IL PONTE, periodico del MEDIO FRIULI febbraio 2024
Il Ponte è un periodico – mensile del Medio Friuli, con sede a Codroipo (Ud). Ecco gli articoli che ho scritto in questo mese.
FIABA
IL FANTASMA PUZZAPUZZA
Consigliata per 3/6 anni Disegno di Vincent Dalla Costa
Tanto, tanto tempo fa, in cima a una montagna, c’era un castello.
Con i portoni e le torri e le ragnatele e i fantasmi.
I fantasmi?
Ecco perché nessuno voleva andarci, nemmeno gli orchi pancioni e gli stregoni dormiglioni.
E nemmeno gli abitanti del paese che stavano lì sotto.
Sapevano che, nel castello, abitavano tanti fantasmi: famiglie intere di fantasmi.
Sapevano anche che, a un certo punto, ne era rimasto uno solo.
Non l’avevano mai visto, però sapevano che puzzava di una puzza così puzzosissima da entrare fin nelle loro case e nelle camerette e nelle scuole.
Per questo lo chiamavano Puzzapuzza.
Lui non capiva perché gli avessero dato quel nome, per niente bello per nessuno e, men che meno, per un fantasma nobile come lui.
Avrebbe preferito essere “il Signor Fantasma del castello” e invitare la gente a pranzo o a cena o a dormire o, almeno, a una partita a scacchi volanti.
Per questo si teneva pronto, profumato, pettinato e vestito col lenzuolo più pulito che aveva: quello lavato cento anni prima.
Di notte, quando svolazzava tra gli alberi del suo giardino, salutava i pipistrelli, ma perfino loro scappavano appena lo vedevano.
Così, se ne tornava al castello, sempre silenzioso. Qualche volta piangeva e bagnava tutto il vestito.
Ma, una notte scura e tempestosa, proprio nel mezzo del fracasso dei tuoni, sentì bussare.
“TOC TOC.” “Che ci sia qualcuno che viene a farmi compagnia?” pensò, tutto contento.
Non credeva alle proprie orecchie mentre scendeva dal letto e correva giù, ad aprire.
“TOC TOC.”«Frrrrr… che freddo!» si sentì dire da…
Da?
Da un vecchierello col naso a pomodoro e il viso di neve che si era perso nel bosco ed era tanto stanco.
Proprio mentre andava in cucina per preparargli una camomilla calda, ecco che gli scappò un PRRROOOTTT!
Una nuvola di puzza grigia invase il castello e… mamma mia!
Il vecchierello, quasi quasi, sveniva per la puzza!
Puzzapuzza si chinò per aiutarlo ma… gliene scappò un altro e un altro e un altro ancora.
“PRRROOOTTT”…
Il vecchierello tossiva e tossiva e non riusciva a respirare nemmeno un filo d’aria.
Così, si mise a correre, a entrare e a uscire da ogni stanza, ma Puzzapuzza lo seguiva con: «Scusa, scusa» e, più correva, più PRRROOOTTT faceva e pure PRRUUUTTT e PRRIIITTT e PRRRRRRRR.
Insomma, un concerto per sederino fantasmino quasi famoso!
A un tratto, il vecchierello, trovata la porta di uscita, sparì nel fitto bosco.
Respirata l’aria fresca con la bocca, che sembrava un pentolone da polenta, si fermò a pensare a Puzzapuzza. In fondo, era stato carino con lui, puzza a parte.
Lo aveva fatto entrare e accomodare e gli avrebbe offerto la camomilla se…
Quel vecchierello era buono e pure mago.
Cioè, lo era stato, prima di andare in pensione, ma si ricordava ancora qualche formula magica.
Così decise di tornare al castello, ma, questa volta, con una maschera antipuzza sul viso.
“TOC TOC”
Il Fantasma Puzzapuzza,in un sol volo, gli aprì.
Non credeva ai suoi occhi – e nemmeno alle sue orecchie – perché mai nessuno era tornato al castello per ben due volte.
Il vecchierello soffiò sulla polvere del librone delle formule magiche e lo aprì a pagina seimilaventitré.
Sì, proprio lì, c’era scritto che il Fantasma Puzzapuzza aveva mangiato solo fagioli stregati, per tanti e tanti giorni.
