Il Ponte – periodico del Medio Friuli Nov – dicembre 2020
Il Ponte novembre-dicembre 2020
FIABA
Pittrice Lucia Frappa – Roverbella (Mn) L’Omino della Luce
Età suggerita: da 8 anni
Oreste era un felice lampionaio. Accendeva e spegneva i lampioni a gas delle strade del suo paese. Viveva da solo, in una piccola casa, da dove si vedevano le montagne tingersi di rosso, prima che il sole andasse a dormire. Faceva molto bene il suo lavoro, in modo preciso e senza sbagli. Ogni sera, quando saliva il buio, Oreste usciva fischiettando, portando in spalla la pertica con una fiammella in alto e la scala sulla spalla. Iniziava dal lampione davanti alla chiesa. Appoggiava la scala al palo di ferro, saliva e avvicinava la pertica al lampione, sganciava la protezione e dava luce, avvicinando la fiammella.
Con tanta pazienza, ma anche tanta gioia, faceva il giro dei lampioni di tutte le strade, ripetendo ogni sera e ogni mattina lo stesso percorso, per accenderli e spegnerli. Per tutto il tempo canticchiava allegre canzoni, che parlavano di stelle e di amore per la sua bella, che lo aspettava lontano, in un paese al di là delle montagne. Finiva il giro proprio con il piccolo lampione, che stava di fronte alla sua casa. Allora, si voltava e guardava più oltre che poteva, felice di vedere le finestre delle case illuminate dalle candele, immaginando la gente che cenava o giocava a carte. Poi rientrava a casa, soddisfatto. E scriveva una lettera d’amore alla sua bella, promettendole di andare a prenderla e portarla con sé.
Così, Oreste fece per quasi tutta la sua vita. Ma, un giorno, successe una cosa molto, molto strana, una cosa moderna, una cosa che gli avrebbe tolto il lavoro, che gli piaceva così tanto: arrivò la corrente elettrica. I lampioni vennero sostituiti dalle lampadine e Oreste non serviva più a niente e a nessuno. Era diventato triste, silenzioso, non andava più dalla sua bella. Anzi, aveva smesso anche di scriverle le belle lettere. Cercò di cambiare lavoro, ma nessuno gli piaceva così tanto come fare il lampionaio, l’omino della luce. Oreste vedeva cambiare molto velocemente le cose nel suo paese. Le luci si accendevano da sole e i suoi paesani le misero dappertutto, perfino nelle case.
Poi, arrivarono strane macchine come lavatrici, lavastoviglie, televisori colorati, telefonini, tablet. Le luci erano luccicanti, abbaglianti, lampeggianti. Addirittura, una cosa di tre colori giallo rosso e verde stava al posto del vigile. Il sindaco aveva deciso di mettere luci anche dove il buio sarebbe stato molto più bello. Perfino i fantasmi dovettero andare in pensione anticipata. La gente, a poco a poco, smise di sognare perché, si sa, i sogni belli vengono quando c’è il buio o la luce di una candela, o di un lampione. Un giorno, si riunirono tutti i signori potenti della terra e decisero, in un decreto ufficiale, che nemmeno le stelle servivano più. Le luci che fabbricavano le loro aziende erano migliori delle stelle e anche di molto. “In fondo, le stelle mica fanno una grande luce, sono solo dei bottoncini lassù, ma non servono proprio a niente” dichiaravano per iscritto. Quei signori producevano anche degli effetti speciali che, se li puntavano da terra, arrivavano fino al cielo e sembravano stelle, con la comodità di poterle accendere e spegnere a piacimento. Le stelle, per la tristezza, fecero come Oreste. Pian piano si spensero da sole, una dopo l’altra. Una notte di quasi inverno, il vento soffiava forte forte e portava lontano le ultime foglie.
Oreste sentì una voce che lo chiamava: «Oreste, Oreste, ascoltami».
«Chi sei?» chiese con il cuore in gola.
