LIONE e LA FESTA DELLE LUCI, CHAMBERY, BOURG EN BRESSE, PEROUGES, COURMAYER: 6-9 dic. 13
CHAMBERY: Ad un’ora da Lione, lungo la strada dall’Italia, Chambery è tappa obbligata.
E’ la capitale storica della Savoia. Fu il suo gran lustro. Nacque qui Umberto di Biancamano nel 1040: il primo dei Savoia. Chambery è stata la capitale del Regno di Savoia ed è quindi indissolubilmente legata come tutta la regione Rodano-Alpi al nostro Paese essendo diventata francese solo nel 1860.
Il centro ha vie pedonali, stradine di impianto medioevale ed altre che ricordano lo stile piemontese, con portici e negozi eleganti come in Rue de Boigne. Si respira un’atmosfera simile a quella di Aosta con un fascino tutto francese. Non si può mancare di percorrere la centrale Place Saint-Léger e poi infilarsi nei traboule, fra cortili minuscoli e tunnel suggestivi. La città vecchia si estende ai piedi del Castello dei Duchi di Savoia, che sovrasta la città. Lo si può visitare solo in parte poiché e ancora utilizzato ma la sua vera attrazione turistica è la Cappella – che ha ospitato per più di un secolo la Sacra Sindone (di cui ora c’è una riproduzione). Ogni primo e terzo sabato del mese alle h 17.30 da qui si diffonde per tutta la città il suono del carrillon più grande del mondo, con le sue 70 campane.
Trompe L’oeil, formaggi e vini francesi
Immancabile la visita alla cattedrale francescana con la reliquia di Sant-Francois-de-Sales, cui è dedicata, con i suoi 6000 mq di affreschi trompe L’oeil (inganna l’occhio) e 14 cappelle. L’organo è del 1847 e ha 2800 canne. E’ cattedrale statale. Si paga un euro per entrare ed il personale è statale (35 ore settimana). Il pavimento è del 1662. Il portale è barocco, del 1600.
Nel centro città il mercato coperto è una piccola food-hall dove trovare i famosi formaggi della Savoia e i vini locali. Il Farou, il Colombier, il Chevrotin sono DOC locali e si sposano perfettamente con vini della provincia del Beaujolais o vinificati con vitigni autoctoni bianchi come l’Altesse e le Gringet, le uve rosse Mondeuse e Gamay. Oltre a questi classici francesi, Chambery è famosa per i tartufi di cioccolato, inventati proprio in una pasticceria locale e per il vermouth – che qui amano bere come aperitivo insieme al succo di fragole.
Fontana degli elefanti
7 dicembre 13: Da CHAMBERY a LIONE: dalla Savoia alla regione Rodano Alpi (Rhone des Alpes)
Il sole sbircia tra i rami secchi e le loro alte braccia stecchite. La brina è padrona della quiete. rare case a tetti spioventi, in ardesia. Spaccati di umanità incrociati per caso convivono con occhi attenti e orecchi aperti su visuali inedite e parole accentate di lingua francese.
LIONE (in francese “Lyon”) è capoluogo della
regione Rodano-Alpi. Lione, la terza città più grande di Francia, 470.mila abitanti, dopo Parigi e
Marsiglia. Fondata nel 43 a.C. da Lucio Munazio Planco, sepolto a Gaeta. L’antico nome era LUGDUNUM ( LUG era il dio celtico della luce e Dunum = collina). L’imperatore Claudio nacque qui nel 10 a.C. Aveva l’anfiteatro, l’Odeon che conteneva 3000 persone. Lione era la capitale dell tre Gallie (Belgio, Equitania, Lione). Vi nacque Caracalla nel 400 d.C. Simbolo è il leone rampante. Lione è bagnato da due fiumi: Il Rodano (812 km) che nasce in Svizzera, a S. Gottardo. e si getta nel Mediterraneo, e la Saona (431 Km)che nasce in Francia, a Lione, e si getta nel Rodano.
Lione è famosa per la seta, la rinomata università, per le stradine gremite di negozi e turisti del centro storico, per la biennale d’arte e per la cucina. Lione è una città ricca di storia e di vita, il posto giusto per far convergere arte e shopping, cultura e divertimento.
