IL PAESE – Magazine di cultura e informazione del Medio Friuli – Maggio 2017 - Pierina Gallina news

IL PAESE – Magazine di cultura e informazione del Medio Friuli – Maggio 2017

MAGO ZURLI’…  CHI SE LO RICORDA?

C’era una volta… solo così può cominciare l’omaggio e il
ricordo di un Mago che per noi bambini di mezzo secolo fa, si materializzava in
bianco e nero sul piccolo schermo della televisione. 

Brillantini nei capelli,
calzamaglia da ballerino, svolazzante mantello, il sorriso sempre stampato. Chi
era?
Cino  Quanta emozione nell’attesa che iniziasse la
musica di  “Quarantaquattro gatti in fila
per sei col resto di due”, “Cin cin dai noi siamo speciali”,  “Il valzer del moscerino”,  “Il coccodrillo come fa”,  “ Il Caffè della Peppina”.   In un 
mondo povero, di una società contadina che si affacciava con stupore al
mondo fatato dello spettacolo, l’appuntamento con lo Zecchino d’Oro era una
festa grande. 

Vedere bambini come noi, ma più belli e con una voce più intonata,
gareggiare a suon di note, senza stress da celebrità e senza super premi, era
il massimo della vita. 

E poi appariva lui,  Mago Zurlì, per cinquant’anni garante di  gioia tranquilla,  bel cavaliere 
cui i genitori ci affidavano, sapendo che con lui non correvamo
pericoli. Sembrava un mago vero, garbato e innamorato dei bambini con cui
parlava con naturalezza, da pari a pari.  Se poi con lui c’era topo Gigio le risate
nascevano spontanee e i loro dialoghi sfociavano in simpatici battibecchi
sempre risolti con un sorriso in più.  

 Dallo
Zecchino d’Oro sono uscite canzoni intramontabili che fanno parte del bagaglio
canoro di ogni generazione.
 Autentici
miti, come il Piccolo Coro dell’Antoniano, creato nel 1963 da Mariele Ventre
che lo ha diretto  fino al 1995.  Il Mito però rimane lui, Cino Tortorella-Mago
Zurlì che, alla soglia dei 90 anni, ci ha lasciato,
con l’amarezza di essere
stato escluso dallo Zecchino d’Oro una decina di anni fa perché vecchio.  Si stava battendo per difenderlo “da chi ne
vuole distruggere lo spirito”.  Sarà per questo
che io continuo a preferire lo Zecchino d’Oro della Tv dei Ragazzi all’odierna parata
di piccoli divi fin troppo bravi, troppo sicuri, quasi plasmati per la
perfezione. Qualcuno tra chi legge potrebbe dirmi che il mondo va avanti, che
non è più quello di Mago Zurlì.  

 Giusto,
però una certa nostalgia per quel tempo lì, confesso, io ce l’ho. So che noi
bambini delle prime generazioni con la televisione eravamo più semplici, forse un
po’ tonti, ma di sicuro più reattivi, con maggiore manualità e, soprattutto,
capaci di inventare passatempi e giochi con nulla.  Mi rendo conto che oggi Mago Zurlì sarebbe
fuori moda, in un certo senso ridicolo e, chissà, forse  i nuovi bambini lo prenderebbero in giro. Per
il modello dei pantaloni o, semplicemente, perché oggi non credono più tanto ai
maghi e alle fate. 

Qualcuno arriva a dire che non esistono, alla stregua di Babbo
Natale e della cara vecchia Befana.  Beh,
sapete cosa vi dico?   

Che continuo a
rivendicare il sacrosanto diritto di credere nelle bacchette magiche, nelle
magie e, perché no, in Mago Zurlì.  Per
me non è troppo vecchio o fuori moda e resterà colui che mi ha incantato nei bei
pomeriggi della prima televisione e anche dopo, col suo mantello e il modo garbato
di parlare con topo Gigio e con i bambini.  In un modo così delicato che sembrava rivolgersi
a me.  

CODROIPO (Ud)

LA CANTAUTRICE ELISA CARACCIO VINCE  “ARTISTI IN VETRINA” a TRIESTE, CON UN
MATERASSO DA GIRARE

Di canzoni, Elisa, ne ha scritte tante. Con quella grinta e
passione che le si legge nel sorriso, nella voce, negli occhi determinati
eppure sognanti. Nata a Camino al T (Ud), altrove è più conosciuta come Carry, una sorta di
nome bonsai nato dal cognome,  Caraccio,
appunto. 
 Diventa poi Carry and the Same,
se accompagnata dagli amici musicisti Andrea Locatelli al cajon, Simone Pilutti
al basso e Matteo Locatelli alla chitarra.

In fatto di concorsi ha ampia esperienza perché spesso ha
ottenuto risultati lusinghieri e buona critica. Ma adesso ce l’ha fatta e la
targa è sua.
Ci sta scritto “1° premio”  e
le è stata consegnata al teatro Bobbio di Trieste, alla cerimonia di
premiazione del concorso canoro “Artisti in vetrina”, riservato agli inediti e alle
canzoni famose, lo scorso mese.  La
canzone vincitrice è “Un materasso da girare” di Caraccio e Locatelli. Ad
accompagnarla i Carry and the Same, vincitori del premio come miglior canzone
in assoluto.

Ce l’ha fatta, dunque, Elisa o meglio Carry ! Mettendoci se
stessa, l’umiltà e la costanza ma anche l’estro creativo e la competenza
musicale che coltiva da quando era piccolissima.  

Prossimo impegno di Elisa sarà scrivere una nuova canzone
per il concorso “Percoto canta” e metterne insieme il numero ideale per
realizzare un CD. Intanto il video della canzone “Un materasso da girare” è
disponibile integralmente su youtube. 
                                                                                                                                                            
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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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