«Non temere, Oreste. Tra pochi mesi nascerà mio figlio. Vorrei festeggiarlo con un cielo pieno di stelle, ma ho bisogno del tuo aiuto. Vai in giro per il mondo, tra gli uomini e, ogni volta che troverai qualcosa di buono, io ti darò il potere di salire in cielo e accendere una stella».
Oreste capì, anche senza bisogno di fare domande. All’alba partì e, per giorni e giorni, girò il mondo, osservando la gente e trovando tante cose buone. Una gentilezza, un sorriso, un aiuto. Notte dopo notte, accese le stelle sul velluto scuro del cielo.In quella notte speciale, un’infinità di stelle, come fiocchi di luce ondeggianti, punteggiava il buio. Oreste si voltò e le guardò, contentissimo, dalla collinetta dove abitava. Ancora una volta, per una magica notte, si sentì l’omino della luce. Era la notte di Natale. E ogni stella, per ringraziarlo, cantava per lui…
Ninna oh! Ninna oh! La mia luce io ti do,
così tu mi accenderai
e l’omino dei sogni sarai.
Questa fiaba fa parte delle 52 fiabe sonore ideate durante la quarantena. Per ascoltarle: www.pierinagallina.it/audio-fiabe
Saranno raccolte in un volume, “UN ANNO DA FIABA”, corredate da opere di altrettanti artisti e fotografi, locali e nazionali. Uscita prevista: marzo 2021
Libro: “Nulla spegne le stelle” di Andrea Spessotto
È il libro-regalo di un papà al proprio figlio per i 18 anni. È un libro straordinario, quindi? Sì, molto, perché contiene 18 fiabe, una per ogni anno di un figlio molto speciale, degno di un papà che lo è altrettanto: Andrea Spessotto. Egli, infatti, insieme a mamma Cristina, ha dato e dà continue prove di amore al suo Emanuele, per gli amici “Ema”, un ragazzo che, a dieci anni, scopre di avere una malattia rara, anzi, rarissima, che colpisce i centri energetici delle cellule. Prima perde la vista, Ema, poi, nel 2012 ha un cuore nuovo. La speranza di una vita normale, però, deve cedere il passo alla perdita dell’uso delle gambe e al ricovero, lungo ben 13 mesi. In quel periodo, ogni sera, papà Andrea scrive su Facebook alle tantissime persone che amano Ema, fino a diventare una sorta di amorevole “Esercito”. Anche io ne faccio parte e, ogni giorno, ho seguito e ammirato l’eroismo di Ema e della sua famiglia che, mai, lo ha lasciato solo. Ce la fa, Ema, a tornare a casa e, il 17 ottobre, compie 18 anni. Papà Andrea, scrittore per talento e passione, gli dona una splendida raccolta di fiabe scritte nel corso degli anni. Il libro si intitola “Nulla spegne le stelle”, come nulla spegnerà Ema, il suo amore per la vita, la sua vocazione a fare il critico musicale, appassionato com’è di opera lirica, e non solo. Tanti, infatti, sono i suoi desideri per il futuro. Il primo è viaggiare, magari sulle orme dei viaggi già fatti, inseguendo Napoleone, visitare Napoli o Venezia. Ema è l’eroe, colui che dà forza, che mai si lamenta, e sorprende tutti, ogni giorno. E il libro? Già, il libro. È una scatola magica, piena di strane creature, anime pure, ingenue, ma con una gran voglia di affidarsi all’imprevisto, proprio come Ema.
