Il Ponte luglio-agosto 2022
Il Ponte è un periodico del Medio Friuli – luglio e agosto 2022
FIABA
OMBRELLO FORTUNELLO
Età suggerita: da 6 anni
Ombrello Fortunello è una delle 52 fiabe del libro “UN ANNO DA FIABA” – www.pierinagallina.it
Acrilico su tela di Doris Turco – Codroipo
Pioveva quel giorno in città. Eccome, se pioveva! In centro, sul grigio marciapiede davanti a un negozio di giocattoli, tra i piedi della gente che camminava frettolosa con le scarpe inzuppate, s’ingarbugliava un ombrello nero molto malridotto, con le stecche di alluminio che sembravano braccia tese a chiedere aiuto e riflettevano le gocce, come lacrime senza sale. L’asta, per fortuna, era intatta.
“Poverino, chissà cosa gli è successo” disse a Marilù, di giallo vestita, l’elegante Ombrella Rosso Piastrella.
Cosa, dirai tu, un ombrello che parla?
Sì, anche gli ombrelli hanno voce e pure sentimenti. Non lo sapevi?
Tutti gli ombrelli, a parte quelli nuovi di pacca alla loro prima pioggia, sanno che, prima o poi, verranno dimenticati o persi. Su un pullman o sul treno, o sul portaombrelli del supermercato, del dottore o della parrucchiera.
Il bello è che pochissimi vanno a cercarli e, il più delle volte, vengono lasciati lì per mesi oppure presi da qualcuno in un giorno di pioggia. Altre volte, come nel caso dell’ombrello nero, vengono abbandonati al primo difetto, che va dal pulsante che non lo apre alle stecche uscite dal foro.
Impietosita, Marilù lo raccolse, pensando di buttarlo nel primo cestino.
Eppure, una volta raccolto e sistemato alla bell’e meglio, con le stecche infilate negli appositi fori, le era sembrato molto più arzillo.
«Piacere, io sono Ombrello Fortunello» si presentò all’ombrella rosso piastrella.
«Piacere, Ombrella Rosso Piastrella».
“È pure bella” pensò Fortunello.
Certo, non poterono darsi il manico, ma una certa simpatia, sì, quella era scoccata.
«Non trova che quando piove tutto sia più scintillante?» osò chiederle Fortunello, con fare galante.
«Sì, anche se io preferisco la pioviggine ai rovesci più intensi. Ho paura dei tuoni e dei temporali, fanno un tale fracasso!»
«Io conosco un posto, abitato solo da ombrelli perduti, dove non ci sono mai i…» ma non riuscì a finire la frase perché Marilù, ignara dei loro discorsi, stava per buttarlo nel cestino dei rifiuti.
«No, non farlo» la supplicò Ombrella Rosso Piastrella.
Prima che potesse dire qualunque cosa, Marilù li vide alzarsi in volo insieme e andare in alto, fino a scomparire dietro un nuvolone grigio.
Fortunello, però, aveva solo sentito parlare dell’isola degli ombrelli perduti e, sì, aveva pensato di andarci quando era a terra, ma non sapeva proprio come arrivarci.
E, adesso, si ritrovava pure in compagnia della bellissima Ombrella Rosso Piastrella che, senza pensarci due volte, aveva deciso di seguirlo.
Marilù stava con il naso all’insù, lasciandosi lavare il viso dalla pioggia, chiedendosi dove sarebbero potuti arrivare: “Di sicuro, dove possono vivere in libertà!” pensò.
Fortunello e Ombrella Rosso Piastrella, aiutati da altri ombrelli perduti, volando e ridendo, trovarono la loro isola. Stava in mezzo all’Oceano Pacifico, silenziosa, solitaria, tutta un prato verde e vicinissima alla luna piena.
Nient’altro, oltre a pioggia e, naturalmente, ombrelli.
Ce n’erano di ogni foggia: da uomo, da donna, da bambino, trasparenti, a righe, a pois, a un colore solo, dipinti, grandi, da borsetta, con manico dritto o curvo, di seta, pizzo, plastica.
Gli ombrelli perduti erano gli unici abitanti dell’isola dove pioveva d’estate, d’inverno, in primavera e in autunno.
Le giornate si infilavano una attaccata all’altra, tutte uguali, del colore grigio azzurro delle gocce di una pioggia che cadeva continuamente, lavava le grandi foglie esotiche, tamburellando le campanule di strani fiori, che si riempivano di acqua fino all’orlo. E stavano così, fino a che il vento non le faceva traboccare. I boschi odoravano di terra umida, un pigro vapore bagnava la ghiaia dei viali. I laghetti avevano la pelle d’oca.