Cioè, da quando era nato, poverino!
Tutta colpa del tristristristrisavolo che, golosone com’era, aveva rubato i fagioli nell’orto del Re dei fantasmi. Lui era anche un mago e, per punizione, aveva deciso che tutti i figli e i nipoti e i trisnipoti di quel tristristrisavolo avrebbero mangiato, e per sempre, fagioli stregati.
Ecco perché i PRRROOOTTT gli scappavano in continuazione. Ecco perché puzzava!
Bastarono solo pochi giorni di erbe del bosco per farlo guarire.
Poi, poté invitare tutti gli abitanti del paese a una mega festa al castello, che ora era pulito e profumato, come piaceva a Puzzapuzza.
Ops, scusate, al “Signor Fantasma del castello!”
1° PREMIO per Pierina Gallina, a Roma, in lingua friulana.
Al concorso nazionale promosso dall’ Unione Pro Loco D’Italia “Salva la tua lingua locale”, la codroipese Pierina Gallina ha vinto nella sezione “Prosa inedita” con la fiaba “Il Cocâl e la Çore”. Motivazione: “Affascinante la descrizione con cui vengono trattati, seppur metaforicamente, i temi della solitudine e della vecchiaia. La conclusione, positiva, rincuora e fa pensare che sia possibile un mondo migliore”.
La premiazione si è tenuta in Campidoglio, a Roma, il 7 dicembre 2023.
CODROIPO(Ud)
BABBO NATALE ha trovato casa in Via Bombelli
Da Rovaniemi a Codroipo, il noto Babbo ha trovato residenza in una artistica casa costruita, per lui, da Michele Pagotto, classe 1971.
Operaio appassionato di fotografia e video, ha mani d’oro e fervida fantasia.
Codroipese da sempre, è cresciuto tra grandi presepi allestiti fin da piccolo, con i suoi genitori.
Ma Michele, da tempo, coltiva il sogno di creare qualcosa di diverso, che favorisca l’aggregazione tra i bambini del suo vicinato, e non solo, soprattutto nel periodo natalizio.
Da tre anni, al posto dei presepi, eccolo creare i primi pezzi della casa del famoso Babbo.
Cambiando ambientazione ed elementi – tutti perfettamente funzionanti – a ogni Natale. Tutti, rigorosamente usciti dalle sue mani, creative e laboriose.
Quest’ anno spicca la nuova illuminazione, la cucina completa di ogni accessorio, il grammofono, la tivù, con tanto di antenna, il folletto con il binocolo, il giornale con i fogli che si possono girare, i libriccini leggibili.
Schiacciando un bottone, ecco uscire fumo vero dal camino, proprio dietro alla sontuosa slitta trainata dalle renne.
Da lì, ogni cinque minuti, preannunciato dai campanelli, Babbo Natale saluta e le sprona a volare nel cielo, rischiarato dall’aurora boreale.
Davanti alla casa in miniatura, c’è il giardino innevato, con tanto di cassetta per le lettere, il camioncino della Coca-Cola, il pupazzo di neve, la cuccia del cane e l’allegro scoiattolino in cerca di briciole.
Michele non si aspettava certo tanto interesse, ma ne è molto contento, soprattutto per le numerose visite ricevute.
Perché, proprio agli occhi sorridenti dei bambini, egli pensa nelle lunghe ore dei preparativi e dell’allestimento.
Inoltre, sta già progettando le novità e l’organizzazione delle visite per il prossimo anno.
La sua, spettacolare, casa di Babbo Natale piace a tutti, anche ai bambini cresciuti. Anzi – assicura – a loro, persino di più!
CODROIPO
BEFANDOS, LE BEFANE DELL’ANDOS IN FESTA
Il 6 gennaio è la loro festa, si sa.
Di chi? Ma delle befane, quelle delle scarpe rotte e delle gonne alla romana e l’immancabile scopa.
Quelle moderne amano travestirsi per divertirsi, “armate” di scope e cappelli, e di genuina voglia di ballare e cantare e stare in armonia.
Per il terzo anno, l’obiettivo è stato pienamente raggiunto grazie all’ Andos, sezione di Codroipo, presieduto da Patrizia Venuti.