Il centro è pittoresco, ma il vero fulcro della vita dei lionesi si trova però nelle vie ottocentesche attorno alla immensa Place Bellecour e verso i quartieri più nuovi, eleganti, pieni di boutique e dove trovare molte delle cose da vedere assolutamente in città come il mercato alimentare intitolato allo chef Paul Bocuse e, dedicato al cinema, l’istitut Lumière (i famosi fratelli originari di Lione) .
Per arrivarci si devono attraversare i ponti che congiungono le due rive del Rodano, godersi il panorama, osservare le persone che siedono o fanno jogging lungo gli argini, o spulciare fra le bancarelle di libri usati che fanno molto Parigi.
Qui a Lione c’è anche un museo della stampa, ma di cose da vedere ce ne sono davvero tantissime, come l’opera, restaurata da Jean Nouvel, il Parc de la Tête d’Or, il carrillon nella basilica di Saint-Martin d’Ainay o per gli amanti del nuovo, il polo culturale progettato da Renzo Piano.
Servono scarpe comode però perchè visitare Lione significa salire in alto, sul colle che ospita la basilica di Notre-Dame de Fourvière, scendere per centinaia di gradini, aggirarsi fra i vicoli e i passaggi segreti che tagliano le case del centro storico e attraversare i tanti ponti sui due fiumi che attraversano la città, il Rodano e la Saona.
Cattedrale: esterno e interno
Resti dell’arena romana, scoperta per caso dalle suore che zappavano la terra nel 1930.
Basilica sopra il bus Friulviaggi. E’ la basilica dei lionesi, con la madonnina dorata.
( CURIOSITA’: Museo di Saint-Exupéry e del Piccolo Principe in Giappone
Il Museo di Saint-Exupéry e del Piccolo Principe inaugurato nel 1999 a Hakoné, in Giappone, è già stato visitato da altre un milione di persone grazie agli sforzi della direttrice Akiko Torii, fervente ammiratrice dello scrittore. Il museo si trova ai piedi del monte Fuji. All’ingresso del vasto edificio di 10.000 m² che accoglie i visitatori si trova un cancello che è l’esatta riproduzione di quello del castello di Saint Maurice de Rémens dove Saint-Exupéry ha trascorso una parte dell’infanzia. La statua del Piccolo Principe sul suo pianeta dà il benvenuto ai visitatori.
Dopo aver attraversato una stradina tipicamente provenzale e un’altra che riproduce l’atmosfera di Lione negli anni 1930, il visitatore entra nel museo. Nelle varie sale vengono riprodotti esattamente i luoghi in cui ha vissuto Saint-Exupéry, con una moltitudine di foto e documenti che illustrano le varie tappe della vista dello scrittore e del pilota. Al piano superiore si trova una sala cinematografica dove viene proiettato in continuo il documentario consacrato al mitico personaggio di Saint-Exupéry e un secondo filmato sulle varie traduzioni del Piccolo Principe. La visita continua nel giardino alla francese e nel giardino di rose Consuelo di Saint-Exupéry dove è presente una riproduzione in grandezza naturale della facciata del castello di Saint Maurice de Rémens.)
Trompe l’oeil o inganna l’occhio: tutto il muro è dipinto ma sembra tutto VERO!
Vie affollatissime! Milioni di piedi sui ponti, piazze, chiese.
Con Praga e Torino, Lione forma il triangolo magico.
Curiosità: Francesco de Gregori ha dedicato a Lione la canzone “L’angelo di Lione”
GUIGNOL, il personaggio di Lione
Lione si accende con la ‘Festa delle luci’ e per quattro notti si trasforma in una città magica. Nata nel 19esimo secolo come una celebrazione religiosa, con gli anni è diventata la famosa ‘Fête des lumières’. Lione è ridisegnata attraverso la luce, la musica e i colori grazie alle creazioni realizzate da designer internazionali.
Ogni anno gli artisti propongono delle installazioni pensando la città come un grande palcoscenico teatrale.
La fantasia valorizza l’architetturale lionese, svelandone gli angoli più belli. Un passeggiata tra scenografie e creazioni luminose originali per turisti e cittadini, quartiere per quartiere, anche attraverso percorsi tematici.70 gli spazi sui quali hanno lavorato quest’anno 120 artisti. Un evento storico che attira ogni anno 3 milioni di visitatori. Da religiosa questa festa è diventata col tempo una fucina creativa per artisti internazionali della luce. La Festa delle Luci è la festa più conosciuta e popolare di Lione.