Tutt’intorno all’isola, la pioggia giocava con il mare, lanciandogli birilli d’acqua, che si confondevano con gli ombrelli che volavano su e giù, avanti e indietro, sempre di buon volo e di buonumore.
Quando si incontravano tra loro, si fermavano a fare piroette, a parlare, a tenere comizi, sempre aperti e grondanti. Si raccoglievano in gruppi anche numerosi, qualcuno cercava di accaparrarsi la prima fila, altri preferivano stare in coppia, altri ascoltavano immobili per rispetto di chi faceva i discorsi e, poi, se ne tornavano via ballonzolando. Percorrevano la strada del cielo in queste formazioni, poi si salutavano e ognuno se ne andava, libero, per i fatti suoi.
Su quell’isola, sotto la pioggia, si trovavano gli amici, si scrivevano tutte le parole di acqua, di vento, si piantavano fiori, si seminava amore.
Toh! Chi stava arrivando?
Un Ombrello nero da uomo e una Ombrella rossa da donna, circondati da una nidiata di ombrellini piccoli piccoli, di tutti i colori. Ballavano sotto la pioggia, a salti, a sussulti, a saette, a sonagli, ma con il sole nei loro piccoli cuori.
Seguivano i loro genitori, sì, erano proprio Ombrello Fortunello e Ombrella Rosso Piastrella che, sull’isola degli ombrelli perduti, vissero insieme, felici e contenti, per tanto, tanto tempo.
Ogni notte, cantavano una canzone allegra e bagnata, per fare sogni piovigginosi, a un passo dall’amica Luna.
LIBRI
SCHEGGE DENTRO di Angelo Bassi (Corsiero Editore)
Di schegge, tutti ne abbiamo: accidentali, dentro alla pelle, dentro al cuore. Alcune si possono estrarre, altre no, e restano, lì, e fanno male.
A volte sono segni invisibili, magari nascosti sotto a un buon fondotinta, altre vengono indossati, come quelle ferite degli alberi che spurgano resina.
“Schegge dentro” è un libro che celebra le imperfezioni e la loro singolare bellezza. E lo fa con cinquanta racconti, brevi, da aprire a caso, per trovarvi una soluzione, uno spunto, una sorpresa.
Possono essere terapeutici o pillole di salute nella loro, sintetica e vivida, attualità.
Ogni micro-storia è una scheggia tolta oppure lasciata, lì, in attesa di tempi maturi o a ricordare un insegnamento.
Perché, anche una scheggia, è, a suo modo, maestra. Perché ogni esperienza personale può diventare patrimonio di tutti!
L’autore friulano – di Mortegliano – con linguaggio lucido e diretto, ricco e sobrio, figlio di talento e studio, affronta le ombre e i luccichii – anche al limite del surreale – delle vite di tutti, traducendole in storie di uomini e di animali che si fanno uomini.
Lo fa con parole incalzanti e ritmiche, rimbombanti al punto da riuscire a far fiorire il buono anche in un terreno poco fertile.
Dipendenze, ricongiungimenti, famiglie, solitudini, essenze, distopie, filosofie, persecuzioni, educatori e dolcezze animali sono sulla scena, dove nessuno è protagonista né comparsa, ma messaggero di rinascita dell’umana umanità.
LIBRI
HO SCRITTO TANO SULLA SABBIA di Loredana Mazzone e Beppe Liotta (Corsiero Editore)
Dalla prima all’ultima pagina, il ritmo narrativo pulsa e invoglia ad andare avanti. Perché è radiografia, elegante e accurata, della famiglia di oggi, con incontri e scontri, in uno spaccato siciliano, ma universale, molto ben architettato da paesaggi fisici e linguistici, dritti come frecce.
La scrittura a quattro mani attrae per il ritmo vivace e l’ironia, che, in certi tratti, sfocia in divertimento e sana risata, quasi fosse una commedia tragicomica all’italiana, di ottima fattura.
La scelta della prima persona riesce a catapultare, subito, il lettore nella scena dei protagonisti – tra cui spiccano Tano e Cettina – in una sorta di empatia istintiva, che alimenta la curiosità e l’adrenalina del sapere.
Il romanzo tocca anche le criticità attuali, come l’ambiente e l’abusivismo, grazie alla sapiente geografia delle tecniche narrative più incisive, dalla metafora ai colpi di scena, che, soprattutto nel finale, rivelano l’inaspettato.