Nel noto locale “Al Fiume” si sono riunite una settantina di “befane e befani”, che hanno scelto di ballare in buona compagnia, insieme a CuOrinpista ovvero Denis Zuliani e Orietta Lavaroni, coinvolgenti animatori e insegnanti di balli di gruppo, anche ai corsi organizzati dall’Andos codroipese.
Alla presenza dell’Assessore Paola Bortolotti, che ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale, la serata ha avuto sfondo benefico, a favore dell’ospedale di Latisana (Ud). Lo scopo principe dell’Andos è, infatti, la prevenzione e la solidarietà.
CODROIPO (Ud)
CAFFE’ LETTERARIO: TRA IL LIBRO SUL TIEPOLO E IL CORO 5
Biblioteca da tutto esaurito, due scrittori, Federica Ravizza e Alberto Frappa Raunceroy, il suo ultimo libro “L’ombra del Tiepolo”, il Coro 5, la pianista Micaela Del Giulio, sono stati gli ingredienti di successo dell’ultimo incontro del 2023 per il Caffè Letterario Codroipese.
Come ha sottolineato l’assessore Silvia Polo, la serata ne ha cementato la valenza culturale nel territorio, grazie all’impegno di Luisa Venuti, presidente, e del suo staff.
La scrittrice Federica Ravizza ha condotto il pubblico nell’epoca del pittore Giambattista Tiepolo, 1696-1770, della cui vita privata ben poco si sa.
Alberto Frappa ne ha delineato i tratti di giovane artista a Udine, dal 1726. Proprio in città, egli ha dato sfogo al suo genio. Il libro si rivela un affresco storico potente e originale, che racconta i primi anni di uno degli artisti più importanti di tutti i tempi. Accanto a lui le donne che lo hanno ospitato, tra cui Teresona, demoniaca ispiratrice di disegni e raffigurazioni oscure e allegoriche.
Federica Ravizza ha condotto il pubblico nell’epoca del pittore Giambattista Tiepolo, 1696-1770, della cui vita privata ben poco si sa.
Alberto Frappa ne ha delineato i tratti di giovane artista a Udine, dal 1726. Proprio in città, egli ha dato sfogo al suo genio. Il libro si rivela un affresco storico potente e originale, che racconta i primi anni di uno degli artisti più importanti di tutti i tempi.
Udine, Repubblica di San Marco. Giambattista Tiepolo, astro nascente della pittura veneziana, viene incaricato di affrescare la cattedrale locale. In città darà sfogo al suo genio. Di lui e della sua arte ignorano l’esistenza tre donne che – per far quadrare i conti – daranno ospitalità al maestro. Tiepolo prenderà possesso di quegli spazi accorgendosi pian piano dell’esistenza di Aurora, che prova da subito verso l’artista una forte attrazione, e di tutto un microcosmo poco conosciuto. Sarà soprattutto la madre della giovane, Teresona, ad attirare l’attenzione del pittore, rompendo la quotidianità della sua esistenza e fornendogli una febbrile e demoniaca ispirazione per disegni e raffigurazioni oscure e allegoriche.Un affresco storico potente e originale, che ci racconta i primi anni di uno degli artisti più importanti di tutti i tempi.
Il Coro 5, diretto dal Maestro Elena Blessano, ha ben interpretato i canti della tradizione del periodo natalizio, spaziando dal friulano “Salustri di Nadâl” ad “Amazing Grace”, arricchito dalla lingua sarda.
CODROIPO
SINFONIE D’INVERNO tra musica, narrazione, fotografia
Il Circolo Fotografico Codroipese, presieduto da Claudio Odorico, ha voluto regalare alla comunità una serata di belle emozioni ovvero “Sinfonie d’inverno”.
Sinfonie nel senso di unione tra due realtà codroipesi: Circolo Fotografico e Scuola di Musica, rappresentata dal maestro Giorgio Cozzutti.
In più la narrazione, affidata alla voce della giornalista Martina Del Piccolo.
Per il vice sindaco, Giacomo Trevisan, una serata illuminante, complice il solstizio d’inverno, quando il sole rimane sulla stessa linea dell’ orizzonte ed è simbolo di rinascita e di luce.
