LEZIONE-CONCERTO del PIANISTA SEBASTIAN DI BIN a Scuola di Musica “Città di Codroipo” (UD) 13 maggio 2017
generazione, ha offerto alla scuola di Musica “Città di Codroipo” due incontri di lezioni concerto cui ho avuto la fortuna di partecipare. In un contesto raccolto ho potuto capire cosa ci sia dietro e dentro il musicista che esprime con le note il proprio pensiero e creatività. Ha iniziato a studiare musica a sette anni, facendo prima sei mesi di solfeggio con un maestro di tromba. Ha debuttato ufficialmente a 11 anni con l’orchestra Slovenicum
di Lubjana nella Sala del Parlamento del castello di Udine. E’ anche compositore e ha recentemente pubblicato un libro di musica per giovani allievi. Si è presentato rivelando una grande umiltà e ha donato 45 minuti di musica senza spartito, spaziando da Liszt (Studio trascendentale n° 11 e Armonie della sera”) a S. Rachmaninov (sei momenti musicali op. 16) a sue composizioni (Valzer ironico, Acquario, Pagliacci, Salt lake city). Mani come farfalle delicate in volteggi e incisioni sui tasti,
posseduti come l’aria e la luce. Quasi un pianto muto di gioia, un narrare di note ubbidienti alle dita sapienti, possessive, umorali
come temporali e suadenti come fiocchi di neve nella notte.
bisogno di occhi nè di spartiti. La musica esce dall’ uomo- musica che balla il
tango con le note e ne beve zampilli docili e felici. Sembra piangere e ridere e
incidere l’ anima grata. Virgole di silenzi sospendono i
volteggi delle sue mani. Bianche, lisce, vibranti. Scene fotografiche se
si chiudono gli occhi. Film dell’apocalisse, tramonti su mari quieti, aurore lievi
e bombardamenti. L’ uomo-pianista in ogni cellula sta lì seduto con il corpo ma la
sua anima sta planando su pianeti noti solo a lui.
Le mani sono un tutto con il cervello e quel qualcosa di magicamente
incomprensibile che le aziona. Poi, con una speciale forma di modestia raccoglie gli applausi e presenta il libro che contine 15 brani fanciulleschi, anche a tastiera molto alta per favorire l’ esecuzione a 3 e 4 mani e un cd con le musiche eseguite da lusi stesso. Nel brano “Acquario” la zona alta della tastiera conferisce un senso sognante a macchia di suono per dare la sensazione del sottomarino dove tutto è
ovattato. Nel brano “I pagliacci” il tema è legato al circo, allo scherzo con un dialogo tra
il pagliaccio grassottello e l’altro che gioca con lui. “Salt Lake City” è ispirato a un viaggio in America e di un paesaggio
notturno tradotto in musica.
se stessi. la musica non è nella tastiera ma nel contesto storico. E’ la voce interiore che esprime le emozioni della vita.
Il musicista rappresenta come lui sente le cose che vive e ciò che lo emoziona”. Parole come note che Sebastian snocciola con competenza e perfino un filo di timidezza.
Paola
peccato non averlo saputo. Sarei venuta ad ascoltare Sebastian. Grazie a te Pierina, che me l'hai fatto vedere ugualmente. Paola