IL PAESE – Ottobre 2015
NON SAPPIAMO COME CHIAMARE
solo uccelli viaggiatori. Scappano, semplicemente. Da casa propria, dal loro
mondo, con il nulla rimasto se non le proprie gambe e la disperazione di non
saper dove andare. Sono “solo” mezzo milione in Europa. Si moltiplicano e, si legge, continueranno a farlo. Oggi sono sulla bocca
di tutti noi. Bocche storte, bocche
tristi, bocche sbeffeggianti. Ognuno ha la sua espressione sul volto quando si
parla di migranti, quelle cordate umane che sfidano fili spinati e centinaia di
chilometri a piedi per un dove sconosciuto.
macerie dove spietati tagliateste,
armati e allo sbaraglio, orfani di una guida e di un giudice, dettano una legge che forse nemmeno loro
capiscono. Scappare per queste
persone è l’unico imperativo categorico
possibile. Sfidando ogni sorta di sofferenza, umiliazione,
perfino la morte ovunque in
agguato. In mare, sotto il sole cocente dell’estate, sotto il
freddo pungente dell’inverno. Arrivano
dove possono, spendendo tutto ciò che hanno per un centimetro quadrato su un
gommone. Qualcuno non ce la fa e allora immagini che strapazzano l’anima
riempiono giornali e telegiornali a ora di cena. Come quella del piccolo Aylan, tre anni, in fuga da Kobane, città martire,
baluardo contro la barbarie, trovato morto sulla spiaggia in Turchia, a cinque
chilometri dalla Grecia. Morto, come il
fratellino e la mamma, in fuga per mare la stessa notte. A trovarlo sulla spiaggia di Bodrum è stata
la fotoreporter turca Nilufer Demir. E’
lei l’autrice dello scatto che ha scosso il mondo. Ha voluto fotografare per “testimoniare
perché per quel bambino non c’era altro da fare. Era l’unico modo per far
sentire l’urlo di quel corpo senza più vita”.
Aylan ha commosso l’Europa, ha perfino scosso i politici d’alto
rango. Ha cambiato qualcosa
nell’opinione pubblica ma è solo un
sassolino sulla rotta dei disperati.
passeggero. E qualcuno arriva a dire “
Perché scappano dai loro paesi? Sono sfaccendati che arrivano in Europa con la
speranza di essere mantenuti. Cosa vengono a fare da noi se non per
destabilizzare l’economia sociale”?
L’Europa non li vuole. Noi non li vogliamo.
barcone con i propri figli perché si diverte? Lasciando la casa, il lavoro, gli
affetti sapendo bene di rischiare la
vita?
violentate da umanoidi armati, in nome di qualche macabra ideologia. O
assistere allo sterminio della mia famiglia innocente ed impotente davanti ad
una barbarie che nulla ha di umano. Anch’io scapperei. Portandomi dietro solo la mia storia e la mia
dignità di persona perché null’altro mi sarebbe consentito. Scapperei dopo aver
dato fondo ai risparmi per pagare chi mi promette un qualsiasi luogo disposto
ad accogliermi.
Europa, da noi. E noi che facciamo? Evitiamo accuratamente
di incrociarli anche ora che il problema è arrivato sulla nostra porta di
casa. Ci fanno pena e ci fanno
rabbia. La verità è che siamo davanti ad
un evento epocale, a un pezzo di storia senza precedenti.
Come gestiremo queste persone che vengono qui inseguendo un
sogno di salvezza e poi, forse, ci
deruberanno, si lamenteranno perché il nostro cibo non piace o perché li
abbiamo ospitati senza essere in grado di dar loro ciò che cercano?
salvezza.
Chi sta sbagliando? Mi sa che stiamo sbagliando ancora
noi. Stiamo sottovalutando questo
problema serissimo e siamo impreparati.
Qualcuno ci definisce un “branco di pecoroni”. Se così fosse dovremo smettere di essere tali
e di parlare di Noi e di Loro. Sarà
necessario dire Noi e ricordare tutti
quelli che sono stati costretti a lasciare il proprio paese per andare altrove,
come i nostri emigranti. E poi non basta
dire “Sono contro o a favore”. Il problema c’è e dovremo affrontare una
convivenza difficile, forzata da una tragica storia.
continua…
CLUB
non, è capitato almeno di provare
l’emozione di entrare in campo e provarci.
