IL PAESE: Magazine di informazione e cultura del Medio Friuli: ottobre 2018
NON SONO PIU’ RISPETTATI?
Le scuole stanno per riaprire le porte a migliaia di studenti
di ogni ordine e grado.
infatti, un vecchio proverbio diceva ai genitori “Figli piccoli pensieri
piccoli, figli grandi pensieri grandi”.
Non solo per i genitori ma anche per
chi sta dall’altra parte della cattedra ovvero maestri e professori. Molti sono coloro che aspirano alla pensione
perché “Non ne possono più” e molti altri che sognano un posto fisso come
docente.
ovvero di colui che insegna sta diventando sempre più difficile, non per il
carico di lavoro in sé ma per l’intolleranza e quasi violenza di allievi e
genitori sempre più frequenti. A volte scioccanti. Episodi di allievi che danneggiano le auto
dei professori, fanno loro sgarbi di ogni tipo, manifestano una disistima
generalizzata che arreca danno a chi dovrebbe imparare e a chi viene messo
nelle condizioni di non poter insegnare con serenità e obiettività.
ragazze studiosi, educati, impegnati anche nel sociale che stimano e
collaborano con i loro insegnanti.
Ma ciò che inquieta sono i fatti di cronaca
e il video di qualche mese fa che mostrava un ragazzo che pretendeva sotto
minaccia un sei dal suo professore, mettendolo addirittura in ginocchio. Tutto
ciò, naturalmente, davanti alle risate e alle riprese dei compagni che, anziché
intervenire, diffondevano in diretta ciò che stava accadendo, con quella boria
da protagonismo che tutto fa fuorché il bene. Confesso che ho provato e provo rabbia,
compassione e tanta preoccupazione. Per
i ragazzi che non riescono a distinguere ciò che sta nell’etica e ciò che ne è
la deviazione e non hanno il minimo senso critico.
Per chi insegna, che si
trova ricattato e imprigionato in ogni azione educativa. Non si può più
bocciare senza il consenso dei genitori e allora si mandano avanti alunni che
non ce la faranno a stare al passo degli altri, semplicemente perchè non hanno
compreso le nozioni di base o perché hanno lievi difficoltà risolvibili solo in
tenera età.
C’è la gara tra i genitori alla rincorsa dei voti più alti per i
loro figli e al conseguente giudizio degli insegnanti che li attribuiscono. Se
i voti sono alti o altissimi, tutto va bene. Per quelli sfavorevoli “Si salvi
chi può”.
scuola io. Ogni loro parola o giudizio era legge, da rispettare e stimare.
valore, no, non lo accetto.
Non solo per
il fatto che anch’io sono stata insegnante, e della scuola più formativa ovvero
la Scuola dell’Infanzia, ma soprattutto perché si perde la strada che porta
all’educazione, alla cultura, all’istruzione, all’etica.
insegnanti, non ha il piacere di imparare per sé stesso, per poter affrontare
la vita con dignità?
civico?
altri. Nella barca ci siamo tutti e, per
primi i nostri figli e i nostri nipoti, quasi naufraghi nel mondo virtuale
dove tutto si può avere e sapere subito con un semplice click, e pure
gratis.
tutti” e, per quieto vivere, chiudiamo entrambi gli occhi e troppo spesso diamo
l’esempio.
tutto e tutti, dando loro sempre ragione, negando spesso perfino l’evidenza dei
fatti.
voti e compiti oppure delegano loro completamente l’educazione. E li aggrediscono
sui campi da gioco e negli sport, pretendendo a ogni costo figli campioni,
troppe volte contro la loro volontà e costringendoli in attività non congeniali
alla loro intelligenza.
dannosissimo per le nuove generazioni che soffrono di ansia da prestazione e
facilmente cadono nei casi di bullismo, droga e suicidio.
per molti miei insegnanti, e il “Tutti in piedi”, maestro compreso, quando
entrava in classe il Direttore – Venier nel mio caso. Eppure quell’autorità mi dava sicurezza, mi
faceva sentire presa in carico e portata verso un domani sicuro nel nome della
cultura.
abitudini.
“Balene blu”, le violenze ramificate mi preoccupano e non voglio rassegnarmi né stare a guardare
e liquidare la questione con “Che ci vuoi fare…”