Il filo narrativo scorre tra le letture curate da Martina, le immagini dei fotografi del Circolo e le note, al pianoforte, di Giorgio Cozzutti.
Alla poesia “Mi mancje il fogolâr“, alle immagini innevate e alle musiche di accompagnamento, segue la lettura di “Natività ” di Pierluigi Cappello.
Perché festeggiare il Natale? Ancora?
Perché Natale è tramandare, stringersi, stare insieme, conservare e rinnovare memoria, “fino a quando starà dritto il palo sulla neve”.
Poi, altre immagini, tra cui i Krampus, a esorcizzare il male. E la lettura de “Il sogno di Natale” del siciliano Pirandello, il cui invito è tornare all’essenzialità.
Qual è la sua migliore maestra? La natura.
Proprio alla natura si ispirano i versi di Amedeo Giacomini, “Glaç“, in cui rievoca la natività immersa nella quotidianità, con i peccati e le bestemmie, fino a cogliere “une puare felicitât”.
Altre immagini e note musicali sul tema “composizioni” e “L’an invecjât e agonizzant” di Ermes di Colloredo, che personifica l’anno moribondo, ma che insegna a vivere nel miglior modo possibile.
Il ricordo di Maria, nonna di Martina, aggiunge calore alle tante emozioni di una serata augurale, nel segno della continuità tra le preziose realtà codroipesi.
POZZO di CODROIPO: Via San Rocco ha 27 presepi
Pozzo è un paese, di 700 anime, nel comune di Codroipo. Ha una via, la più lunga, verso il cimitero e la chiesetta di San Rocco. Il suo nome è, appunto, via San Rocco.
Da 19 anni, Angela Pevato, sacrestana, che abita al numero 50, allestisce lo spazio davanti a casa sua con il presepio artigianale. Nel 2004, infatti, su sua idea, del marito Egidio Moro e del pittore Ennio Martinis – mancato due anni fa – fu realizzato il primo presepe, proprio davanti alle loro abitazioni e attorno al pozzo.Ogni anno venivano aggiunti elementi in più.
Martinis faceva il disegno su carta, Moro lo riportava sul legno e ne tagliava la sagoma, Martinis lo dipingeva e, infine, Angela si occupava dell’allestimento. Di anno in anno nuove idee: coinvolgere gli abitanti e gli artisti locali.
Quest’anno, grazie alla loro collaborazione, all’artista dei materiali riciclati – nato e residente a Pozzo – Galdino Tomini, a Emiliana Candotti, nativa di Pozzo e insegnante di ceramica all’Ute di Codroipo, a Diana D’Angela di Camino al Tagliamento e al Mosaico di Codroipo, se ne contano 27.
Sono collocati sui davanzali, nelle nicchie delle finestre, in angoli impensati. Addirittura, dentro a un bidone dipinto. Ce ne sono di ogni forma e foggia. Meglio ammirarli sotto sera, illuminati. Ma, anche di giorno, invitano alla giusta atmosfera natalizia.
Testimoni di generosa collaborazione, i presepi attendono visitatori e occhi capaci di meravigliarsi. Fino all’Epifania.
“Mi dà molta soddisfazione vedere i bambini entusiasti nel guardare i particolari dei presepi e porre domande ai genitori. Sono molto felice di rispondere, sia a loro sia a ogni persona che passi da queste parti. Vorrei tanto far emergere il vero sentimento del Natale, al di fuori del lato commerciale che, ormai, lo caratterizza. Mi piace, anche, animare la via dove abito. Sto, già, pensando al prossimo anno” dichiara, soddisfatta, Angela.
BIAUZZO – CODROIPO (Ud)
BLAUS FOR CHRISTMAS CON IL CORO 5
La prima edizione di “Blaùs for Christmas” si è svolta all’insegna della tradizione delle feste di fine anno, sotto al tendone degli impianti sportivi di Biauzzo. Protagoniste le canzoni che riportano ai rituali natalizi, in musica strumentale e canto corale. A interpretarle quattro allievi della Scuola di Musica “Città di Codroipo”: Ada Cozzutti, all’arpa, Noemi Cozzutti, Caterina De Anna ed Enrico Zaninello al pianoforte. La parte corale è stata affidata al Coro 5, diretto dal Maestro Elena Blessano, affiliato all’Associazione corale “Sante Sabide” di Goricizza. Panettone e vin brulè hanno conferito armonia alla convivialità.
