LIBRO THE JOURNEY OF JOY – AMAZZONIA – di ALBERTO CANCIAN Presentato in Sala Abaco a Codroipo (UD) 12 aprile 2019
Provo gratitudine per questa presentazione, in punta di cuore e di emozioni condivise con il pubblico, prezioso alleato e molto partecipe.
Grazie aa Alberto e alla scuola di
musica “Città di Codroipo”, ben rappresentato dalla Direttrice, Prof.ssa Elena Blessano e da due suoi allievi
del corso di violino, Emma Liani e
Davide Zatti.
Impresa ardua presentare Alberto a chi non lo conosce. Tra le definizioni che ho letto su di lui ho scelto
quella di una amica comune “ Alberto,
un ragazzo dal cuore grande come il mondo che racconta”. Confermo,
basandomi sulla lettura del libro, che mi ha fatto rubare il tempo alla luna, e
sulla conoscenza di qualche tempo fa. So che Alberto è ideatore di Pordenone Viaggia, che ha scritto tre libri,
che è stato in televisione da Licia Colò
che gli ha scritto la prefazione, che ama Tiziano
Terzani, che pochi giorni fa ha donato il suo libro a papa Francesco.
Alberto, un ragazzo che ha viaggiato in posti sperduti, che grazie al viaggio ha
davvero scoperto parti di sé e che ha fatto della felicità la sua strada.
Alberto, tu sei nel libro ciò che sei nella vita e, in entrambi, parli di
SCRITTURA, VIAGGIO, FELICITA’.
gita organizzata. La felicità è una sorpresa inaspettata. O il coraggio di fare
qualcosa. E tu quel coraggio l’hai dimostrato e lo stai dimostrando.
affanniamo in una costante ricerca, tesi a obiettivi sempre nuovi, dimenticando
di gioire con altrettanta enfasi nel momento in cui li abbiamo raggiunti”, scrive Alberto. I suoi libri?
viaggio in Colombia uscito nel 2012. Le
spese erano state coperte e quindi tutto
il ricavato ha finanziato le missioni in Colombia. Il secondo libro è il risultato del lavoro che
ho fatto per un istituto missionario che mi ha chiamato a scrivere loro storia
di 70 anni di missione in Colombia.
Quindi ho scritto il mio secondo libro in questa vita Amazzonica.
Questo, il terzo, racconta proprio quella esperienza. ”
avevo riflettuto sulle nostre ansie, sulle nostre paure e, allo stesso tempo,
sulle nostre fortune e sui nostri privilegi. Avevo
vissuto in quelle che sono ritenute zone povere del Pianeta; ma povere di cosa?
Ora mi chiedevo. Sicuramente di beni materiali, di acqua potabile, di energia
elettrica, di smartphone, tablet e automobili, ma non di accoglienza, amicizia,
generosità, allegria e, in fin dei conti, di felicità. Eh sì, quell’esperienza
mi aveva insegnato che la felicità non è un bene materiale, non ha prezzo,
perché ogni singolo elemento che la compone non si può comperare, rifugge dalle
logiche della domanda e dell’offerta. Avevo capito anche questo dagli “ultimi”,
da coloro che all’apparenza hanno di meno: mi avevano insegnato con i loro
sorrisi che l’apparenza non conta, alla stregua dei beni materiali. Certo,
l’acqua potabile, l’elettricità e gran parte degli agi della modernità
migliorano la qualità della vita, questo è sicuro. Ma cosa può fare l’acqua su
un cuore arido? Cosa la luce elettrica su visioni miopi e menti non
illuminate?”…
ho ricominciato a scrivere.. e ve lo dico con gli occhi lucidi. Certo, scrivo
solo quando riesco a liberarmi da tutti gli impegni, quando riesco a svuotare
la mente dalla frenesia e ritorno alle emozioni del passato. Ma è bellissimo. E
questa volta lo è di più. Lo è di più perché sto dando un fratello al figlio di
parole che è già entrato in tanti dei vostri cuori. Questo libro sarà la
diretta conseguenza dell’altro, come un secondo capitolo, una seconda fase
della vita, quella vita fatta di valori ed emozioni che, condivisa con voi, è
diventata la magia più grande che mi potesse capitare.