La fluente lettura rilascia un retrogusto di leggerezza, che si offre varco affettivo per i personaggi – così ben caratterizzati da risultare riconoscibili – ma anche per la riflessione intorno alle luci e alle ombre di un’Italia da rimodellare.
Tra le righe, si fa palpabile anche il divertimento degli autori nel dar voce alla storia, sapiente intreccio di realtà e ricca fantasia, dedicata “a chi, in cerca di un sorriso, già sorride alla vita”.
CODROIPO
PIERINO MENINI LASCIA LA GUIDA DELLO SCUOLABUS, DOPO 26 ANNI
Da 26 anni, Pierino Menini, svolge le mansioni di messo comunale e autista dello scuolabus, per il comune di Codroipo. Vi è approdato come vincitore di concorso, dopo una decina d’anni d’impiego alla Mangiarotti e cinque da “Picute”, a Sedegliano. In 26 anni ha visto salire e scendere dallo scuolabus diverse generazioni di bambine e bambini, dall’infanzia alla secondaria.
Venerdì, 10 giugno, li ha accompagnati a scuola e riportati a casa per l’ultima volta. In quella data, infatti, scadeva la sua patente D, non rinnovata per prossimo pensionamento, il 1° settembre. Menini si dichiara dispiaciuto di lasciare un lavoro che gli ha dato tante soddisfazioni, soprattutto a livello umano, sia da parte dei colleghi e dai superiori sia dai piccoli allievi.
“Vedere bambine e bambini al primo anno della scuola dell’infanzia e ritrovarseli genitori è una grande emozione. E, la cosa ancor più bella, sta nel fatto che mi salutano ancora, mi ricordano con affetto e mi ringraziano per qualche gentilezza che ho riservato loro e, di cui, non mi sono nemmeno accorto” dichiara.
In tutto questo tempo, infatti, si è fatto apprezzare e voler bene da bambini e genitori, per le doti di disponibilità e pazienza, oltre che per la professionalità sempre dimostrata.
Molto affezionato alla famiglia – è padre di Michele, Stefano e Nicola – Menini coltiva tre passioni: i bonsai, la pesca, l’attività di radioamatore, con tanto di patentino ed esami superati brillantemente, anche grazie al diploma di radiotecnico conseguito al Cecconi.
La possibilità di collegarsi con il mondo – grazie al nome in codice e alla speciale apparecchiatura – lo entusiasma, ma non è da meno la pesca a Lignano, su barca attrezzata, o sul fiume Varmo o sul canale Ledra. Particolare cura riserva alle piante bonsai, come il boschetto di abeti, la gincabiloba, il faggio, il carpino, la quercia e molte altre.
Passioni, queste, che Menini si prefigge di potenziare con il pensionamento, grazie al maggior tempo a disposizione.
Senza mai dimenticare l’affetto e la stima che gli vengono attestati da chi, sullo scuolabus, si è seduto per anni, con fiducia e simpatia per Pierino, l’autista sempre pronto al sorriso e a una parola cordiale.
CODROIPO
UNA TRECCIA PER UN SORRISO
29 maggio 2022: il bello della solidarietà sta nel donare la propria treccia per una parrucca.
Il dono dei propri capelli per chi non li ha: questo il significato profondo di un gesto, semplice, ma che vale molto.
Parrucchieri, Andos e Comune in prima linea: ben 14 le trecce ricevute e 14 le storie di chi le ha donate.
Una bambina di 8 anni ha offerto i suoi lunghi capelli in onore di una coetanea malata, un ragazzo per ricordare la madre, una ragazza per la gioia del dono, una signora con la propria treccia in mano, dopo essersela tagliata da sola, un signore con una treccia dentro a un sacchetto.
Le trecce sono state inviate alla “Banca dei capelli” che provvederà a donarle a chi si è sottoposto a trattamenti antitumorali.
Tanti i volti della generosità.
Tante le modalità: tutte meritevoli di plauso e di un grazie corale.
Info: Andos 3494788517 andos.codroipo@gmail.com
CODROIPO
ALBERTO CANCIAN E IL LIBRO “GIOIA”
Il libro “Il viaggio di Gioia”, tra le numerose presentazioni in tutta Italia, ha fatto tappa a Codroipo, in Sala Abaco, con il suo autore, il pordenonese Alberto Cancian.
Al di là delle parole, una abbracciante connessione ha donato, ai cuori di tutti, un Qui e Ora illuminante.
