Veliero di San Pietro
Anche quest’anno – 2021 – come da tradizione del Nord Italia, ho provato a fare il veliero di San Pietro.
Quando? La notte tra il 28 e il 29 giugno. La notte prima dei Santi Pietro e Paolo.
La preparazione è facile… il risultato meno.
Cosa serve?
Un vaso di vetro o una bottiglia di vetro leggermente panciuta, riempita per metà di acqua fredda – meglio se di fonte – un albume d’uovo – meglio non di frigorifero – fatto scivolare delicatamente.
Poi, il contenitore deve essere lasciato all’aperto, preferibilmente sotto a un albero o in mezzo a un prato o sul davanzale di casa.
Bisogna attendere tutta la notte in modo che la rugiada faccia il suo dovere.
La mattina del 29 giugno – se si è fortunati – al posto dell’albume, si vedrà un veliero.
Infatti, i filamenti bianchi sembrano alberi maestri e vele spiegate.
A seconda della forma del veliero, un tempo, i contadini erano in grado di capire le condizioni del tempo, la maggiore o minore abbondanza di raccolto, la salute dei componenti della propria famiglia.
Vele aperte indicherebbero giornate di sole, vele chiuse e strette, invece, pioggia.
Nel bergamasco si dice che, se l’albume diventa una barca con vela, la sposa avrà un figlio e la zitella troverà il tanto atteso marito.
Secondo la tradizione, la forma assunta dalla chiara dell’uovo è quella della barca di San Pietro che, alla vigilia della festa, desidera essere vicino ai suoi fedeli.
L’effetto del veliero dura fino a mezzogiorno, poi, lentamente, si dissolve.
In alcuni paesi si narra che il veliero sia la barca di Pietro, pescatore e traghettatore di anime; in altri, che sia la barca che Pietro ha usato per scendere all’inferno, liberare la madre e accompagnarla in cielo.
Il culto di San Pietro risale al Medioevo, quando i monaci Benedettini lo diffusero in territorio lombardo.
Nell’ottocento era popolare la leggenda secondo cui, in quel giorno, doveva esserci un temporale, perché il diavolo permetteva alla madre di San Pietro di uscire dall’ inferno.
Per questo motivo, ancora oggi, molti pescatori non escono in barca per timore di burrasche e temporali. In altri luoghi, invece, si pensa che questa notte sia proficua per la pesca; in altri ancora si narra ai ragazzi che le acque del lago siano infide perché la madre di San Pietro pretenderebbe un sacrificio umano.
La madre del santo – cattiva, il più delle volte – è protagonista di altre leggende che la vedono, invece, benevola nei confronti dei raccolti.
Infatti, nei periodi di siccità, provvederebbe a far cadere la pioggia per salvarli.
Ma perché la barca di San Pietro si forma proprio la notte del 28 giugno?
In realtà si formerebbe anche il giorno prima o il giorno dopo, grazie al sole caldo di giorno e alle temperature ancora fresche e umide di notte.
C’è, pure, una spiegazione scientifica: siccome la densità della chiara dell’uovo è di poco superiore a quella dell’acqua, essa tende a rimanere sul fondo.
Quindi è facile intuire che, più la giornata è stata calda, più la barchetta assume una forma più complessa e accattivante.
La mia barchetta è stretta e alta. Quella del mio amico Luciano, invece, è un veliero lussuoso ed elegante. Altra rugiada? O è magico lui?
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