ZOMPICCHIA – Codroipo (Ud)
PRESEPIO artistico di Danilo Bressanutti
Il presepio artistico realizzato da Danilo Bressanutti, classe 1956, nativo e residente a Zompicchia, collocato a destra rispetto all’altare centrale, fa bella mostra di sé. Per il terzo anno. Egli è l’appassionato, quanto preciso, artefice di un capolavoro presepiale, interamente realizzato a mano e con attrezzi funzionanti. Le forbici tagliano, gli scuri delle finestre si aprono e si chiudono, la ruota del mulino gira sull’acqua dove vive una piccola colonia di alborelle o “pissigulis”, cui Danilo dà da mangiare ogni due giorni. Nei laboratori del fabbro e del falegname ogni attrezzo adempie alla propria funzione, richiamando i mestieri ormai scomparsi.
Danilo Bressanutti ha costruito ogni particolare degli edifici, con il das rosso, plasmato e cotto al forno, dalle tegole – ben duemila – ai mattoni, tagliati a uno a uno, incollati sulla base di legno e stuccati con la malta. Inoltre, ha curato ogni particolare, dagli steccati alle insegne. Le statuine sono originali, a partire dal 1952. Quest’anno il presepio è arricchito dall’edificio dell’osteria “Moroso”, in piazza, con tanto di cartello di rivendita tabacchi, la numero 7. Danilo mostra con orgoglio i suoi manufatti, descrivendone i particolari e come sono nati. Al presepio, infatti, dedica preziose ore del suo tempo e della sua passione. Già, pensa alle novità da inserire il prossimo anno.
Grazie alla collaborazione di Luciano Piccoli e del figlio Giorgio, che segue l’illuminazione, ogni cinque minuti, il presepe cambia la prospettiva temporale, resa veritiera da straordinari effetti di luci. Passa dall’alba al sorgere del sole, con l’apertura automatica di porte e finestre, spegnimento delle luci di lampioni e case, al giorno pieno, con tutti i lavori in corso. Poi, al tramonto, le porte si chiudono e si accendono le luci delle stanze. Poi, appare la notte, con il cielo stellato, la luna, e le luci accese nelle camere. Non manca la musica di sottofondo, regolata da Danilo stesso, per rendere ancora più suggestiva l’atmosfera natalizia. Info sul presepio: Danilo Bressanutti 338/9168587 o Luciano Piccoli 328/3624120.
Il presepio è stato allestito fino al 31 gennaio 2024.
ZOMPICCHIA
RASSEGNA CORALE “Sopra Betlemme un bagliore divino”
Alla Rassegna Corale, presentata da Ilaria Santarossa e promossa dal Coro “Notis dal Timp”, diretta dal Maestro Milena Della Mora, hanno partecipato il Coro “San Francesco” di Camino al Tagliamento, diretto da Eliana Gallai e il Coro “Fuoco Vivo”, di Faugnacco e Nogaredo di Prato, diretto da Glauco Pignattone.
Tre cori, tre personalità diverse, legate dalla stessa passione per il canto e la socialità.
Il coro femminile “Notis dal timp” ha spaziato dal canto popolare friulano “Staimi atenz” al “Silenzio di neve” di M. Maiero, all’incanto della “Ninna nanna” accompagnato da Luca Fabbro alla tastiera e da Denis Bosa al violino, fino allo spiritual del South Carolina.
Ritmicità e dolcezza melodica si sono abbinate a sonorità tenui e delicate.
Il Coro misto “San Francesco” di Camino, presentato da Astrid Virili, ha presentato brani vivaci e colorati, come i suoi intepreti. Da “Cantemos a Maria”, canto popolare della Repubblica Dominicana, al “Christmas Fantasy”, al “Buon Natale” versione italiana di Elton Jhon.
