iL PAESE febbraio 2016
AL TAGLIAMENTO O CODROIPO-CAMINO?
venirci apposta, attirati da una porzione di Friuli ancora fedele a se stessa,
decantata da poeti e scrittori, dipinta
su quadri di pregio o intagliata su lastre di rame lucente. Descritta da voci e
mani innamorate. A Camino la vita si
vive. Difficile parlarne. Ancor più scriverne.
Perché è paese di un Friuli modellato dolcemente. Verde, con filari di
viti, granoturco, acqua, pace e silenzio. Case coloniche e villette,
agriturismi, cantine e locande, ciottolato su cui passeggiare ammirando gerani
in fiore.
cancellate dalla frenesia e dalla confusione. Certo, anche qui il progresso ha
lasciato l’impronta ma l’anima del
passato e della gente è sopravvissuta. Intatta. Ed è l’anima di chi vuole
ancora camminare scalzo sui sassi del Tagliamento, il suo fiume amato e temuto
in un lontano passato, giocare con i maggiolini nelle sere d’estate. Di chi è
riservato di carattere ma è il primo ad accorrere se qualcuno ha bisogno. A
Camino si può andare alla sagra paesana “ del Toro e del Vino” e ammirare le
evoluzioni sulla cuccagna orizzontale
sul Varmo, il suo fiume. O ad ascoltare
i concerti della Corale o della Scuola di Musica, fiorente di talenti nostrani
e apprezzati ovunque come, ad esempio, la soprano Francesca Scaini la cui fama è di livello mondiale. O ad
applaudire spettacoli nella Sala Teatro, dall’acustica semplicemente perfetta.
Merito di un grande della musica, Davide Liani, già Direttore del Conservatorio
“B. Marcello” di Venezia, che a Camino è nato e dove ha saputo coltivare semi
fruttuosi in ambito umano e musicale.
O, ancor più semplicemente, ad annusare l’ossigeno che riempie i polmoni
e li ricarica mentre lo sguardo volge verso orizzonti orfani di cemento, nutrendosi del verde che regna indisturbato tra le
pennellate dei pioppi e degli alberi
secolari, su cui si infrangono tramonti straordinari. Qui è
d’obbligo domandarsi dove finisca il desiderio di benessere e dove inizi la consapevolezza di averlo
realizzato.
frazione di Codroipo. Un orgoglio portato avanti di generazione in generazione.
Oggi, però, deve fare i conti con la
logica economica che chiede il requisito di almeno cinquemila abitanti per
poter essere un comune. Che da solo non possa andare lontano è sotto gli occhi di tutti. Partendo da questa realtà l’attuale
amministrazione comunale, con in testa il sindaco Nicola Locatelli, ne ha
caldeggiato la fusione con Codroipo. Dettagliata sintesi, la sua, di attente valutazioni e analisi,
fondate su un tema trentennale che aleggia su un comune piccolo, quindi fragile:
la sopravvivenza. In più c’è la delibera del 29 dicembre 2015 della giunta
regionale che parla di obbligo per i comuni piccoli e grandi, di organizzarsi
in modo da dare gli stessi servizi, pur senza indicarne la tempistica. Certo la fusione non sarebbe urgente né
obbligata ma incalza. Intanto la maggioranza del Consiglio Comunale
ha detto un convinto e compatto “sì”
all’avvio dell’iter burocratico per la fusione con Codroipo che ha fatto
altrettanto. Con la garanzia, in caso affermativo, di rimanere in possesso
della scuola primaria, biblioteca civica, municipio, cimiteri.
Ha approvato all’unanimità e in assenza della minoranza “Armonia del
territorio” che, dopo appassionati e ripetuti appelli al ripensamento, ha
abbandonato il Consiglio prima della votazione. La fusione è ancora ipotetica
dato che sarà soggetta a referendum ma, in caso affermativo, Camino al
Tagliamento non perderà mai né la storia
né la peculiarità culturale e territoriale che gli appartengono di diritto.
Semplicemente si adegua ai tempi, consapevole dei propri numeri e delle proprie risorse, sempre più
risicate. Certo, sarebbe bello che
continuasse a chiamarsi “Cjamin al Tiliment”!
Pierina Gallina