Venuti.

Capuozzo ha acceso i riflettori sul confine più piccolo del mondo, tra Gorizia, capitale della cultura 2025, e Nuova Gorica, luogo di transito dove si confrontano due popoli diversi, l’italiano e lo sloveno. Dal suo libro – edito da Biblioteca dell’Immagine – ha letto di guerre, di campi di concentramento, di vite spezzate, di donne, di Riccardo Di Giusto, il primo caduto in guerra nel 1915 e di Augusto Piersanti, l’ultimo, il 4 novembre 1918, a Paradiso, il giorno prima della liberazione.

Alla sua voce, roca e suadente, ha fatto eco la fisarmonica di Sebastiano Zorza con le improvvisazioni narranti storie e persone, mentre l’Isonzo e Ungaretti infilavano perle di poesia.

L’intervista di Paolo Mosanghini, vice direttore del Messaggero Veneto, ha toccato i temi dell’attualità, da Trump all’Israele, dalla Russia all’Ucraina, rispondendo anche alle domande del pubblico.

L’arguta sintesi di Capuozzo ha fatto centro, lasciando margine alla riflessione. “La cifra della nostra epoca è l’incertezza.  L’Europa è un continente vecchio, debole, con la guerra a est, la polveriera a sud e l’America pronta a schiacciarla.
Il nostro paese è bello, ma marginale. Viviamo l’età in cui dobbiamo essere preoccupati, sapendo che vi sono meno certezze che in passato. Dobbiamo addestrarci all’incertezza di un mondo precario ed essere felici della nostra situazione, che, pur con delle pecche, funziona.
In controtendenza rispetto ad altri stati nel mondo abbiamo ereditato pace e benessere, siamo fortunati. Possiamo difenderci solo con la mentalità critica.”
Messaggio diretto, saggio e sincero quello di Capuozzo.

 

 

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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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