Il PONTE, giornale del Medio Friuli giugno 2023
Il Ponte è un periodico del Medio Friuli: ecco gli articoli che ho scritto nel mese di giugno 2023
FIABA
LAMPINO
Consigliata da 6 anni in su Opera pittorica di Valentina Bott di Torsa di Pocenia (Ud)
Indossava piedi nudi sui sentieri delle conchiglie.
Aveva attraversato sette volte il mare, tre deserti, due lacrime e una spina di pesce ragno.
Zoppicava, avanti e indietro, sulla sabbia, girando in tondo le pupille come cannocchiali. Voleva vedere lontano, oltre la tavola azzurra, stranamente rugosa, come pergamena stropicciata. Tornare da dove era venuto era il suo sogno: gli mancavano così tanto la sua casa e pure l’aria!
Sapeva che la strada era quella, ma era, ancora, troppo distante. Intanto, lasciava le sue impronte sulla spiaggia, che, sotto al sole, sembrava farina di polenta. Ne andava ghiotto, perché gli regalava, sempre, qualche pesciolino con cui sfamarsi. Era viaggiatore, lui, normalmente. La sua mamma lo chiamava Lampino, tanto era veloce. Con le ali di seta bianca, poteva toccare, quasi, le nuvole.
Ora, sarebbe stato meglio chiamarlo Lentino, perché, più di un frullettino e un volettino in picchiata, non riusciva a fare.
«Ehi, gabbiano…» si sentì chiamare.
«Ti sei perso, vecchio? È un po’ che ti vedo da queste parti, tutto solo!»
Era la signora Cornacchia, che se ne stava sul suo scoglio a osservare la forma delle nuvole e il colore del mare e i disegni del vento.
«No, no, signora, va tutto bene» rispose Lampino, tagliando corto. Non voleva fermarsi a spiegare a una sconosciuta che non sapeva da che parte andare. Non se lo ricordava più, ecco.
“Capisco, capisco. Anche io ho una certa età, anche se le mie piume fanno pensare il contrario” pensò – tra sé e sé – la Cornacchia, sventolando il piumaggio color notte.
Lampino la sbirciava. Anche lei era sola e, da lontano, sembrava un filo di liquirizia uscito da una delle perline della sua memoria. La voce profumava di casa, di cielo dondolante, di un che di primavera.
Zampettando, le si avvicinò.
«Lo vedi questo posto? Si sta bene, qui, sai? Niente rapaci, niente umani. Nessuno mi può far del male. Tu, invece, mi sembri smarrito. Ti manca qualcosa?» gli chiese.
«Mi manca la mia casa, ma è troppo lontana e ho paura di non ritrovarla. Sono via da così tanto tempo! Sai, sono vecchio, eppure sono felice, perché ho speso bene la mia vita e ho rispettato la natura, come mi aveva insegnato mia madre».
Gli ossicini facevano un leggero tic e anche il becco, mentre parlava. E le ali tremavano.
La signora Cornacchia, che era saggia e, pure, un po’ maga, si spostò per fargli posto sullo scoglio.
«Non vergognarti di avere paura. Ce l’ho anch’io. Ma, se ci facciamo compagnia, possiamo essere, noi, casa e bere succhi di rugiada e pettinare l’aria e mangiare briciole di amicizia».
Lampino trovò meravigliosa l’idea di Cornacchia e, con un piccolo salto, si accomodò accanto a lei, tuffandosi in un rotondo abbraccio. www.pierinagallina.it
CAMINO T (Ud)
Lo scrittore svizzero Arno Camenish da Ferrin
Arno Camenish, romanziere svizzero, del canton Grigioni, dopo aver presentato i suoi libri nei quattro continenti, anche da Obama, ha chiuso le tappe italiane a Camino al T, da Ferrin.
Simpatico e cordiale, classe 1978, ha incantato il folto pubblico raccontando a ruota libera i suoi libri e la sua storia, soffermandosi su “Anni d’oro”, ambientato – come gli altri – nel suo paese natale, Tavanasa: 50 abitanti, due strade e un chiosco.
Un piccolo compendio di mezzo secolo, che ha come protagoniste, due donne – Margrit e Rose-Maria – e un chiosco.
“Al chiosco ho lasciato i miei soldi per le caramelle prima, e per imparare ciò che ancora non sapevo dai giornali comprati lì. Il chiosco è luogo del cuore, gestito da due donne per 51 anni, fino al 1969, fino alla conquista della luna” ha narrato Arno.