E cos’è, una fiaba, se non la voglia di trasfigurare la realtà? Papà Andrea Spessotto ci gioca con le fiabe, con l’armoniosa dolcezza della scrittura, e con l’illusorio altro mondo dove tutti vorremmo rifugiarci, come sotto un ombrello durante un temporale. Le fiabe, si sa, dovrebbero fare sognare i bambini e aiutare gli adulti a farli addormentare, come osserva argutamente uno dei personaggi del libro. E se fosse il contrario? Se queste fiabe facessero sognare gli adulti e fossero i bambini a leggerle per loro? Provare per credere! Basta aprirlo, il libro, per conoscere la rana Gina, lo scoiattolo Mizzy, il tasso Rodolfo, la foglia volante e la casa parlante. E una allegra compagnia di bambini che ne combinano delle belle…
“Nulla spegne le stelle” è edito da L’Orto della Cultura: Da Il Ponte dicembre 2020
info @ ortodellacultura.it
Tel. 3284929750
NONNI, il libro che aiuta i bambini a respirare
Doppia, fortunata, presentazione del mio libro: NONNI. Entrambe, nel rispetto delle regole Covid, si sono rivelate contenitori di emozioni e di argomenti veri, attuali, riconoscibili dal pubblico, attento e partecipe. Davvero, non mi sarei aspettata un così intenso diluvio di affetti! Accanto a me Luisa Venuti, presidente del Caffè Letterario Codroipese, le testimoni Elisabetta Imperio e Fabia Romano, il lettore Maurizio Gazziero. Ospiti: Dott. Mario Canciani, presidente A.L.P.I. Udine (Associazione che si occupa di bambini con problemi di respiro), Gustavo Zanin, maestro organaro, Assessori Tiziana Cividini, Fabiola Frizza e Graziano Ganzit, Suor Carla Sirch, Renata Capria D’Aronco, presidente del Club Unesco di Udine. Il 3 ottobre, rimarrà data da incorniciare, ed è quello che il libro “NONNI” avrebbe desiderato. Ha avuto incontri, abbracci di occhi, orecchie all’erta, cuore in volo. E la solidarietà per A.L.P.I, concretizzata in 900 euro raccolti, che già stanno aiutando i bambini a respirare meglio. NONNI: mai soli, perché nella stessa ruota della vita di figli e nipoti. Il libro si trova, a Codroipo, in: Abaco Viaggi, Librerie Molaro e Trovatempo, Angolo della Scuola e su Amazon.
Alcune recensioni:
«Sono mamma per 2 volte: ho sempre faticato a gestire i rapporti con i nonni, tra divieti, gelosie, invadenze e poi rabbia e sensi colpa e ho sempre cercato il bandolo della matassa. Che devo dire, il tuo libro, dolce e severo, ha rimesso a posto tutto. Non è solo un libro per nonni ma anche per mamme e papà! Grazie davvero di cuore, hai cambiato totalmente la mia prospettiva e mi hai regalato tanta serenità».
«Mi ha toccato nel profondo». «L’ho letto tutto d’un fiato e lo leggerò ancora, per trovare le risposte che avevo tanto cercato ma mai trovato» «Hai ragione. È proprio il libro che mancava!»
CAMINO T – STRACCIS (Ud)
Il giorno di San Martino, Maria Peressini ha soffiato su ben 104 candeline, classificandosi come la persona più longeva del comune di Camino T, eguagliando la sorella, Rosanna Peressini che, il 22 agosto 2018, aveva festeggiato lo stesso, straordinario, traguardo. «Guai fermasi, simpri cori» è il suo motto. Avere pazienza, lavorare molto e tenere da conto, sono i suoi segreti per la longevità. «Avevamo tanta miseria una volta – dice – e tenere da conto era il capo principale. Ce ne vorrebbe un po’ per i giovani di oggi che hanno troppo e non sono mai contenti».
Maria, fino a pochi anni fa, è stata la solerte sacrestana del piccolo borgo di Straccis, seguendo le orme del suocero Tite, del cognato Natale e del marito Giuseppe – Beputi – Pradolini, sposato nel 1942, e noto anche come suonatore di “liron”. Figlia di Ines Liani e Francesco, Maria è nata a Bugnins Vecchio, l’11 novembre 1916. A undici anni era già a servizio ad Avellino e a Roma. Ha vissuto una vita semplice, dedita al lavoro – come operaia stagionale nella fabbrica di tabacco a Codroipo e, in seguito, come bidella nella scuola di Straccis – e alla famiglia. Quattro i figli, Diva, Francesco, morto a due anni, Franca, Milena, sette i nipoti e sei i pronipoti.
ll suo talento si esprimeva in cucina, dove era particolarmente apprezzata per il pane di zucca, e nel lavoro a maglia che forniva berretti e calzini a tutta la famiglia. Ha sempre amato viaggiare – ricorda con dovizia di particolari il viaggio in Canada con la sorella – stare in compagnia, in particolare con le sue amiche, sedute sul gradino della chiesetta di Straccis, anche fino a mezzanotte, a ridere di gusto e a parlare delle cose passate. La sua amica del cuore, Rita Pilutti, bravissima a creare composizioni di fiori, le fa ancora compagnia, anche se Maria non viene mai lasciata sola. Vigile e attenta, controlla che la sua casa sia sempre pulita e il congelatore sia pieno delle verdure dell’orto. Non le manca l’appetito e, a chi va a trovarla, chiede: «Cosa mi hai portato, oggi?» Donna di fede, Maria ringrazia Dio per l’ultrasecolare traguardo, di cui è ancora incredula. «Mi pare che non sia vero. Sono tanti i miei anni, cento anni più quattro. D’ora in poi quel che viene è tutto buono».
CAMINO T. (Ud)
A Villa Valetudine, spazi gratuiti per artisti
Una villa di fine anni 40, con grande parco fronte via Codroipo, al numero 25, promette valetudine o ben stare, come già scriveva Dante Alighieri, tra il 1304 e il 1307, nel suo Convivio, vero e proprio trattato di filosofia. Si chiama, infatti, Valetudine, la Villa che fu dimora di Pietro e Pasqua Zanin o, meglio, Grior. Acquistata dagli olandesi, friulani di adozione, Ad Smets e Siaak Verweij, meglio conosciuti come Adriano e Giacomo, Villa Valetudine, pur residenza privata, è vocata a diventare anche luogo d’arte. Gli ampi spazi espositivi, annessi alla villa, sono a disposizione gratuita di pittori, scultori, musicisti, poeti, scrittori. Potranno rivelarsi ideali per ospitare mostre, presentazioni e concerti, al chiuso e all’aperto, dando la possibilità di realizzare svariati progetti d’arte. Dar ali alle varie forme artistiche è idea ferma e concreta di Ad e Siaak, cultori della bellezza e della socialità. Entrambi, tra l’altro giornalisti della rivista digitale “Il Tramonto” – www.iltramonto.eu – fanno dell’accoglienza un’arte e dell’arte una lodevole forma di generosità, che potrà costituire momenti sociali e culturali molto importanti per Camino, e non solo. Il primo artista in mostra è l’udinese Marino Salvador, Cavaliere di Malta, con numerose opere pittoriche dall’astratto al figurativo, scultoree e grafiche, dal titolo “Festival del colore”. Artista eclettico, egli trasmette armonia ed allegria, rivelando uno spiccato rispetto per la vita, di cui la sua ampia produzione pittorica è imbevuta. La mostra è visitabile, in forma gratuita, su appuntamento, ogni giorno, massimo 4 persone alla volta, munite di mascherina. E-mail: info@valetudine.nl Tel: 351 8135454
CODROIPO (Ud)
MAGO LENARD: La Magia a tutta risata, per grandi e piccini
Daniele Ridolfi sulla carta d’identità, mago Lenard, dalla travolgente verve comica, nell’arte. Passione, la sua, nutrita da quando era bambino. Ha una stanza segreta, chiusa a chiave, dove dà vita alle sue incredibili, magiche, composizioni. Dai fazzoletti escono colombe, dagli ombrelli conigli, dai nastrini piccoli slip colorati. A tutta risata, Mago Lenard: per grandi e piccini. Indubbia professionalità magica, la sua, supportata da spiccate doti teatrali che mette in mostra senza economia. Non Prestigiatore, non Attore, ma LENARD il PrestigiAttore. Spiccano i suoi capelli arruffati e la dentiera bisognosa di apparecchio? Niente paura. Lui è anche odontotecnico, potrebbe farsene una perfetta. Invece, gli piace quella. Forse perchè è finta? Sììì. Sicuro che sì.
Mago Lenard, nei suoi spettacoli, sempre allestiti con meticolosa cura per ogni dettaglio, sa regalare salute a suon di gioia, senza badare all’anagrafe che, per lui, non esiste. Sa dispensare allegria con zero parole e tanti strumenti di …risata. Puro divertimento è seguire le sue evoluzioni magi-comiche e guardare i visi sorridenti di chi ne segue ogni linea, ogni magico effetto. Complimenti, bravissimo e generoso Mago/Nonno, dal cuore bambino e giocoso!
CODROIPO (Ud)
SILVIA MARCHESAN, tra i migliori 11 scienziati al mondo, è candidata DONNA DELL’ANNO 2020
Cittadina di Codroipo, è sesta, e unica italiana, tra gli undici ricercatori più brillanti al mondo, tra le “Rising Stars” della ricerca mondiale. Ha 41 anni, una famiglia, e un figlio di sei anni. Secondo Nature Index, supplemento annuale della rivista scientifica Nature, ha “il mondo ai suoi piedi”. È candidata a diventare “Donna dell’anno 2020”, insieme ad altre 49 candidate nazionali. Il suo nome è Silvia Marchesan e opera nel Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste, come docente associata di chimica organica.
Dopo la laurea con 110 e lode nel 2014 in chimica e tecnologie farmaceutiche, nove anni di studi a Londra, in Finlandia e in Australia, un dottorato a Edimburgo, con i fondi per il progetto Scientific Independence of Young Researchers del MIUR, ha aperto un laboratorio all’Università di Trieste dove studia i peptidi e le superstrutture ottenute da piccoli componenti molecolari. Varie sono le applicazioni a terapie per malattie neurodegenerative, nuovi composti antimicrobici, materiali intelligenti.
Silvia ha voluto rientrare in Italia per condividere le sue competenze con giovani scienziati italiani e diventare mamma. Non nasconde la difficoltà di far conciliare la famiglia con il suo lavoro che la porta spesso fuori casa e all’estero, ma ha sempre voluto che suo figlio crescesse qui, dove, sottolinea, ci sono ancora troppe poche strutture di supporto per chi, come lei, è scienziata e mamma. E dove c’è ancora da lavorare per la parificazione dei ruoli e degli stipendi delle donne.
«Da noi, la maggior parte delle colleghe ha un solo figlio se va bene. Se vuoi allargare la famiglia, sai a quali difficoltà vai incontro. È una questione di Paese e cultura. Bisogna fare di più, anche contro la differenza di genere, ancora troppo marcata. A volte vado a congressi e, tra i api laboratorio, sono l’unica donna su una ventina di persone. L’Italia ha i cervelli, ha le potenzialità, ma sarà bene abbattere queste differenze. Servono maggiori risorse, flessibilità e va snellita anche la burocrazia che intasa la sperimentazione. In Italia non puoi comprare uno strumento scientifico anche di scarso valore senza sottostare a tempi lunghi e una infinità di carte», sostiene.
Nel 2017, aveva vinto la medaglia Vittorio Erspamer, farmacologo italiano, per la ricerca sui peptidi, e nel 2018 il prestigioso riconoscimento di essere inserita fra gli 11 scienziati emergenti al mondo, su 500 selezionati.
«Credo sia stato premiato il lavoro di squadra che conduco con giovani ricercatori e studenti per lo sviluppo di materiali sostenibili e accessibili a tutti. Ho inoltre avviato delle importanti collaborazioni con i ricercatori Rita De Zorzi dell’Università di Trieste e Attilio Vargiu dell’Università di Cagliari che condivide la responsabilità scientifica del nostro ultimo lavoro andato in copertina su Chem» dichiara. «Io, mamma, chiedo al mio Paese di abbattere la burocrazia, di parificare i ruoli e gli stipendi delle donne» e lo dice da tenace, da una che non si arrende, come ha sempre dimostrato. E ai giovani consiglio di stilare un piano preciso con obiettivi raggiungibili, con la consapevolezza dei propri limiti e la volontà di superarli».
CODROIPO (Ud)
VITTORIO QUERINI, storico negozio di abbigliamento, chiude.
Il 31 dicembre 2020, nella centralissima Via Roma, chiuderà lo storico negozio di abbigliamento donna e accessori moda V. Querini, molto noto nel Medio Friuli. Gestito dalla signora Fiorella e dalla figlia Carla, ha sempre rappresentato un fiore all’occhiello per il prestigio e la raffinata eleganza degli articoli da donna medio fini e per la competente consulenza offerta alla clientela.
«A malincuore, abbiamo dovuto prendere questa decisione. I tempi attuali impongono delle scelte, e noi l’abbiamo presa. Con grande dispiacere, ma anche con gratitudine per chi ci ha premiate con fiducia e stima, in tutti questi anni. Cortesia e serietà verso i clienti sono state sempre la nostra forza. Abbiamo operato con la professionalità che ha sempre distinto la nostra famiglia», dichiara Carla.
Da qualche giorno, sulla vetrina, appare un cartello, con la scritta a mano di colore bianco su fondo nero, dove è leggibile la seguente scritta: “Nel 1905 Vittorio Querini abbraccia un’idea, un sogno, una visione che, da Venezia, lo porta a Codroipo, sostenuto dalla sua famiglia e per quattro generazioni. I cambiamenti e le esigenze di questo mondo, ci portano a prendere una decisione importante. Nel nostro piccolo viaggio, abbiamo fatto tutto con il cuore, offrendo disponibilità e professionalità a chi ci ha scelto nel tempo. Un saluto e un grazie affettuoso: Fiorella e Carla”.
CODROIPO (Ud)
I 4 soci onorari del Circolo Fotografico Codroipese
Il Circolo Fotografico Codroipese, nel suo percorso formativo, ha avuto la fortuna e l’onore di incrociare alcune realtà del territorio che lo hanno supportato attivamente e che hanno contribuito alla crescita dello stesso.
Non solo a parole ma anche a gesti, ha ringraziato chi lo ha sempre sostenuto e incoraggiato, consegnando la tessera di Socio Onorario a:
Fabiola Tilatti Ferrin, co-titolare dell’omonima azienda vinicola. Ha supportato il CFC fin dalla sua nascita proponendo, ospitando e promuovendone le mostre, gli incontri culturali e accogliendone i soci in un clima familiare.
Tiziana Cividini, Assessore alla Cultura del Comune di Codroipo. Ha sempre coinvolto il CFC nelle iniziative culturali del territorio, supportandolo nelle iniziative e attività.
Pierina Gallina, maestra, scrittrice, poetessa, amica del CFC. Ha dato voce alle fotografie dei Soci con le sue incantevoli poesie. Grazie a Lei e al team di Abaco Viaggi, ha consentito al CFC di diffondere l’arte della fotografia permettendo l’utilizzo della bellissima Sala Abaco per le numerose iniziative promosse anche grazie al connubio viaggi e fotografia.
Ranieri Fioritto, Direttore della Banca TER – Credito Cooperativo, filiale di Codroipo. Ha permesso al gruppo CFC di farsi conoscere attraverso la prima mostra fotografica dei Soci, permettendo l’utilizzo della sala espositiva e non solo in quell’occasione.
Direttivo CFC