E Adriano Pagotto, il presidente del Camino Tennis Club, sempre lì, pronto ad incoraggiare. Con
racchetta in mano, scarpe da “tennis”, il fascino del cadenzato “toc” della pallina
a rompere il silenzio caminese, complice
magari la notte e… il gioco è
fatto. Così da un trentennio.
comprensorio amano e praticano questo
sport. Infatti, in concomitanza con la finale del 7°
“Caminbledon” torneo sociale di
doppio, si è inaugurato il rinnovato
campo da gioco, alla presenza delle
autorità politiche locali e regionali, sportive e religiose, alle quali ha
fatto da cornice un folto e partecipe pubblico. Un evento con tanto di
premiazioni, esibizioni dei piccoli atleti, discorsi inaugurali, benedizione e
taglio del nastro a cura del sindaco Locatelli e del parroco Don Kulik,
consegna degli attestati di benemerenza
al presidente Adriano Pagotto e
al vice Dario Felice per “l’impegno e la passione profusi in trent’anni”.
nostro club che si basa esclusivamente
sul volontariato e sulla passione dei suoi iscritti – chiarisce Pagotto – suggellando un percorso in seno alla FIT,
ininterrotto sin dal 1986, un primato che poche altre realtà possono vantare.
Il boom di iscrizioni di quest’anno ci consente per la prima volta di schierare
ben tre squadre ed è la migliore
testimonianza dell’inalterata vitalità e del consolidamento del club. Inoltre,
l’azione sinergica che ha visto come protagonisti il Camino Tennis Club, il
Comune di Camino e la Regione F.V.G, rispettivamente rappresentati dal
Presidente Adriano Pagotto, l’ex Sindaco Beniamino Frappa e dal Consigliere regionale
dr. Riccardo Riccardi, ha consentito di dotare la nostra realtà di un impianto
sportivo all’avanguardia, dagli elevati
standard di comfort di cui tutti gli appassionati potranno beneficiare, a
cominciare dai giovani residenti nel comprensorio. Un campo da gioco ottimale, con adeguato
impianto d’illuminazione, in un contesto tranquillo e amichevole e corsi di
alto livello per adulti, di entrambi i sessi, agonisti,
semplici appassionati o neofiti assoluti. Grazie al rapporto di collaborazione
con il famoso CAR Tennis di Moruzzo, siamo in grado di mettere a disposizione
istruttori F.I.T. altamente qualificati”.
soci e dei fruitori dell’impianto, di
continuare a ben figurare nelle varie competizioni Federali, dare continuità ai due seguitissimi tornei
sociali, proseguire nella cura dell’accoglienza e dei servizi. La grande famiglia del Camino Tennis Club ringrazia pubblicamente le
istituzioni che hanno creduto nel suo impegno.
in primis l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco “Il Vâr”.
NIDO “ MONDO DEI PICCOLI”
ogni bambino, ha fatto da cornice al taglio del nastro dell’asilo Nido
comunale, “Il Mondo dei piccoli”, di Codroipo, in Via Invalidi del Lavoro
sindaco Fabio Marchetti, autorità, tecnici, Cooperativa Codess, educatrici e
personale del Nido, ne hanno accompagnato le evoluzioni sul tetto azzurro del
cielo. Dopo il momento ufficiale,
calzascarpe ai piedi, è stato possibile
varcare la soglia della struttura
rimessa completamente a nuovo in un anno di lavori a cura della Styledile e diretti
dall’ingegner Visentin dello Studio Cooprogetti. La prima costruzione risaliva al 1976, post
terremoto, ma con caratteristica di prefabbricato, non adatto alle moderne
esigenze di funzionalità. Rifatto il
tetto con isolamenti consistenti, nuovi
serramenti e impiantistica, ora l’edificio è antisismico e in totale sicurezza. “440mila euro di spese vive – ha chiarito
l’assessore Bianchini – e 10mila di atti burocratici. 200mila euro sono stati
finanziati dalla Regione Fvg e il resto con fondi propri del comune di
Codroipo”. Opera tra le più importanti
per la comunità, è in grado di accogliere al meglio i circa 60 bambini
iscritti, dai 6 mesi a tre anni. Con
proiezioni future molto confortanti. Il sindaco Marchetti, infatti, ha
dichiarato che Codroipo è in netta controtendenza con il tasso di natalità
friulana, ultima nella classifica nazionale, con 400 nati nel 2014, contro i 200 del 1969.