Dialogando con Enzo Ciutto, ha trasmesso in maniera istintiva tutto l’amore che nutre per la sua terra, la sua lingua – il romancio sursilvano – e per i protagonisti della sua infanzia, trasferiti, poi, nei libri.
Parole, le sue, musicanti, in un italiano misto ad altri accenti, dal tedesco allo spagnolo, hanno attraversato molte delle sue pagine, legate dallo stesso calore umano.
Arno, artista della parole, ha letto alcuni brani, anche in romancio, e l’incipit di “Anni d’oro”, illuminandosi nel racconto della montagna, della stazione, della valle e della sua gente.
Per Arno, la lingua è sempre musica. Canta. Se abbinata alla storia, diventa concerto.
È emerso il suo stile denso, ricco di frasi sintetiche e di immagini chiare, concentrate in poco più di cento pagine, dove tutto è trama e ogni storia è un capitolo.
I suoi 13 libri, tradotti in 18 lingue, testimoniano il forte legame di Arno con i luoghi dell’infanzia e con la lingua del cuore.
Da Ferrin, tra il numeroso pubblico, l’assessore codroipese Giacomo Trevisan e la presidente del Club Unesco, Renata Capria D’Aronco.
CAMINO T (Ud)
Ottavo Premio internazionale “Gondola d’oro” a Villa Valetudine
Il prestigioso premio “Gondola d’oro”, istituito dalla rivista digitale “Il Tramonto” – 600mila lettori – che racconta il Friuli ai Paesi Bassi, ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni e numerose autorità, dal sindaco di Camino, Locatelli, a Sette, sindaco di Latisana, da Trevisan, vice-sindaco di Codroipo alla consigliera regionale Spagnolo e al vice-presidente regionale, Anzil.
Promotori dell’iniziativa – che ha avuto il plauso del Re Guglielmo d’Olanda – sono gli olandesi Ad Smets e Sjaak Verweij meglio conosciuti come Adriano e Giacomo, titolari di Villa Valetudine e gestori de “Il tramonto”, estimatori del Friuli e delle sue eccellenze, cui amano dare lustro, gratuitamente, con mostre ed eventi culturali.
Infatti, l’annuale premio “Gondola d’oro” cerca aziende che sappiano valorizzare e promuovere il Friuli Venezia Giulia in Belgio e nei Paesi Bassi, in un ideale ponte commerciale e sociale.
Diverse le categorie premiate: attività imprenditoriali, prodotti agricoli, vini, arte, cultura.
Presentata dall’ambasciatrice italo-olandese, Chiara Zamarian, e da Fabiola Tilatti Ferrin, consigliere del Movimento per il Turismo del Vino FVG, la cerimonia di premiazione ha designato i vincitori, premiati dai duchi Tilde e Alessandro Badoglio.
Imprenditore del 2022 è risultato “Tralci di Vita”, di Torreano di Cividale, azienda artigianale che punta all’eccellenza nel settore vinicolo, di Massimo Causero e Maria Chiara Della Pietra, in prima generazione. Nel 2018 hanno acquistato un vigneto e, nel 2019, hanno assaggiato il loro primo vino, autoctono e di alta qualità. Padrino Stefano Trinco, enologo e presidente del Consorzio della DOC FRIULI.
Vincitrice per la sezione “Arte”, è risultata l’artista visiva Alexandra van der Leeuw, residente tra Venezia e l’Aia, designer del tessuto e impegnata a collegare il Friuli all’Olanda. Ha, già, esposto le sue opere a Villa Valetudine. Per lei, assente per motivi logistici, ha ritirato il premio l’artista Marino Salvador.
Per la sezione “vini rossi” è risultato vincitore il Merlot dell’agriturismo latisanese Albafiorita di Dino De Marchi. Realtà giovane e dinamica, si basa sulla sperimentazione dei vitigni resistenti e la produzione biologica. Padrino, Enrico Peterlunger, docente all’Università di Udine, già professore di De Marchi. Madrina, la consigliera regionale Maddalena Spagnolo.
L’Azienda Guido Lorenzonetto, di Pertegada, rappresentata da Marco Lorenzonetto, è la vincitrice per la sezione dedicata ai vini bianchi, con il suo “marèe”. È componente della rete d’imprese “Sincero” – il cui simbolo è il silene o sclopìt – nata il 2 maggio 2017, con l’allora sindaco Luca Fanotto e l’allora assessore regionale Maria Grazia Santoro, presente alla premiazione, insieme al sindaco, Lanfranco Sette
Il ristorante “Il Piron dal re” – Zompicchia di Codroipo – con i titolari, Matteo Romanelli e Christian Turoldo, ha vinto il premio dedicato alla ristorazione, per la cucina di qualità, creativa, con abbinamenti emozionanti, innovativi, ma radicati nella tradizione, dal tocco moderno. Madrina, Patrizia Pittia, sommelier e giornalista.