Gioia non è solo libro, ma è ognuno di noi, quando trova risposta nell’Amore.
Quando trova il meglio dentro se stesso.
Perché Gioia incarna tutti nel meraviglioso viaggio della vita.
Più che presentazione, è stata esperienza di come sia naturale e facile stare bene, quando la bussola indica la strada dell’armonia. GRADISCA di SEDEGLIANO
LA MAGLIETTA PER RICORDARE SILVIA
L’indimenticabile Silvia Piccini, la giovanissima ciclista investita oltre un anno fa, ora, può essere “indossata”.
Mamma Deyanira ha voluto onorare le offerte degli amici di Silvia, dando vita a un progetto, generoso e concreto: sensibilizzare sulla sicurezza su strada e una borsa di studio per uno studente meritevole del Malignani di Udine, compagno di classe di Silvia.
Come?
Con il ricavato delle magliette “Dammi un 1,5 mt. di vita”.
Le magliette sono disponibili – previa offerta – a Codroipo: Scarperia, Bar Sot al Piul, Bar All’Alpino, Salone Annalisa, in via Candotti, Salone Cecilia a Pozzo.
A Gradisca di Sedegliano: Bar Al Palaz
A Sedegliano: Bar Orologio
Udine centro: Salone Magic Phon.
Mamma Deyanira, commossa per tanta sensibilità, ringrazia fin d’ora chi acquisterà e indosserà la maglietta di Silvia.
“Vorrei vederne tante in giro, in modo che, ad altri, non accada ciò che è accaduto alla mia Silvia”.
POZZO di CODROIPO
CORO 5, ha festeggiato i suoi 10 anni.
Foto Laura Bosco LBPhoto
Domenica, 26 giugno, nella sala parrocchiale di Pozzo, il Coro 5 ha siglato i due lustri di attività, presentando alcuni brani del suo repertorio.
Diretto dal M° Elena Blessano, docente della Scuola di Musica “Città di Codroipo” – e affiliato all’Associazione “Sante Sabide” di Goricizza – il Coro ha compiuto 10 anni. Una storia ininterrotta, la sua, nonostante il lockdown.
Perché Coro 5?
A maggio 2011 – mese numero 5 – 5 allievi del corso di linguaggio musicale per adulti si erano ritrovati, con i loro insegnanti, per un momento conviviale. Davanti alla pizza, ecco l’idea: «Perché non mettiamo su un coro?»
L’unanime “sì” aveva vestito di possibilità la proposta. Inoltre, una volta pagato il conto, il resto era di 5 euro. Il numero 5, quindi, era talmente ricorrente che il nome del coro non avrebbe potuto essere nient’altro che 5.
Le insegnanti del primo anno erano il M° Micaela Del Giulio, docente di pianoforte, e il M° Elena Blessano, docente di violino, entrambe a Scuola di Musica. La direzione era stata, poi, affidata a Elena Blessano, per un anno sostituita dal M° Giorgio Cozzutti. Le soddisfazioni crescevano con l’aumentare del numero dei coristi.
Durante il Lockdown, i coristi non hanno mai smesso di cantare, collegandosi via computer e riprendendo, appena possibile, le lezioni in presenza.
Oggi, il Coro 5 conta 15 coristi, di cui 5 voci maschili.
Per far parte del Coro – il cui repertorio è molto godibile – non è richiesta una preparazione musicale particolare né la classica “bella voce”, di cui tutti sono convinti di essere sprovvisti.
Basta venire a una delle prove gratuite di giovedì, da settembre a giugno, dalle 19.00 alle 20.30, a Scuola di Musica, in Via 4 Novembre, a Codroipo.
Per info: www.santesabide.it
CAMINO T
Inaugurato l’agriturismo La’ di Morson
Matteo De Giusti e Max Cecchin, che ricopre anche ruolo di fattore, sono le anime – creative e professionali – dell’Agriturismo “Là di Morson”, in Via Molino.
L’Azienda Giavedoni-Stroili, proprietaria dell’immobile, ha affidato loro l’accurata ristrutturazione, che ha previsto l’inserimento di servizi moderni, come l’wi-fi, la climatizzazione e le nuove cucine. Per conto dell’azienda, la gestione dell’agriturismo è curata da Matteo de Giusti.