di Codroipo” ed un libro in arrivo che testimonierà i due lustri di
carriera musicale iniziata da Domenico Furci nel 2005. Nel mondo del mandolino
(strumento che appartiene al genere dei cordofoni) non è facile vedere
formazioni così longeve. L’Orchestra,
che è anche Associazione di volontariato culturale, gode invece di ottima
salute. Strumenti protagonisti
dell’Ensemble sono il contrabbasso che sa amalgamare l’orchestra e coadiuva il
ritmo, gruppo di chitarre, le mandole dalla voce più bassa dei mandolini, i
primi mandolini che eseguono le melodie e i secondi mandolini che fanno da
controcanto ed entrano nelle melodie dei primi. Una ventina in tutto. Elegante
e diretta dal Maestro Sebastiano Zanetti, l’Orchestra ha fatto sfoggio di indubbie doti di coesione e competenza sul
palco del Teatro Benois a Codroipo. Ben presentata dalla chitarrista Tiziana
Pauletto, la formazione ha deliziato il
pubblico con vari generi musicali, dalla Rumba, appositamente scritta per
orchestra a plettro o adattata da Fabrizio Furci, al Paso Doble e musiche da
film , come “La Vita è bella” al reggae di gusto afro americano.
L’orchestra si avvale della collaborazione dei chitarristi Fabrizio Furci e Paolo Selva, anche
concertisti in Italia e all’estero, compositori e arrangiatori di raffinata
sensibilità. Fabrizio Furci ha dato
prova della sua bravura eseguendo brani
di flamenco e musica spagnola. Info www.circolomandolinistico.com
e PENSIERI, PAROLE, VERSI ricordando Amedeo Giacomini
rappresentata da una impeccabile ed
entusiasta Serena Fogolini, e al
Comune, Varmo ha regalato la preziosa
opportunità di scoprirne i luoghi in un pomeriggio domenicale dedicato
all’arte, alla storia, alla poesia. La terza edizione di “Pensieri, parole, versi… e ritorno” ha
fatto nuovamente scalo a Varmo, “locus
amaenus”, così tanto decantato nelle
opere e nei componimenti di scrittori e letterati che, ammaliati dalla magia
del luogo, decisero di dedicare a questo territorio i propri scritti, oltre che
il proprio cuore.
musa poetica, è stato possibile visitare gran parte del patrimonio artistico di
Varmo, accompagnati dallo storico Franco Gover. La “Passeggiata fra le ville”,
on brevi aneddoti riguardanti Amedeo Giacomini e la sua casa natale, Ippolito
Nievo, Villa Canciani-Florio e la contessa Giuliana Florio, la Porta di
Levante, la loggia della mercanzia, l’ex filanda, Villa Piacentini, Villa
Bacinelli, la Pala del Pordenone e le opere di Pomponio Amalteo conservate
nella Chiesa di Varmo.
Amedeo come poeta. Accompagnati dalla chitarrista Federica Mauro, hanno letto le loro opere i poeti: Adolfo Gianni Bellinetti, Francesca
Bortolotti, Bruno Brusadini, Mariarosa Calciolari, Italo Coccolo, Igino
Durisotti, Pierina Gallina, Roberto Iacovissi, Rita Marceca, Pietro
Mastromonaco, Fabio Muccin, Nicoletta Ros, Marinella Rosin Beltramini, Roberto
Sicilia, Ariella Sponza, Violetta Traclò e Annalisa Vucusa. Le letture sono state curate da Francesca
Bortolotti, Serena Fogolini, Pierina Gallina, Nicoletta Ros e Giacinto Venier.
dalla Pro Loco Vil di Var, ha chiuso un pomeriggio di significative e condivise
emozioni.