A sorpresa, il premio per la cultura è stato conferito ai duchi Tilde e Alessandro Badoglio, titolari del Castello di Flambruzzo, già nel 1250 fortezza medievale difensiva. Abitata, in passato, dal patriarca di Aquileia, dai Savorgnan, dai conti di Gorizia e di Codroipo, dalle famiglie Rota e, attualmente, Badoglio. Oggi, è villa gentilizia, wedding location, con grande parco, tumulo millenario, un tratto del fiume Stella, quadro con ritratto di un nobile Asburgo e – si narra – qualche fantasma.
Madrina, la poetessa Arianna Maturi.
La cerimonia ha messo in luce il valore della rete di rapporti tra aziende e nazioni, a cominciare dai presenti, cui è stato chiesto di parlare a chi non conosce. Cosa più semplice a dirsi che a farsi, ma l’esperimento è stato gradito da molti, soprattutto nel momento conviviale, perfetto per apprezzare i vini e le pietanze delle aziende premiate. L’occasione ha reso possibile visitare le mostre di opere di artisti locali, tra cui quelle donate per l’asta di beneficenza, che si terrà il prossimo 24 giugno e che richiamano i 170 anni dalla nascita di Van Gogh.
www.iltramonto.eu
CODROIPO
IN BIBLIOTECA, IL LIBRO “CERN, CHE AVVENTURA” di Letizia Diamante
Affollata da bambini di ogni età, la presentazione del libro-gioco “Cern, che avventura”, scritto dalla scienziata caminese Letizia Diamante e illustrato da Claudia Flandoli di Pisa, ha coinvolto tutti per oltre un’ora.
Il merito del libro sta nel fatto che le cose difficili vengono rese facili da esempi e giochi alla portata di tutti.
A partire dalle domande “Che particella sei? Cosa succede se mescoli la fisica delle particelle con un Ti- rex?” l’autrice ha cercato di spiegare alcuni dei tanti misteri ancora irrisolti dell’universo, incoraggiando la curiosità scientifica, solleticandola con il fatto che, tutti noi, siamo polvere di stelle, perché abbiamo gli stessi atomi.
Le stelle morte, infatti, esplodono e lasciano pulviscoli di ferro, idrogeno, ossigeno, sull’universo.
Avendo lavorato al Cern – il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo, situato tra Francia e Svizzera, vicino a Ginevra – Letizia, che abita a Cambridge, ha voluto farlo conoscere fin nel suo cuore pulsante.
Al Cern, infatti, passano diecimila persone all’anno, provenienti da tutto il mondo, dopo aver superato l’idoneità tramite scanner dell’iride.
Nel libro, tre sono i protagonisti, e accompagnatori: un gattino, un dinosauro, un uccellino a seconda di chi, il lettore, sceglie di essere: turista, studente, ricercatore del Cern.
Per questo e molto altro, il libro è stato premiato a Singapore come miglior albo di educazione scientifica.
Prima del laboratorio pratico, Letizia ha invitato il pubblico a rimanere sempre curioso per gli eventi e i prodigi della scienza, trovandovi gioia e divertimento.
L’assessore alla cultura, Silvia Polo, ha ribadito l’importanza di un libro capace di suscitare interesse e curiosità nei giovani lettori, perché informativo, ben strutturato, facile da leggere, intelligente. Altre info su: www.letiziadiamante.com
CODROIPO
La fotografa Diana Crestan e la sua Livenza
14 apr 23: La serata “La Livenza… e limpido nasce il fiume” si è rivelata accattivante e ricca di immagini narranti. Ognuna ha contribuito a tessere la trama di un fiume, il o, meglio, la Livenza, come veniva denominata nel 1800. Al femminile, come l’acqua.
È, così, che la fotografa paesaggistica Diana Crestan, pordenonese, ama definire il fiume, che segna il confine tra Friuli e Veneto ed era importantissimo per la Serenissima, in quanto navigabile.
Tra lei e la Livenza non è stato amore a prima vista, perché non possiede paesaggi mozzafiato e può apparire modesta.
Ma, la sua sfida, è stata quella di cercare, in essa, intima bellezza.
E l’ha trovata, grazie alla tenace pazienza di coglierne l’essenza, donando nuova luce a un mondo apparentemente senza più scoperte, suscitando una forte connessione con la magia della scena fotografata.
