IL PONTE – periodico del Medio Friuli – settembre 2017
L’Alzheimer
«visto con i tuoi occhi»
leggero, non scientifico, sotto forma di Diario-libro di una ragazzina che va
in casa di riposo a trovare gli anziani. Perché ciò la fa stare bene.
ascolta, parla, aiuta. Ma poi torna a
casa, da sua madre e suo padre che la aspettano.
più in Casa di Riposo e conosce gli ospiti, le loro storie, le loro malattie
come l’Alzheimer che fa vedere le cose in un altro modo.
convinta di essere tale, di tornare a casa, finché una bimba dell’asilo venuta
in visita con i piccoli amici le chiede “Tu… cosa ci fai qui?” E lei “ Ci sto
solo per un po’, poi torno a casa mia,
dalla mia mamma che mi aspetta”. “Ma come… se quella lì è la tua stanza” .
ragazzina è dentro una nonna malata di Alzheimer, che vede, sogna, ricorda,
desidera, prova sentimenti forti.
si arrabbia, vuole scappare, ritorna a volte. Fino alla fase finale. Sempre
vista da dentro.
come bene necessario, perfino dolce.
televisiva, descrive la malattia di Alzheimer nel libro “Visto con i tuoi
occhi”.
che narra la vita in una casa di riposo
per anziani e la battaglia contro la malattia che «mangia» i ricordi. Una
realtà “parallela”, sospesa, che si affianca alla vita della protagonista,
fatta di amiche, famiglia, primi amori, scuola, messaggini, dubbi e desideri.
anziani – Maria, Diletta, Ada Franco, Agnese – e la vita sempre uguale a sé
stessa di quel luogo chiuso.
realtà. Senza rewind e senza alternative – scrive. Uno scorrere lento di
immagini che si ripetono. Suona la sveglia e quello che accade è la replica del
giorno prima, e di quello prima ancora”.
anni della nostra vita all’improvviso cominciano a svuotarsi e poco alla volta
lì dentro non rimane più nulla. È come un trasloco lento e pesante, senza una
ditta autorizzata che ti aiuti a spostare le cose più difficili e soprattutto
in modo graduale.
tenere con te quello che vuoi conservare».
politico “Pane al pane” su Radio Lombardia.
materna, morta nel 2012, è stata per vent’anni malata di Alzheimer e ha
vissuto in un mondo tutto suo. Con memorie nitide del passato, anche lontano, confuso
con il presente, di cui ha invece poca
coscienza per l’impossibilità del cervello di immagazzinare nuove informazioni.
fiato alle persone che stanno accanto al malato, e la rabbia, la sofferenza, lo
scoramento, l’impotenza, sono indescrivibili.
soffrire sono di più le persone che gli vogliono bene, anzi, forse le uniche.
Perché il malato non si accorge di quello che gli sta capitando.
scontato che pianga per niente. Ma come possiamo esserne sicuri?
soprattutto nel caso dell’Alzheimer, è difficile credere che le lacrime possano
avere un senso. Invece magari ce l’hanno eccome, e anche più profondo” si legge
nel libro.
co-protagonisti, parallelamente agli eventi che vive la ragazzina interiormente
e nella sua vita reale, arriva il finale a sorpresa, preannunciato da alcuni
segnali che l’autrice mette sapientemente tra le righe e che assumono
significato solo arrivati alla fine del libro.
sottile, si fa sempre più flebile”, scrive la ragazzina-autrice, portando il
lettore verso la conclusione profonda, malinconica , con una dichiarazione d’amore
verso persone che ci hanno dato tanto e che non ci sono più.
Pilutti, hanno festeggiato Rosanna o
Osane Peressini
e i suoi 103 anni nella
casa di Riposo D. Moro di Codroipo, dove è molto amata.
felicitazioni per il traguardo a tre cifre sono state espresse dai presenti e,
a nome di tutta la comunità caminese, dall’assessore Pilutti. “Tutti siamo
orgogliosi di una donna che è memoria storica e sapiente narratrice di vita
vissuta con grinta e coraggio”. E Rosanna era davvero felice.
ripetuto che non si sarebbe aspettata una festa così e ha ringraziato tutti
coloro che le hanno dimostrato affetto con fiori, doni, presenza.
Straccis ha ancora la sorella Maria di quasi 101 anni. Grazie al portamento
nobile, minuscolo ed elegante, sorriso accogliente, non dimostra certo le sue 103 primavere.
molto curata, tiene la pochette con i suoi tesori appoggiata al tavolino della
sedia a rotelle. Sorride sempre, apprezzando un saluto, una visita, un momento
in compagnia, con la serenità di chi ha tutto e si affida al Signore.
leggere, naturalmente senza occhiali.
una sensazione di reale serenità che fa stare bene al solo guardarla.