L’accompagnamento strumentale è stato affidato a Luca Fabbro, tastiera, Alice Pascutti e Letizia Locatelli, violino, Ersilio Romanelli e Alberto Trevisan alla chitarra. La Corale “Fuoco vivo” ha eseguito brani tradizionali, quali il “Piccolo tamburino” del 1941, “Happy Christmas” del 1971, scritto da John Lennon e Yoko Ono, “Joy to the world”, versione italiana dei Pentatonics a opera di Luca Secco, membro della Corale, alle musiche cristiane “Soul on Fire” e “A new Halleluja”.
La Corale è stata accompagnata da Vito Costantino, tastiera, Alessandro Casula, chitarra, Michele Di Stefano, basso, Cristian Feruglio alle percussioni.
Infine, insieme, i tre cori hanno interpretato il celebre brano “Adeste fideles”, affidando la direzione a Milena Della Mora. La presidente del Consiglio Comunale di Codroipo, Carla Comisso, ha rivolto parole di plauso ai cori, per la loro valenza sociale ed educativa, e al Coro organizzatore, che, da anni, aiuta il Benin, regione africana, interessata a vari progetti umanitari e solidali.
RIVIGNANO-TEOR (Ud)
QUANDO IL TEATRO FA SCUOLA
In scena i giovanissimi attori di Drin e Delaide, con “Il fantasma di Anna Bolena”
E se sfatassimo l’idea che ai giovani non piace la storia?
E che, oltre a conoscerla, la sanno interpretare a teatro? Incantando i coetanei e unendo i gusti di varie generazioni?
Lo spettacolo “Il fantasma di Anna Bolena” ne è la dimostrazione. L’auditorium di Rivignano -Teor, il testimone.
In una mattinata di scuola, davanti a tutti gli allievi delle secondarie di primo grado e dei loro docenti, sei attori solcano la scena. Hanno undici anni ciascuno, tanta emozione e altrettanta bravura.
Sono versatili, immediati, camaleontici.
Loro, quelli del futuro in mano, che salutano con “Ciao Bro”, possiedono il copione, rigorosamente a memoria, allenata vocalità e velocità nel cambio ruoli, la giusta dose di sicurezza, affiatamento del gruppo.
Tutto questo, prima, dopo e durante, sotto lo sguardo attento dei registi Elisa Zatti e Nicola Valentinis, storico e autore dei testi.
In più, danno lustro al Gruppo Ricreativo “Drin e Delaide”, nato nel 1975, a Rivignano-Teor, di cui fanno parte nella sezione Baby A.P.S. Un’ora di spettacolo-immersione, divertente e ironico, nella tragica vicenda di Anna Bolena, vissuta dal 1501 al 1536. Seconda delle sei mogli di Enrico Vlll, re d’Inghilterra dal 1504 alla morte, nel 1547, in un’epoca di grandi cambiamenti, tra cui la scoperta dell’America, fu, da lui, fatta decapitare con l’accusa di adulterio.
In realtà, era colpevole di aver partorito una femmina anziché il tanto atteso figlio maschio.
Una storia funesta, la sua, resa leggera e godibile dal linguaggio attuale, quello dei giovanissimi, a proprio agio tra gli ingranaggi musicali in rima, il rap recitativo e i ritornelli anni 60.
Il sapiente, e dinamico, mix comunicativo si rivela perfetto collante tra attori e pubblico, scena e platea di coetanei, in un unicum commovente. Alla fine scrosciano, calorosi, gli applausi e scatta la sincera tifoseria degli studenti. I complimenti della preside, Dott. Elisabetta Falasca, avvalorano il pregevole calibro dello spettacolo. Che è arricchito da un narratore d’eccezione: niente meno che il fantasma di Anna Bolena, l’unica moglie di Enrico VIII a essere entrata nella leggenda. Dopo aver recitato anche all’Istituto Bearzi di Udine, e aver ricoperto il ruolo di comparse nel film di Drin e Delaide “Friul Baby Criminals” , dove hanno recitato anche Don Paolo Brida e il vicegovernatore Mario Anzil, i provetti attori stanno per solcare altri palchi, aperti al pubblico di ogni età. Per Viola Rocchetto, Alma Silenzi, Rachele Rebbelato, Nicolò Tell, Matteo Sirtoli, Tommaso Bini, si aprono le stesse opportunità del Gruppo A.P.S. Giovani di “Drin e Delaide”, dai 15 ai 20 anni, che continuerà a portare in scena “Annales” di Tacito, su testi di Nicola Valentinis, co-regista insieme a Elisa Zatti, e musiche di Christian Cecco.
