IL PAESE- magazine di società, cultura e turismo nel Medio Friuli – ottobre 2016
il computer.
Qualcosa di mai visto prima. Il monitor è nero con tante scritte bianche. Tre parole
spiccano tra le altre: hard disk failure. Spengo. Riaccendo ma la scritta non
cambia. Ho il presagio che sia accaduto l’irreparabile ovvero la rottura
dell’hard disk con perdita dei dati. Non è possibile – mi dico – ci sono almeno
15 anni di lavoro qui dentro, oltre che migliaia di foto. “ Ho salvato su hard
disk esterno, anche se non proprio tutto” mi consolo. Chiamo il tecnico che mi
dà poche speranze ma mi invita a portargli il pc. “Mandiamo al recupero dei
dati” – mi dice. Le tariffe sono un botto.
se c’è pazienza di aspettare. “Ma non è sicuro che si recuperi” mi avverte. Va
bene, si procede per il tentativo, senza l’urgenza. Essere orfani del computer
ormai è un problema. Mi adatto a un portatile in prestito e provo a vedere cosa
c’è dentro l’hard disk esterno. Appena inserito, però, un rumore sospetto “toc
toc toc” preavvisa che c’è qualcosa che non va. E, infatti, so poco dopo che
non funziona, causa puntine danneggiate. “Eh no, ma rischio di perdere proprio
tutto allora”.
qualcosa. Passano circa 20 giorni quando ricevo la telefonata del tecnico e il
relativo responso: guasto meccanico. Dunque, ho perso tutto? Sì, e senza poter
fare più nulla. Provo un senso di perdita quasi umano. In passerella
mentale migliaia di istantanee di famiglia, scuola, scritti, indirizzi mail, pensieri,
due libri pronti a metà. Azzerati.
Ma…a chi dare la colpa? A me in primis perché avrei dovuto
salvare in vari altri modi, su una nuvola per esempio, ma…mai avrei pensato mi
accadesse. E ora?
Ciò che è perso è perso ed è inutile piangerci sopra. In fin
dei conti la tecnologia porta a fare troppe foto, troppi video, troppo di tutto. E allora ecco che la mente va all’indietro, a
quando le foto si facevano contando gli scatti. 12, 24, 36 per ogni rullino. Le
diapositive erano per pochi e i video? Roba da ricchi. E, prima ancora, la foto
stessa era un lusso. Preziosa perché centellinata.
Oggi al loro posto c’è il digitale. Preciso, efficace e davvero poco costoso.
non sono digitali. Non è nostalgia la mia ma semplice presa d’atto dei
cambiamenti fin troppo veloci che ci coinvolgono, a ogni età.
nulla hanno in comune con la potenza della pellicola. E il suono del vinile? La
sensazione che dava è ben lontana da quella dei cd. La carta elettronica degli
ebook non ha la stessa efficacia della carta vera né si può sottolineare o
farci l’orecchia come segnalibro.
non esiste. Che può tradire da un momento all’altro. Mi chiedo… e se mancasse l’energia
elettrica? Per chi, come me, ha già vissuto senza
tecnologia non sarebbe poi troppo
difficile stare senza. Ma cosa farebbero coloro che vivono in stretta connessione? Si
renderebbero conto della potenza del tempo, del tatto, della voce, degli occhi. Dell’abbraccio?
Eppure, forse, è arrivato il momento di chiederci se si possa fare un passo
indietro. Verso l’essenziale. Verso ciò che conta veramente.