I suoi scatti rivelano lo stupore che nasce in un bosco giovane e nel suo sottobosco, nel gioco di riflessi, nei dettagli, di cui il fiume è generoso donatore. Tra questi spiccano animali come il Martin Pescatore, la volpe, l’airone, le cerve, la pojana, i picchi. E i fiori, quali anemoni, aglio orsino, la velenosa uva volpe, i fiori denti di cane. E le acque effimere, destinate a sparire, e gli incantevoli e fuggevoli paesaggi.
La fotografa ha creato un cerchio emotivo molto forte con il pubblico, incantato dalle sue immagini, in una serata promossa dal Circolo Fotografico Codroipese, presieduto da Claudio Odorico, in Sala Abaco.
CODROIPO
EMOZIONI PER NOTE IN FIORE, RASSEGNA CORALE A POZZO
La parrocchiale di Pozzo ha ospitato la seconda edizione della Rassegna Corale “Noteinfiore”, con la presenza di tre cori friulani: Coro 5 di Codroipo, diretto da Elena Blessano e accompagnato al pianoforte da Elisabetta Tonizzo, il Coro San Leopoldo di Concordia Sagittaria, diretto da Chiara Flaborea e accompagnato al pianoforte da Elena Spironello, il Gruppo Vocale Sileo di Camporosso di Valcanale, diretto da Andrea Zanier.
Introdotta da Cristian Cozzutti, in rappresentanza dell’Associazione Sante Sabide, e premiata da attento e numeroso pubblico, la rassegna ha messo in luce tre realtà corali di pregio, ciascuna con il proprio stile di canto e repertorio.
Tutti e tre i cori hanno interpretato anche il noto brano “Halleluja” di Cohen, personalizzandolo sia nel testo che nell’esecuzione.
Il vicesindaco Giacomo Trevisan ha portato il saluto dell’amministrazione, auspicando che la Rassegna possa continuare e contribuisca a dare valore alle frazioni del comune di Codroipo.
L’evento è stato promosso dall’Associazione Sante Sabide, dal Coro 5, dall’Uscfud, unione società corali friulane di Udine, in collaborazione con la Parrocchia di Pozzo.
CODROIPO:
RUGBY TAG PER 1086 BAMBINI FRIULANI A VILLA MANIN
Presente Villa Manin felicemente invasa da 1086 bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado provenienti da ogni luogo del Friuli?
Presente l’Overbugline di Codroipo, affiatata squadra che unisce i genitori a Susana Greggio e Riccardo Sironi?
Proprio l’Overbugline – su richiesta della Federazione Rugby FVG – ha promosso la due giorni di amicizia, fulcro dello spirito del rugby, per far conoscere il più possibile questo sport in regione, sfatandone l’idea di pericolosità.
Anzi, rivelandone le qualità di sport nobile, di grandi valori, divertente e, nella modalità Tag, perfetta nelle palestre delle scuole, perché senza contatto fisico.
“Tagghiamo la scuola” è stato il filo conduttore delle attività, oltre alla presentazione del libro “Il rugby prima del sei nazioni” con il coautore Davide Macor, e alla mostra di 70 maglie di campioni internazionali. Visitabile all’interno di Villa Manin, la mostra è stata curata da Corrado Mattoccia, direttore del Museo del Rugby ” Fango e sudore” di Roma, dotato di 2830 maglie e 15mila articoli.
In prima persona ha raccontato la storia di ogni maglia – una dei tre preziosi simboli per i giocatori, insieme alla cravatta e al cappello – iniziando da quella di Umberto Modonesi, nel 1929: grigio verde e senza maniche, perché tagliate dalla moglie per fare i calzini al figlio Luciano.
Inoltre, in colorata sfilata, le maglie celebri – da Diego Dominghez a Stefano Bettarello a quella delle isole Samoa unite – legate dallo stesso filo di passione e dei perni fondanti il rugby.
Rugby, infatti, è porsi un obiettivo e arrivarci un passo avanti. È giocare insieme. È vincere, non criticare. Il rugby fa finire le guerre e si qualifica quale sport etico sotto ogni profilo, in cui amicizia e armonia sono di casa.
Tante le maglie di vari colori, ciascuno con il proprio significato. La maglia azzurra, presa dal colore dei Savoia, regnanti al tempo del primo campionato. La maglia bianca, usata in caso di partita in casa.
La verde, indossata per le olimpiadi tra le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Interessante anche la sezione dedicata al rugby femminile, meritevole di stima, anche in periodi in cui non era considerato importante.