Egli presenta, così, Là di Morson: «Il pernottamento è il punto chiave della nostra attività, oltre a una serie di servizi, che vanno dall’offerta di prodotti freschi – esclusivamente a km zero – alla fattoria didattica, alla calorosa ospitalità e alla possibilità di organizzare ogni tipo di iniziativa, culturale, sportiva e ricreativa. Max ha avuto l’idea di propormi di collaborare con lui alla gestione dell’agriturismo: ho accettato con entusiasmo, a gennaio sono stato assunto e da lì è iniziata la nostra grande avventura. Abbiamo aperto ufficiosamente a Pasqua e da allora abbiamo ricevuto moltissime prenotazioni per l’estate. Per essere solo il nostro primo anno, abbiamo motivo di ritenerci molto soddisfatti e questi primi risultati ci fanno sicuramente ben sperare per il futuro».
Oggi, l’accogliente struttura comprende due appartamenti autonomi, con cinque posti letto, dotati di ogni comfort, un appartamento matrimoniale monolocale accessibile ai disabili, due camere matrimoniali e una suite matrimoniale con bagno privato, una reception, una sala ricevimenti – che viene affittata per matrimoni ed eventi – con annesso porticato e giardino.
L’agriturismo “La’ di Morson” è aperto alla cooperazione con tutte le aziende del settore. La sua attività è volta anche a far conoscere ai clienti alcune specialità locali, come i vini prodotti nelle cantine limitrofe. Lo scopo è quello di valorizzare la produzione locale e di attuare una sana collaborazione tra specialisti del settore.
CAMINO
PRESENTATO IL LIBRO “LA NUOVA MADRE” DI LORETTA FUSCO
Sx Daniela Costantini e l’autrice Loretta Fusco
All’esterno della Biblioteca Civica, sotto le fronde del salice piangente, ha trovato la giusta cornice la presentazione del romanzo della scrittrice udinese Loretta Fusco, “La nuova madre”, promossa dal Comune – rappresentato da Alessia Peressini, Cristina Frappa e Serena Gani – e da Ambito Donna. L’atmosfera e la temperatura si sono rivelate ideali per parlare di donne, delle problematiche connesse all’attualità, e per raccontare la storia di Margherita e Caterina, protagoniste del libro. Il consigliere Alessia Peressini, ben ha saputo introdurre il tema dell’incontro, dopo aver reso commosso omaggio a Elisabetta Molaro, seguita da Maura Pontoni, responsabile de L’Orto della Cultura, da lungo tempo, impegnata sul fronte delle Pari Opportunità. Daniela Costantini ha letto alcuni brani del libro e dialogato con l’autrice, favorendo un proficuo dibattito tra il pubblico. In conclusione, la stessa Loretta Fusco ha letto alcune sue poesie, riuscendo a trasmettere quel senso di positività di cui solo la poesia è capace.
SPORT
SINTAYEHU VISSA, medaglia d’argento ai campionati italiani di Rieti
A un soffio dal titolo che le avrebbe permesso di partecipare ai mondiali di Eugene, l’atleta di Pozzecco di Bertiolo si è meritata un’altra medaglia – argento – ai campionati italiani assoluti di atletica leggera disputati a Rieti il 26 giugno 2022.
Sintayehu Vissa, la mezzofondista della Friulintagli Brugnera, è arrivata seconda, nei 1500 metri piani, a solo 64 centesimi di secondo da Ludovica Cavalli, che ha vinto l’oro.
Molti i successi, per citare solo i recenti, della mezzofondista azzurra – che studia negli States, ed è reduce da un inizio di stagione in grandissima crescita – tra cui il trionfo alle finali Ncaa a Eugene, in Oregon (Usa). Nella rassegna universitaria americana, si è conquistata il titolo con il tempo di 4:09.42. L’atleta 25enne aveva controllato la gara fino all’inizio dell’ultimo giro, poi si era portata al comando sulla pista di Hayward Field, sede dei prossimi Mondiali.
Sintayehu è nata il 29 luglio 1996 a Bardar, in Etiopia, ed è stata adottata da piccolissima, dopo la morte dei genitori, da una famiglia friulana di Pozzecco di Bertiolo.
Ha praticato l’atletica da quando aveva 10 anni con discreti risultati, ma la sua svolta agonistica è avvenuta nel 2020, quando ha ricevuto un’offerta di borsa di studio dalla St. Leo University della Florida e, poi, dall’università del Mississippi, dove sta seguendo un corso di laurea per quello che, in Italia, sarebbe definito assistente sociale.
Questo radicale cambiamento, da lei vissuto con estremo entusiasmo, l’ha portata, allenandosi nel college della sua squadra universitaria, a ottenere sorprendenti miglioramenti in pochissimo tempo e in un crescendo, davvero, degno di lode.