Il successo di entrambi gli spettacoli, su tema storico, contribuiscono a sfatare l’idea che i giovani e i giovanissimi siano poco attratti dalla storia. Quando, poi, il maestro è il teatro, ecco la cultura sociale, il sano divertimento e l’incontro tra generazioni trasformarsi in preziose realtà.
TALMASSONS (Ud)
LA VERA STORIA DI NELLIE BLY
In Auditorium, l’interessante serata è stata intitolata a Nellie Bly, americana, giornalista d’avanguardia e attivista a favore delle donne. Vissuta dal 1864 al 1922. L’appello di Elena Ponte, alla responsabilità, all’attenzione ai segnali di chi può aver bisogno di aiuto, ha centrato il motivo della serata: la giornata contro la violenza, sulle donne, in particolare.
A lei si è aggiunto il sindaco, Fabrizio Pitton, orgoglioso di Ambito Donna, la convenzione tra nove comuni del Medio Friuli.
Per entrambi il “Non lasciamole sole” deve essere il pensiero e l’impegno di tutti. Di ognuno di noi, a fianco dei punti viola, del 1522, dei centri di ascolto.
In scena l’attrice Carla Manzon, il narratore Valerio Marchi, i musicisti Alessio e Giuliano Velliscig. A raccontare la storia di Nellie, iniziando da “Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore. E mai lo farò”. Aggiungendo le note di “Suzana”, canzone scritta nel 1848.
Chi era Nellie?
Si chiamava Elisabeth, detta Pink, perché vestiva di rosa. Era la preferita del padre, tra 15 figli. Dopo la sua morte, la madre sposa un uomo violento, che, a 14 anni, Elisabeth denuncia. Non potendo studiare, a 20 anni, dà inizio a una vita d’avanguardia. Viene assunta dal giornale locale e scrive delle ragazze operaie, dei matrimoni assurdi, dei divorzi. Cambia nome in Nellie Bly. È giornalista d’assalto. Nel 1886 va in Messico, poi a New York.
Per inchiesta, si fa chiudere in un manicomio. Nel 1887. Lo definisce “Trappola per topi umani. Miserabile collezione di umanità”.
Poi si finge ladra, prostituta, ragazza madre, mendicante. A 25 anni dimostra che le donne possono farcela da sole. Fa il giro del mondo in 72 giorni, con una piccola valigetta. Nel 1894, a 30 anni, sposa un uomo di 70, industriale. Lo diventa anche lei, migliorando la condizione delle operaie.
Nel 1909 muore il marito. Nel 1911 scopre di essere stata derubata dal nuovo marito e cade in miseria. Scoppia la guerra.
Nel 1914, Nellie ne è corrispondente. I suoi discorsi sono manifesti pacifisti. Reporter, organizza raccolte per le vedove sole. Protegge le donne e lotta per il diritto di voto. Felice di essere una di loro.
Nel 1922, per una polmonite, smette di vivere. Ha 57 anni. È sepolta in un bronks. Per sua volontà. “Seguimi lettore, guarda insieme a me. Resta sgomento, ma non diventare indifferente“, le sue ultime parole. Una vita, la sua, raccontata con elegante delicatezza e rispetto, suscita empatia e stima e desiderio di conoscerla meglio. “Non è guerra tra uomini e donne. Siamo tre uomini, e una donna, che portano in giro storie di donne. Siamo dalla parte delle donne. La meta, elevata, cui guardiamo, è l’eliminazione della violenza. Buona fortuna, good luck. A Nellie. A tutti noi”, ha concluso il regista Valerio Marchi. Lasciando una scia di speranza nel pubblico, coinvolto e partecipe. Serata curata da Simularte, in sinergia con l’Associazione l’Istrice e la Regione Friuli Venezia Giulia.
Il Ponte: www.ilpontecodroipo.it