ISTANBUL: LA CULLA DELLA CIVILTA’ SU DUE CONTINENTI
ISTANBUL: Racconto per POCKET n° 17 – sett 2012 Abaco Viaggi
Che Istanbul sia l’intuizione del mondo ti appare chiaro appena arrivi. Che riesca a superare ogni supposizione lo scopri solo dopo che l’hai lasciata. E ripensi a Lei come a una bella persona dai mille volti e tutti stupefacenti. A cominciare dal tulipano, il suo simbolo. Ti basta un battito di ciglia per
innamorartene. E’ l’unica città al mondo con un piede in Asia e uno in Europa. Tra le gambe il Bosforo, canale navigabile tra il mar di Marmara e il mar
Nero, collegato da due ponti. Colossi sospesi, gabbiani di ferro. Ha per mamma l’Europa che nutre il suo cuore antico, pulsante e vivo come duemila anni fa. In un fazzoletto d’ Asia custodisce invece la modernità, l’élite, i grattacieli, l’Isola dei Principi.
Con 200 moschee a distesa, 50.000 ristoranti, può essere paragonata a Pechino, a Il Cairo, a Londra.
Eppure…è capace di capovolgere ogni tua certezza ad ogni cambio di prospettiva.
Così pulita, accogliente, organizzata, fa subito stare bene. La sua gente è gentile, educata e rispettosa.
Si cammina ad ogni ora del giorno e della notte in tranquillità. Istanbul sa conquistarti anche per la grandezza, il brulicar di gambe, le tavolozze di . colori spruzzati ovunque. Al mercato egizio o delle spezie, odorosi arcobaleni sono il pentagramma per soffici sinfonie. A deliziare ogni senso, senza ancora di salvataggio. Ad appisolare lo stupore sfinito dal troppo guardare, annusare, avere.
Metter piedi senza scarpe nelle innumerevoli moschee e minareti vuol dire accendere la meraviglia. Toccare le testimonianze romane e le architetture di ogni tempo è fare fuochi d’artificio con l’immaginazione. Santa Sofia, Moschea Blu, Palazzo Reale o Top Kapi, Cisterna romana, obelisco di Teodosio, riportano agli splendori di Costantinopoli, di imperatori coronati, sultani e odalische. Che tu ti trovi a Sultanamet, dove ci sono i monumenti più belli, o all’hammam, il bagno turco, sei dentro un set cinematografico che ti invita anche a giocare a sparire e
riapparire tra incredibili viuzze dove ristorarti con il narghilè o il thè alla mela. Sei protagonista e regista di un atto unico dedicato solo a Te. Che, se sei così fortunato da essere a Istanbul il 31 dicembre, puoi siglare il nuovo anno in un elegante “Caravanserraglio” dove vivere la notte più propizia tra balli, spettacoli e cenone.
Tu, artefice di un evento unico e coinvolgente, da cui ti sarà difficile staccarti. Quando dovrai farlo porterai con te Istanbul, la sua modernità che mai offusca la storia e l’umanità, l’agio di un popolo che sta spiccando il volo economico, il cibo. Anche tu dirai che mai all’estero ti era capitato di mangiare tutto e così di gusto. Pesce, carne, gustose salsine, saporite e colorate, quelle “crespelle” fritte, ripiene di delizie, i dolci, la frutta… “Mamma, li Turchi ci sorpassano? “No…ci stanno
già sorpassando…”
Pocket n° 29 sett 2018
E’ fatta così, Istanbul, e basta un battito di ciglia per
innamorarsene. Un po’ perché è l’unica
città al mondo con un piede in Asia e uno in Europa, un po’perché esiste
dall’alba della civiltà, un po’ perché è a portata di mano ma, certamente, perché
è davvero bella e accogliente.
Oggi, sulla porta di un futuro possibile, con 14 milioni di abitanti, le vie piene di alberghi, locali, eleganti negozi e 50mila ristoranti, può essere
paragonata a Pechino, Londra, il Cairo. Con 200 moschee, palazzi reali da capogiro, architetture di ogni tempo che
portano la firma di Roma e Costantinopoli, di imperatori coronati, sultani e odalische, appare come un set cinematografico dove giocare a sparire e
riapparire in un film senza filo logico ma da cui è difficile staccarsi.
Perché lì dentro si sta bene.
imparare. Vorrei tornare a Istanbul, andarci a zonzo con lo sguardo di Pamuk, tra la magia delle luci notturne e le nebbie che sfumano i contorni dei minareti, il contrasto tra i vicoli e la sontuosità delle moschee, i cieli arruffati e la grandiosità del Bosforo, nel tentativo di comprendere i chiaroscuri di questa città sospesa fra la gloria del passato ormai chiuso e l’immane sforzo di guardare con umiltà a occidente.
SORPRESA, la migliore chiave di lettura di Istanbul.