IL PAESE – Magazine di cultura e informazione del Medio Friuli – Febbraio 2017
PASSWORD
ricordare.
tutta un pin e codici di accesso a bancomat, carta di credito, computer,
cellulare, home banking, e la combinazione della cassaforte e dell’allarme. Praticamente
la nostra vita è tutta una password.
chi ce l’ha tutta quella memoria di ferro necessaria a ricordarle tutte?
chi non ha il cellulare, che ormai è la terza mano di quasi tutti noi, ha la
sua bella collezione di numeri da tenere a mente.
del supermercato e di venir colto in fallo da quel benedetto numero del bancomat
che scappa nei meandri del cervello e sembra non voler uscire da lì? Il tutto mentre quelli della fila e la
cassiera attendono con quella punta di impazienza che ingarbuglia ancor di più
la lista dei numeri che ballano in testa?
si blocca per le note ragioni di sicurezza. Che dire poi della valigia con la combinazione?
Sicurissimi di ricordarla quando la si imposta, nel momento dell’apertura non
sempre la cosa va liscia come si vorrebbe.
casa o dell’albergo che hanno sempre il
loro bravo codice da memorizzare. Vietato lasciare biglietti in giro altrimenti
casca l’asino.
per tutto. Ma badando che non sia troppo semplice o banale. Gli hacker ovvero i
violatori della privacy sono abilissimi nell’ indovinare le combinazioni più
ovvie.
nascita o il classico zero zero zero ma sarà sufficiente per ricordarlo? E, dulcis in fundo, ecco la collezione di
codici fiscali, cellulari di figli, moglie, marito, e chi più ne ha più ne
metta.
diavolo tutti i numeri di questo pazzo mondo tecnologico ma non si può, pena l’esclusione
dal tran tran. A proposito, vi ricordate
il codice del citofono e del portone automatico e la password per accendere il
computer e per aprire Fb, il WiFi, vero?
inguaribile per mancanza di cura. Alla
fine che facciamo?
lamentiamo, facciamo brutte figure e poi ci adeguiamo perché così fan tutti. E poi va a finire che smanettiamo, telecomandiamo,
meravigliandoci di riuscire perfino a ricordare gli accessi.
e l’ho presa come un dono inaspettato. A metà strada verso Udine mi sono
accorta di aver dimenticato il cellulare.
un pensiero furtivo mi indispettiva ripetendo “ E se ti succede qualcosa e non puoi chiamare
nessuno?”
prendere appunti né scattare foto. Ad avere la testa sgombra dalla tentazione
di vedere il display mentre osservavo che molti dei colleghi giornalisti lo
facevano.
casa, la prima cosa che ho fatto è stato recuperare il cellulare ancora sotto
carica, pronto alla quotidiana lista di messaggi, richieste, saluti.
ho capito che non resta che rassegnarci a questa realtà, triste o allegra che sia, e senza lamenti.
i numeri da memorizzare? Un’ottima palestra per il cervello, obbligato al costante
allenamento. E se ogni tanto va in tilt?
giovanna M.
complimenti per come sai dire le cose in modo che tutti possano capirle