con Samiuele Samu Liani
Emma e Davide
con Elisa e Luca
Accoglienza dieci e lode de La Vite e il Legno
RECENSIONE personale sul libro
Alberto Cancian, ideatore di Pordenone Viaggia. Non solo per la prefazione di
Licia Colò, né per quella questione di felicità di cui è permeato né per il suo
viaggio in terre che difficilmente si potranno vedere.
parole preziose, di ricami verbali che conducono a una rara forma di saggezza,
orientata alla “soglia della culla del pianeta”.
pagina “Il viaggio della felicità” si avverte una urgenza istintiva di averlo
tra le mani e rubare il tempo alla luna per leggerlo. Luce e matita diventano
compagne indispensabili degli occhi e del cuore. Per poter dare immagini alle
parole e sottolineare quelle che colpiscono, che entrano autoritarie, pur con
gentilezza. Quelle che insegnano, che
nutrono, che benedicono la scrittura in quanto “Elisir di lunga vita, rubinetto
della mente e del cuore.”
inesplorati di cui si diventa ghiotti fruitori. A costo zero. Perché Alberto
apre le porte del “Supermercato della felicità” dove si compra e si vende solo
positività. Al massimo si rischia di fare scambio merci, ma sempre di materiale
Felice, sempre dietro l’angolo e facilmente riconoscibile. Malattie, punture di insetti, prurito, paure,
foresta amazzonica, si vestono di uno
speciale manto che sa tradurle in opportunità, incontri, scoperte, sempre
dirette verso la speranza e la gioia.
la sua storia, il suo essere bambino in un piccolo paese del Friuli genuino,
fortunato figlio di genitori che lo hanno mandato a lavorare d’estate, fin dai
16 anni. Non certo per bisogno ma perché potesse imparare il valore
dell’impegno, della fatica, del sacrificio. Lezioni di vita rivelatisi
preziose, con il tempo. Soprattutto dopo l’incontro con padre Bruno, un
missionario in Colombia, nativo del suo
paese. Padre Bruno era diventato il
sogno di Alberto che, dopo un anno, nel 2012, saliva su un aereo, deciso a
farlo diventare realtà. Sorvolando l’Oceano Atlantico, pensava che nessuno
avrebbe potuto più dirgli che i sogni non si possono realizzare. Lui sapeva che
forza di volontà e impegno ne colmano la distanza. Alberto ce l’aveva messa tutta e ce l’ha
fatta alla fine.
missione nella foresta amazzonica di padre Bruno e dei suoi confratelli che, in
quelle terre, avevano costruito scuole, ospedali, case. A imparare dagli
indigeni che “ con il denaro non si può né bere né mangiare”, che “tutto questo
progresso sta portando alla distruzione della nostra Madre Terra e presto non
ci sarà più acqua potabile e il suolo non offrirà più cibo.”
che “chi ha di meno dà di più”. Che
“viaggiare non significa posare lo sguardo
ma diventare parte della visione. Viaggiare per crescere, non per
fuggire. Anche nel viaggio della Vita. ”
riconoscenza se non altrettanta Felicità.
Perché l’ospite è sacro. Semplicemente.
la “palla infuocata, enorme e rossissima, scende delicatamente dietro agli
alberi maestosi, colorando le acque come un pittore di luce”.
difficile per l’uomo. Quel difficile guardarsi dentro per conoscersi, al di là
delle maschere e degli schemi sociali.”
colori sussurrano e il senso di appartenenza si incide come un marchio a fuoco
indolore.
coraggioso Alberto, escursionista di
pace dall’altra parte del mondo. Senza beni materiali ma leggero come in una
bolla di sapone e ricchissimo di un calendario che tutti dovremmo avere
sottomano: il calendario della Felicità.
Felicità, soprattutto nelle prove e nelle d ifficoltà che si sanno superare.
Perché lei si annida proprio lì.