CODROIPO
2° PREMIO a Frosinone PER LA POETESSA PATRIZIA PIZZOLONGO
La poesia “Nonna Angela 1918”, dedicata alla nonna materna, si è meritata il secondo premio al concorso letterario internazionale “18 maggio”, di Ceccano (Frosinone).
Apprezzato il contenuto poetico, inerente al tema “poesie sulla prima e seconda guerra mondiale”, per la dolcezza espositiva e il rispetto verso la figura di colei che, alla madre di Patrizia, ha dato la vita.
“Fremito di spari nelle vene / conforto in un sospiro di speranza / e sotto lo stesso cielo, vita e morte… preziosa quella piccola vita: quella di mia madre”.
La poesia fa parte della raccolta “Le ali del cuore”, pubblicata nel 2023
SEDEGLIANO (Ud)
OPERET TANGO per ricordare Plinio Clabassi e Suor Amelia Cimolino
Domenica, 30 aprile, è andato in scena “Operet Tango”, un viaggio tra tango e operetta, a cura dell’Ensemble Kalikanthos di Spilimbergo.
Il concerto, inserito negli eventi dell’Associazione “Amici del teatro P. Clabassi”, è stata l’occasione per tornare sulla scena, dopo quattro anni di assenza. L’ultimo concerto, infatti, risaliva al 6 ottobre 2019, con l’orchestra filarmonica di Mossa (Go) e la Mery Poppins, interpretata dal soprano Daniela Donaggio.
L’intento del concerto era ricordare la figura di Suor Amelia Cimolino – a 30 anni dal ricevimento del premio “Grandi friulani nel mondo” – del compositore e direttore d’orchestra spilimberghese Olinto Contardo – quest’anno avrebbe compiuto 90 anni – e i 100 anni dalla nascita, a Gradisca di Sedegliano, del cantante lirico noto nel mondo, Plinio Clabassi, cui è intitolato il teatro.
Parole di plauso sono state espresse dal sindaco Dino Pontisso, dall’assessore Lara Vatri, dalla nipote di Suor Amelia, Antonietta Cimolino e dalla presidente del Club Unesco di Udine, Renata Capria D’Aronco.
Con l’orchestra, diretta da Paolo Scodellaro, hanno cantato la soprano Mariangela Casagrande e il mezzosoprano Loreta Battistella, incantando il numeroso pubblico con brani di tanghi famosi – tra cui Creola, La Spagnola, Caminito, Valzer di Frou Frou – e di altrettanto famose operette.
Gli attori Maria Grazia Di Donato ed Enzo Samaritani sono stati gradevoli interpreti di piéces teatrali e voci recitanti.
L’evento è stato promosso e voluto dall’Associazione “Amici del teatro P. Clabassi”, presieduto dalla vedova, signora Gianna – che ha festeggiato, sul palco, i suoi 86 anni – in collaborazione con il Comune di Sedegliano e con l’Ass. musicale Bertrando di Aquileia e con il patrocinio di FICLU e del Club Unesco di Udine.
Il prossimo appuntamento concertistico è previsto per il mese di ottobre 2023.
RIVIGNANO-TEOR (Ud)
Teatro dei geniAttori a Teor
Nella sala parrocchiale, il 13 maggio, è andato in scena il teatro “Un viaggio entusiasmante” con i “Geni-attori” delle scuole infanzia e primarie, in una serata affollata e ricca di significato. Quello ecologico, in primis.
Due nipoti – di nonna Frida e Pieri brontolone – partono su una barca costruita con i rifiuti di plastica, alla ricerca della piccola giungla.
Incontrano pesci, meduse, la balena affamata, la sirenetta, gli uccelli, il gabbiano e il pellicano e ne comprendono la sofferenza. La balena, in particolare, è troppo affamata, ma non si fida a mangiare bottiglie di plastica o stagnola luccicante.
I due fratelli capiscono quanto grande sia il danno causato dall’incuria umana e decidono di cambiare lo stato di cose. Aiutati dai loro nuovi amici, puliscono il mare, mettono in una borsa a rete tutti i rifiuti di plastica, e tornano dai nonni. Insieme, raccomandano di aver cura dell’ambiente e del mare.
Il plauso di Don Paolo Brida e dell’assessore Fabrizio Mattiussi ha avvalorato il senso sociale e la solidarietà, a favore dell’associazione “Scricciolo” di Trieste – Burlo Garofalo – nata nel 2007 per volontà dei genitori di bambini nati prematuri.
Il secondo appuntamento teatrale si è svolto sabato, 20 maggio, in auditorium a Rivignano.