di R. Tiziana Bruno
( Condivido in ogni parola il contenuto di questo testo)
Forse agli scrittori, soprattutto in Italia, si dà poco ascolto, anche perché gli Italiani leggono davvero poco.
Dunque proviamo a dare ascolto agli studiosi, che in questo campo si sono presi la briga di fare lunghe e approfondite ricerche.
Di recente, il ricercatore francese Michel Desmurget presso l’INSERM (Istituto Nazionale della Sanità e Ricerca Medica) ha pubblicato i risultati di un suo studio sugli effetti della televisione sul cervello e sulla personalità dei bambini. La sua ricerca è una sintesi di tutto ciò che la scienza conosce sui legami tra uso della televisione e sviluppo cognitivo.
Lo studioso ha dimostrato tre cose importanti e gravi:
Interessante è l’indagine condotta in Germania, dove gli studiosi hanno chiesto a 2000 alunni di età compresa tra 5-6 anni, di disegnare una persona: nella riga superiore sono stati posizionati i disegni dei bambini esposti alla televisione meno di 60 minuti al giorno, nella riga inferiore i disegni dei bambini esposti a più di 180 minuti di televisione al giorno.
Basta guardare l’immagine per rendersi conto immediatamente del danno che subiscono i piccoli:
La lettura di un buon libro e il gioco sono per il bambino (e per l’adulto) una valida alternativa alla televisione. Soprattutto, sono un’alternativa che consente l’ottimo sviluppo cognitivo (quindi intellettivo) e affettivo del bambino.
e Internet?
Internet, cinema e televisione non sono la stessa cosa, e nemmeno hanno troppi elementi in comune.
La navigazione in rete è, necessariamente, interattiva. Chiunque si collega a internet ha la possibilità di interagire con altri e di scambiare idee e pensieri. In questo momento, per esempio, noi stiamo scambiando opinioni grazie a internet.
Il cinema, quando è buon cinema, è arte. Come ogni forma d’arte, arricchisce la mente, provoca idee e riflessioni. In più, al cinema si resta solo per un’ora circa, dunque il cervello non viene bombardato a lungo con immagini passivizzanti. Esiste anche il pessimo cinema, certo, ma possiamo evitarlo facilmente, volendo.
La televisione, invece, non è interattiva. Chi la guarda riceve senza poter contraccambiare. Non consente nessuno scambio. Difficilmente riusciamo ad “evitarla” perché è lì in casa con noi, spesso accesa anche solo per “compagnia”, molte ore al giorno.
Dinanzi alla televisione, l’unica cosa che può fare lo spettatore è rimanere lì, a guardare, guardare, guardare… (indipendentemente dai contenuti). Anche il migliore dei programmi, resta sempre unidirezionale, ovvero non consente a chi guarda di interagire. Questo aspetto “passivizzante” della televisione si ripercuote sullo sviluppo dell’intelligenza, sul carattere, sull’emotività. Almeno, questo è ciò gli studi scientifici hanno dimostrato fino ad ora. Ma, forse, anche il buon senso ci porta alla medesima conclusione.
Un bambino può imparare delle cose guardando la televisione, tuttavia ciò che è essenziale è imparare ad essere autonomi con la mente, sviluppare un pensiero divergente, ovvero non uniformato ed omologato. Per coltivare il pensiero divergente esistono tanti mezzi, non da ultimo internet!
La televisione, a piccolissime dosi, può essere in parte utile ma sempre se guardata in compagnia di adulti o coetanei, commentando insieme ciò che viene trasmesso dallo schermo affinché scaturiscano riflessioni personali e si sviluppi una forma di interazione tra esseri umani (interazione che la televisione da sola non consente).