All’inizio di dicembre tutta la città s’illumina per festeggiare l’Immacolata Concezione, e annuncia Natale con quattro notti sotto il segno della luce, della festa e dell’incanto.
Lione non ha rivali nell’ambito dell’organizzazione delle luci, realizza scenografie luminose in ogni quartiere della città, mettendo in rilievo la bellezza dei principali luoghi e monumenti.
Durante queste giornate, uniche nel loro genere in Europa, sono attesi ben quattro milioni di visitatori, provenienti dalla Francia e dall’estero e in programma ci sono numerose animazioni distribuite in tutta la città di Lione!
Naso in su. Testa che gira su se stessa per seguire gli effetti luminosi sulle piazze, sulla cattedrale, sulle case, come dentro una giostra senza cavalli. Colori danzanti sui ritmi. Poi in un bagno di folla verso altre suggestioni di luci a ripetizione, come raffiche. Con la voglia di vedere altro e altro ancora e ancora. Di ogni stile, età, foggia.
L’origine di questa festa risale all’8 settembre del 1852, giorno della festa della natività della Vergine. In questo giorno doveva essere inaugurata la nuova statua della Vergine Maria e, per l’occasione, era stata organizzata una grande festa con fuochi d’artificio; a causa di un violento temporale si decise di annullare i festeggiamenti, ma gli abitanti di Lione in segno della loro adorazione alla Vergine, decisero di illuminare le facciate delle proprie case. Da allora la festa fu tenuta in seguito ogni anno. Secondo la tradizione ogni famiglia conserva insieme alle decorazioni di Natale le candele da mettere l’8 dicembre alla finestra dentro vetri colorati; i vetri colorati e illuminati dalle candele si chiamano “lumignons”. A partire dal 1989 la festa popolare è stata accompagnata da installazioni luminose proposte dal comune e curate da professionisti dello spettacolo.
3 milioni di spettatori!
8 dic 13: BOURG EN BRESSE: 80 km da Lione. Capitale del distretto 1.
57mila abitanti. 1000 stagni, inventati dai monaci per la piscicultura. Il monastero reale, costruito da Margherita d’Austria, figlia di Massimiliano, per ricordare Filiberto il bello, duca di Savoia, il marito morto mentre lei era incinta. Poi morì anche il figlio. Vedova a 24 anni, governò le terre del marito, rimanendogli fedele sempre. Morì a 40 anni e le tre tombe sono custodite nel monastero.
PEROUGES: si trova a circa 35 km da Lyon, e lascia stupefatti per la bellezza e la semplicità di paese arroccato sopra un promontorio da cui si vede tutta la valle sottostante, con una miriade di viuzze con tanti negozietti. Un micro borgo a forma ellittica, uno dei più belli di Francia che ti trasporta direttamente in un’altra epoca, dove tutto è rimasto immutato nel profondo rispetto del luogo e delle tradizioni. Qui il tempo si è davvero fermato! Nel centro storico vivono 80 abitanti. 1254 in tutto il comune. Tutte le strade hanno i “sanpietrini”. Il nome deriva da pietra rossa o pierres rouges. Nome attribuito dai celti trasferitisi qui da Perugia. Città di tessitori.
Ancora un tuffo nella Festa delle luci di Lione… per ammirare meglio i virtuosismi pirotecnici…
Place Bellecour. Ruota panoramica con Pierrot.
Luigi 14 a cavallo
Giochi trionfali di luci
Il ponte sulla Saona illuminato
9 dic 13: COURMAYEUR: in Valle d’Aosta. Sul suo territorio comunale si trova la montagna più alta d’Italia e dell’Europa centrale: il Monte Bianco (4.810 m) , il cui traforo – 1274 m – è stato aperto il 19 luglio 1965, alla presenza del presidente Saragat e De Gaulle). Chamonix è sul versante francese. Courmayeur sul versante italiano. lunghezza: 11.600 m, largh 8.60, h 4.65, 2 corsie da m 3.5. 126 telecamere, 116 nicchie di sicurezza.
Accoglienza squisitamente italiana con cucina squisitamente valdostana. Ottime prima del rientro!
Con uno sguardo a Chambery, