Il Ponte, periodico del Medio Friuli Febbraio 2021
FIABA: NELLO, IL PICCOLO FORNAIO
Età suggerita: da 8 anni in su Illustrazione: Ketty La Rosa Copyright Verona
Le mani grassottelle, ma già molto veloci, mescolavano sapienti la farina con l’acqua e il sale e battevano la pasta del pane prima che sorgesse il sole. Aveva solo dodici anni il piccolo Nello, apprendista fornaio, che si alzava senza protestare quando tutti dormivano. Saliva sulla bicicletta fin troppo grande e prendeva servizio puntualmente in panificio. Poi, quando il pane usciva fumante e profumato dal forno, andava a portarlo nelle case, in sacchetti di tela bianchi.
Lo faceva con qualunque tempo e in tutte le stagioni, finché non si stancò della voce che gli parlava da dentro e ripeteva: «Vedi il mondo, non fermarti qui».
Ma lui tentennava, perché pensava alla sorellina di sei anni, che gli piaceva portare in giro nei pomeriggi di sole; al fratello poco più grande, senza idee bizzarre, ma neanche molto sveglio; alla mamma, che adorava e non voleva lasciare col marito, che spesso beveva un po’ troppo.
La tentazione di andarsene dal piccolo paese diventò talmente forte da metterlo sul treno delle sei di una rigida mattina d’inverno e portarlo direttamente sulla bianca neve tedesca.
Mai vista così alta nel suo Friuli!
Con scarpe, pantaloni, cappotto leggeri e la valigia di cartone piena di speranza, Nello era pronto a sfidare a testa alta il gelo e l’incomprensibile linguaggio. Aveva diciotto anni appena compiuti e una gran voglia di lavorare. Il pane lo sapeva fare anche in Germania: di colore nero, ma sempre pane e molto apprezzato. Da quelle parti, friulano voleva dire bravo lavoratore e Nello dimostrava di esserlo. Di notte sfornava, di giorno scaricava la carne dai congelatori in un macello, trasportandola sulle spalle curvate dall’incredibile peso.
Tutto per realizzare il sogno di una casa per la sua famiglia che stava in affitto, con il gabinetto in cortile, accanto al pollaio. Non sopportava più l’idea che i suoi cari vivessero così, ora che lui aveva visto le case belle con moquette e carte da parati. Voleva dar loro una casa nuova, dove la mamma potesse lavare i panni senza congelarsi le mani. Per questo non si dava tregua, generoso con tutti e pieno di voglia di vivere. Gli piaceva ballare, corteggiare le belle ragazze, di cui conservava un elenco su una agendina rossa in similpelle. Era bello, magro e scattante, con una capigliatura che sembrava una parrucca tanto era folta. Piaceva, e molto, alle ragazze tedesche ma, tra tutte, scelse Margarethe, dolce e intelligente. Lo capiva e amava, anche perché era così energico e pieno di ambiziosi progetti per il futuro.
Dopo oltre vent’anni di emigrazione, Nello era impaziente di tornare in Friuli insieme alla sua Margarethe, che lo incoraggiava e che, per amore, non esitò a lasciare affetti, amicizie, l’anziana madre, il modo di vivere, la cultura. Insieme, avrebbero sfidato il mondo in groppa a un’ambizione covata dentro per tanto, troppo tempo. Nello voleva dimostrare di essere in grado di metter su un panificio tutto suo.
Misero i mobili sul camion dei traslochi internazionali e loro due dietro, per oltre mille chilometri, sull’automobile azzurra. Fino in Friuli. Finalmente era tornato, con la sua donna, nella sua casa sudata e sospirata.
Ma i genitori anziani e il fratello celibe non vedevano di buon occhio quella nuora e cognata che ricopriva i muri di carta da parati e preparava maionese con le patate. Margarethe piangeva con Nello, che aveva trovato già lavoro in un panificio vicino casa. Lei non capiva la lingua né le abitudini e non aveva nessuno cui raccontare la cocente nostalgia.
Nello si sentiva emigrato a casa sua, mentre Margarethe si stava ammalando di tristezza e di nostalgia. Ma lui aveva trovato la soluzione: acquistare un panificio tutto suo. Avrebbe dovuto accollarsi altri debiti, ma non gli importava. Avrebbe provato un’altra emigrazione, stavolta fuori regione, ma, almeno, il suo sogno di essere padrone di sé sarebbe diventato reale.
Margarethe, con buona volontà e coraggio, imparò a vendere il pane migliore della zona. Lei era gentilissima con i clienti che, piano piano, si affezionarono a lei, a entrambi, apprezzandoli per il grande lavoro che facevano da soli, giorno e notte e senza ferie. Il negozio, col tempo, era diventato una boutique del pane, dove Margarethe era regina stimata e amata da tutti. I bambini le scrivevano lettere piene di simpatia. Una giovane cliente l’aveva voluta come madrina alla Cresima, definendola la migliore tra tutte le signore che conosceva.
Così come il suo Nello che, pur brontolando e mescolando la farina col sale e l’acqua, le esprimeva a modo suo l’immensità del suo amore.
Gli anni passarono, felicemente, tra lavoro e soddisfazioni, ma Margarethe non stava bene e lui dovette arrendersi a vendere il forno: il suo forno. Così, tornarono a vivere nella loro casa dove avevano tutti gli agi.
Nello era sempre accanto alla sua Margarethe, premuroso, innamorato e paziente, allora come ora, che è rimasto solo nella grande casa, insieme a Micio, il gatto nero che gli fa tanta compagnia.
Ha 80 anni il “piccolo fornaio”, salute, simpatia e grinta da vendere, anzi, da regalare.
“L’amore non ha confini” dice sempre, felice della sua bella fetta di vita, dei suoi amici e del suo pane, che rimane la sua grande passione.
Nello, il piccolo fornaio, è mio fratello!
“Nello, il piccolo fornaio”, fa parte delle 52 fiabe sonore ideate durante la quarantena. Per ascoltarle: www.pierinagallina.it/audio-fiabe
Saranno raccolte in un volume, “UN ANNO DA FIABA”, corredate da opere di altrettanti artisti e fotografi, locali e nazionali. Uscita prevista: primavera 2021
CODROIPO (Ud) ZOMPICCHIA: In chiesa, un presepio a regola d’arte
Tre metri e venti centimetri per un metro e mezzo: così era grande il presepio artistico, collocato alla base dell’altare della parete di destra, nella parrocchiale di Zompicchia. L’autore? Danilo Bressanutti, classe 1956, nativo e residente a Zompicchia. Egli è l’appassionato, quanto preciso, artefice di un capolavoro presepiale, interamente realizzato a mano. I manufatti edili, quali capanna, stalla, casette, pozzo, mulino con la ruota che gira sull’acqua, corredata da piccoli pesci vivi, laboratorio del fabbro, del falegname, del pollaio, richiamano ai vecchi mestieri, ormai scomparsi. Con l’aggiunta del rispetto per chi tali mestieri aveva svolto, proprio a Zompicchia: Gjildo Fari, Guido Bertuç Marangon, Min Contadin, Brundulin Mulinar, Vigj Colono dal Capelan, senza scordare il “Ledron” che, da Beano, attraversa il paese, fino al locale cimitero, dopo la seconda cortina.
Danilo Bressanutti ha costruito ogni particolare degli edifici, con il das rosso, plasmato e cotto al forno, dalle tegole – ben duemila – ai mattoni, tagliati a uno a uno, incollati sulla base di legno e stuccati con la malta. Inoltre, ha curato ogni particolare, perfettamente funzionante: chiavistelli, telai con vetri alle finestre, carriola con la ruota che gira, erpice, banco da lavoro con martelli e scalpelli, cassetti che si aprono, morsa, maglio, sacchi di farina, tavole e sedie, forca, steccati.
E le statuine? Originali: le sue, degli anni 60. Con la collaborazione di Luciano Piccoli e del figlio Giorgio, autori rispettivamente della base strutturale e della sofisticata parte tecnologica, Danilo ha visto, per la prima volta, il suo presepe in mostra. Di anno in anno, lo arricchisce, dedicandogli preziose ore del suo tempo e della sua passione. Ogni cinque minuti, il presepe cambiava la prospettiva temporale, resa veritiera da straordinari effetti di luci. Passava dall’alba al sorgere del sole, con l’apertura automatica di porte e finestre, spegnimento delle luci di lampioni e case, al giorno pieno, con tutti i lavori in corso. Poi, al tramonto, le porte si chiudevano e si accendevano le luci delle stanze. Poi, appariva la notte, con il cielo stellato, la luna, e le luci accese nelle camere. Grazie alla musica di sottofondo, l’atmosfera natalizia si faceva ancor più suggestiva. Non resta che aspettare il prossimo Natale per ammirare, di nuovo, i capolavori di Danilo!
CODROIPO
PASSARIANO Acquerello del Doge ha un nuovo gruppo Facebook: arteperlavita@acquerellodeldoge
Sono passati due anni dalla nascita del progetto Acquerello de Doge – nell’ambito dell’Associazione Quadruvium di Codroipo – germogliato dal sogno e dalla passione di tre artiste friulane, Lucia Zamburlini di Latisana, Germana Snaidero di Udine e Sandra Di Lenardo di Basagliapenta. Il sodalizio, nato per la promozione dell’arte dell’acquerello, ha al suo attivo numerosi workshop a Passariano, con importanti maestri, oltre a due mostre a Codroipo, ospitate nella sala espositiva della Banca Ter: la 1ˆmostra Internazionale di Acquerello nel 2019 e la seconda nel 2020, dedicata agli Acquerellisti del nord-est. Ogni iniziativa è stata premiata da successo di pubblico e di vendite e racchiusa in pregiati cataloghi a colori. Dopo il lockdown, le artiste hanno creato il gruppo Facebook arteperlavita@acquerellodeldoge; lo start è stato il progetto che terminerà a febbraio “Cartoline per il Doge”, cartoline in acquerello ispirate alla poesia di grandi autori e di poeti locali, quale buon auspicio per il 2021, un bel modo di sentirsi vicini e uniti attraverso le arti, anche durante la pandemia. Da marzo ci saranno altre interessanti iniziative, che verranno lanciate sul gruppo social arteperlavita@acquerellodeldoge; quindi… state collegati!
Tornando al progetto delle cartoline ispirate dalle liriche, attualmente in corso, l’humus creativo che l’ha ispirato è stato quello della contaminazione artistica, come ci spiega la pittrice Germana Snaidero: “Ci sono degli esempi illustri di interazione tra le arti, come Le fiabe di La Fontaine illustrate da Marc Chagall, oppure la famosa edizione della Divina Commedia illustrata da Gustavo Dorè. Va anche ai Futuristi il merito di aver esaltato il legame tra parola e arte plastica. Il dialogo e la commistione tra le arti è fecondo e ricco di suggestioni sempre nuove” .
“tutte le Arti possano fondersi per generare altra Arte e che tutti siano liberi di contaminare o meno la propria creatività. Le cartoline riescono a rigenerare le poesie scelte nei colori dei vostri acquerelli e nelle emozioni che trasmettono: tutte diverse e personali” dichiara la pittrice Sandra Di Lenardo.
Per la pittrice Lucia Zamburlini: “È una contaminazione arricchita anche dalla musica. E ogni volta è una grande emozione“.
Il loro intento è realizzare una mostra con le centinaia di cartoline pervenute e attentamente catalogate, oltre a una pubblicazione che le raccolga.
Il calendario dei workshop di Acquerello del Doge era già stato riempito con diversi appuntamenti, anche per il 2021, che per ora sono solo rimandati. I laboratori con i maestri si sono sempre tenuti nei pressi di Villa Manin; nel libro dei sogni, ci sarebbe anche una sede vera e propria in cui ospitarli.
Per la raccolta delle cartoline il recapito è stato fornito gentilmente dal negozio Ideacolor; le artiste Lucia, Sandra e Germana ringraziano la signora Luisa per il continuo sostegno, e tutti gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dei diversi eventi di Acquerello del Doge.
Info: cartolinedeldoge@libero.it
Gruppo FB: arteperlavita@acquerellodeldoge
CODROIPO:
ROSSELLA, CAMPIONESSA NAZIONALE DI NUOTO PINNATO
Ha 61 anni, Rossella Panigutti, vive a Codroipo – dove è nata – ed è campionessa nazionale di nuoto pinnato, specialità paraolimpica di nuoto.
Sprizza felicità da tutti i pori perché, grazie al nuoto pinnato, ha vissuto un’esperienza inaspettata e umanamente ricchissima di valori e solidarietà.
Imprenditrice agricola, Rossella è sposata, mamma e due volte nonna.
Nel 1996, a seguito di un infortunio sul lavoro, ha riportato un’invalidità permanente.
Non si è, certo, fermata per questo, anzi. Rieducazione funzionale in acqua, ginnastica antalgica, camminate in montagna, marce non competitive, sono state il suo pane quotidiano, almeno fino al Lockdown. Non del tutto soddisfatta, voleva fare qualcos’altro. Un movimento adatto alle sue possibilità, per esempio. Ma, tutte le persone e gli enti cui si rivolgeva, la ponevano di fronte ai suoi limiti o le davano consigli che non sapeva come applicare.Stanca di ciò, ha scritto una lettera all’INAIL, sezione invalidi, che le ha prontamente risposto, indicandole le numerose società che si dedicano anche agli invalidi – amputati e non – e i tanti sport praticabili.
Un mondo di nuove opportunità le si era spalancato.
Tutte valide ma, alla prima pinnata – presso il Tomadini di Udine – ecco Rossella innamorarsi del nuoto. Pinnato, appunto. Era ottobre 2019. Dopo varie scartoffie e l’inserimento nel programma di avviamento allo sport in collaborazione con CIP e INAIL, finalmente, a gennaio 2020, i primi allenamenti, poi lo stop per coronavirus, la ripresa e il tesseramento per i campionati italiani.
Proprio lì, Rossella ha dimostrato tutto il suo valore, portandosi a casa ben due medaglie d’argento e una d’ oro nel nuoto pinnato, oltre a una d’argento nella gara di apnea.
No, non avrebbe mai sperato in tanto ben di Dio. Ma gli istruttori le continuano a dire che il merito è tutto suo: si è sempre impegnata, e pure molto!
«Vero solo in parte. Il merito va anche al Comitato Italiano Paralimpico, alle assistenti sociali INAIL, al “Pinna sub”, che lavorano per chi, come me, pensa di non essere alla pari degli altri. Io cito la mia società perchè ne faccio parte, ma in Friuli sono molte le realtà sportive che aiutano i disabili. Per questo, voglio pubblicizzare le loro attività. Se nessuno sa che esistono, nessuno si prenderà la briga di provarci. Desidero che si parli più di loro che di me e che la mia storia sia da stimolo e fiducia per la ripartenza dopo un’invalidità» dichiara Rossella, soddisfatta e felice.
Info: https://www.fipsas.it/nuoto-pinnato
Pinnasub di San Vito al T (Pn): segreteria@pinnasub.it
Comitato Italiano Paraolimpico: m.straziuso@comitatoparalimpico.it
POZZO, IL PAESE DEI PRESEPI
Pozzo, frazione di Codroipo, da 15 anni è paese dei presepi. Nel 2004, infatti, prendeva corpo l’idea del pittore Ennio Martinis di allestire un presepe artistico, dipinto e su base di compensato, in Via San Rocco. A dargli man forte, Egidio Moro e la moglie Angela Pevato, per la parte dell’intaglio del legno e dell’allestimento. Ogni anno, si arricchisce di nuovi elementi, che si riferiscono ai vecchi mestieri, tipici della realtà contadina. La novità 2020 ha riguardato le mascherine e la distanza di sicurezza tra le statue. “In osservanza delle disposizioni Covid” afferma Angela, cui si deve la creatività dell’allestimento, davvero scenico.
Al presepe di Via San Rocco, si è unito quello ambientato nel 1400 e realizzato dalla Pro Loco di Pozzo, allestito sotto al grande pino, accanto alla chiesa. Vicino al pozzo centrale, in piazza, ha fatto bella mostra di sé l’albero natalizio multicolore, curato dalla Pro Loco Pozzo.
CODROIPO: Città dei presepi
Per tutto il periodo natalizio, le vetrine del centro cittadino e il municipio, hanno ospitato un percorso di presepi realizzati a mano da 35 artisti locali, votati dai clienti tramite preferenza espressa su cartoline. L’opera vincitrice è “La sacra famiglia” in rame sbalzato, 40 x 50, di Giuseppe Giavedoni di Camino al Tagliamento, a pari merito con “Telaio” di Valentina Bott di Pocenia. Secondo posto per Gianfranco D’Ambroso di Castions di Strada e terzo per Gino Cristante di S. Giovanni di Casarsa. L’iniziativa è stata curata dall’Associazione delle attività economiche del Medio Friuli “Codroipo c’è”, presieduta da Antonio Ferraioli, in sinergia con il Comitato Regionale Pro Loco, dopo che la pandemia aveva annullato la tradizionale mostra nell’esedra di Levante di Villa Manin. I presepi sono visibili sul sito www.presepifvg.it.
LATISANA (Ud) CON l’ASSOCIAZIONE “SORRIDI ANCORA” SI PUO’ USCIRE DAL TUNNEL DELLA VIOLENZA
Chi decidesse di uscire dal tunnel della violenza, può trovare chi ascolta e aiuta: si chiama Associazione di volontariato “SORRIDI ANCORA”, l’unica della Bassa Friulana a occuparsi di violenza di genere.
È operativa a Latisana, presso il Centro Polifunzionale di Via Goldoni, dove è possibile accedere nella massima riservatezza, su appuntamento.
Risponde al 345.6248990, il mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 19.00, il sabato dalle 09.00 alle 12.00 e, presto, anche il lunedì.
E’ aperta a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, età e religione, che si riconoscano negli obiettivi dell’Associazione.
“SORRIDI ANCORA” è nata nel 2013, per volontà di Luisa Rossi, sorella di una delle tante vittime della violenza, e di Serena Bellamio, avvocata che opera nel territorio e che da anni avverte l’esigenza di sostenere le donne che si rivolgono a lei.
Lo Sportello d’Ascolto accoglie anche donne in difficoltà, aiutandole a costruire un domani diverso.
Operatrici volontarie appositamente formate e preparate, accolgono, forniscono informazioni, affiancano, sostengono, accompagnano la donna maltratta, nel progetto di uscita consapevole dalla situazione di violenza. A seconda delle necessità, attivano la rete dei servizi, fornendo anche supporto psicologico e/o legale.
Tra le finalità dell’Associazione “Sorridi Ancora” rientra anche quella di sensibilizzare e far conoscere la violenza di genere che, troppo spesso, è fatto di cronaca ma che, in realtà, rimane ancora nascosta e silenziosa, e in particolare tra le mura domestiche.
“SORRIDI ANCORA” rivolge un’attenzione particolare ai ragazzi, agli studenti delle scuole primarie e secondarie. Con quelle del comprensorio ha realizzato progetti finalizzati a far conoscere e comprendere loro il fenomeno, aiutandoli a maturare il rispetto per le differenze e il riconoscimento della parità di genere. Molti i progetti attivati: “Ugualmente diversi”, “Educare alle differenze e al rispetto delle diversità”, “In campo contro la violenza sulle donne”, oltre a numerosi seminari e convegni, spettacoli teatrali, il volume “Violenza sulle donne e sui minori” e “Violenza contro le donne”, serate musicali, incontri pubblici “Neanche con un fiore”, eventi e attività promozionali durante fiere e feste.
“SORRIDI ANCORA” per sorridere ancora. Basta una telefonata: 345.6248990.