IL PAESE – Magazine di cultura e informazione del MEDIO FRIULI maggio 2018 - Pierina Gallina news

IL PAESE – Magazine di cultura e informazione del MEDIO FRIULI maggio 2018

                              COSA STA SUCCEDENDO
AI NOSTRI BAMBINI?

Sembra che i
nostri gioielli più preziosi, i nostri bambini, coloro che continueranno a
percorrere i sentieri della vita dopo di noi, stiano vivendo una tragedia
silenziosa, quasi tra l’indifferenza generale. Non tutti, certo, ma comunque
troppi. 
E non parlo dei bambini di altre nazioni sfortunate o bersagliate da
guerre ma proprio dei nostri  bambini,  gli abitanti delle nostre case, che
apparentemente hanno tutto e anche di più eppure sembrano vivere in uno stato
emotivo problematico.   
Spero ardentemente
che la definizione “devastante” usata da Victoria Prooday, psicoterapeuta
canadese di origini ucraine specializzata in ergoterapia, la disciplina
che favorisce lo sviluppo armonioso del bambino,
sia esagerata.  Purtroppo,  statistiche degli ultimi quindici anni provano il continuo aumento di disturbi
psicologici nei bambini.
E basta guardarsi bene attorno per capire che un
fondo di verità sussiste. 
Vorrei che i numeri fossero sbagliati quando sento
parlare di 1 bambino su 5 con  problemi
di salute mentale, dell’aumento del 43% dei deficit di attenzione e iperattività,
dell’aumento del 37% della depressione fra gli adolescenti, dell’aumento del
200% dei suicidi nei ragazzi tra i 10 e i 14 anni.  Mi chiedo cosa dobbiamo aspettarci ancora e,
soprattutto, quante altre prove ci servano per aprire gli occhi e agire.

Ma
come?   
Secondo Victoria Prooday, all’origine dei problemi attuali di molti
bambini vi sarebbero i genitori e l’ambiente
Sembrano infatti mancare  i garanti di un’infanzia sana che prevede
genitori emotivamente presenti, limiti ben definiti, regole,  alimentazione equilibrata, numero adeguato di
ore di sonno, movimento, vita all’aria aperta, gioco creativo, interazioni
sociali, opportunità di avere tempo libero e momenti di noia.
Al contrario,
oggi, molti bambini hanno in dotazione  genitori
“digitalmente distratti” o indulgenti, alimentazione non equilibrata, poche ore
di sonno, vita sedentaria dentro casa, stimolazioni continue, babysitter
tecnologiche, gratificazioni immediate con il tutto e subito senza sacrificio o
tempo del desiderio, assenza di momenti di noia, permesso di comandare.

Ai genitori,
dunque, la possibilità di correre ai ripari fissando dei limiti, garantendo uno
stile di vita bilanciato, ricco di ciò di cui i figli hanno bisogno, non solo
di ciò che vogliono o pretendono, senza paura di dire “No” e di far rispettare
regole come mettere via il cellulare durante i pasti e le ore del sonno, trascorrere
almeno un’ora al giorno in uno spazio verde, 
fare giochi da tavolo e piccoli lavori domestici. 
Dovere dei genitori è
insegnare la responsabilità e l’indipendenza, inclusi i piccoli fallimenti,
utili per superare le grandi sfide della vita, la gestione della rabbia e della
frustrazione, l’educazione al saluto, al grazie, allo stare a tavola. 
Tutto
questo con lo stare vicino con l’abbraccio, il sorriso, il gioco, evitando di
sostituirsi nelle piccole incombenze o di curare la noia, spesso fonte di
creatività. 

Occorre fare dei cambiamenti nella vita dei
nostri bambini prima che un’intera generazione vada sotto farmaci. 
Non è ancora
troppo tardi, ma presto potrebbe esserlo
”, conclude Victoria Prooday. Spero
si sbagli ma la realtà dei fatti sembra darle ragione. 
Purtroppo!
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pierina gallina

Ho un nome e un cognome che non si dimenticano. Sono appassionata di scrittura, poesia, viaggi, libri e persone, in particolare bambini e saggi. Ho pubblicato cinque libri e sono una felice nonna di 7 nipoti, da 6 a 18 anni, mamma di tre splendide ragazze, e moglie di un solo marito da quasi 50 anni. Una vita da maestra e giornalista, sono attratta dalla felicità e dalla medianità, dallo studio della musica e degli angeli. Vi racconto di libri, bambini, nonni, viaggi, e del mio Friuli di mezzo, dove sono nata e sto di casa, con i suoi eventi e i suoi personaggi. Io continuo a scrivere perchè mi piace troppo. Spero di incontrarti tra i fatti e le parole. A rileggerci allora...

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