IL PAESE MAGGIO – Periodico Medio friuli – FRIULANO SI’ o NO?
possibili, mi rendo conto che molte
persone lo considerano lingua inutile,
una perdita di tempo. Il detto “Con il friulano non si va nemmeno a Goricizza”
fa capire che l’inglese risulta più interessante
se non indispensabile. Coloro che
difendono il friulano vengono giudicati come nostalgici o collegati a qualche interesse remunerativo.
un’opportunità? E’ una perdita di tempo
e spreco di risorse? Può far male imparare
la lingua friulana?
Codroipo, riservato ai docenti, ho assistito ad
una carrellata di affermazioni e
convinzioni espresse dai massimi esponenti della cultura e dei maggiori interpreti istituzionali che ha messo
in luce lo slancio deciso verso l’uso e l’insegnamento del friulano. Dal Sindaco Marchetti a Fontanini alla
Dirigente Pavatti , ai rappresentanti
dell’Università, del Miur, Arlef e Sff, un’orchestra di autorevoli voci ha decretato che “ L’importanza di insegnare il friulano è
fondamentale, e guai dimenticare la storia, guai venir
meno a momenti come questo perché la
cultura va supportata, e non dobbiamo
fermarci qui, perché i friulani sono la
minoranza più popolosa d’Italia e un
popolo non è tale se non ha la propria lingua. Sarebbe tragico per il nostro
popolo e per la cultura friulana se perdessimo l’opportunità dell’insegnamento
a scuola”. “Perché spendere soldi nel friulano a scuola?”,
“ Perché è strumento di crescita. E ciò dimostra che i soldi non sono buttati
via. Anche in Regione ci si preoccupa per la valorizzazione dell’identità. E la nostra forza è il friulano”. E ancora fiumi di “ Non si deve parlare di tutela perché, se
così fosse, la strada da fare sarebbe molto lunga, l’Università è nata per promuovere e consolidare la cultura
e lo sviluppo del Friuli e la lingua ne è parte integrante”. E’ utile sapere che, dal mese di maggio, è attivo il corso di 300 ore per gli insegnanti inseriti nell’elenco
regionale, che la Filologica ha prodotto
la 23° edizione del diario “Olmis”,
strumento fondamentale per la scuola e
che, per Gotart Mitri, è “ora di finirla
di insegnare la storia dal 753. Bisogna partire dal 181, quando è nato il
Friuli dal punto di vista storico, come colonia romana”. Inoltre, della lingua friulana si parlerà in
60 eventi in regione nel mese di maggio. Tutte occasioni di confronto, per sentirsi comunità
friulana, orgogliosi di farne parte.
friulana dipende dalla buona salute della Scuola. Dall’asilo nido in avanti
bisogna creare il contesto continuo di facilitazione del suo apprendimento. La scuola è un fattore decisivo ma non è il
solo. Il friulano va comparato ad altre
lingue perché tutte sono il passaporto per il mondo per un capitale umano attrezzato ad oltrepassare i
confini. Occupandosi di lingue, la
scuola deve coltivare i talenti per
creare i cittadini di domani. La scuola ha nelle mani enormi potenzialità. Le
tradizioni non devono mai venire rinnegate bensì indagate e tenute vive nella
memoria e poi, inevitabilmente, proiettate verso il futuro.
viene trasmesso affatto, e molti sono i friulani che si vergognano di usarlo come veicolo comunicativo. Nel
dopoguerra, a scuola, c’erano le bacchettate sulle mani per chi
parlava il friulano. Oggi chi lo parla viene guardato con stupore. Pochi sono i
bambini che lo conoscono e lo parlano, anche in famiglie autoctone. E’ un peccato, perché il friulano non ostacola la conoscenza di
altre lingue né favorisce errori
nell’italiano. E’ musica, capace di aprire e agevolare più ampie strade di apprendimento. In più, è innegabile che il friulano abbia la forza che l’italiano non ha. E’ lingua bellissima che sta sbiadendo e forse spegnendo ma io, come
antidoto al pessimismo, continuo a
credere nella sua lunga vita.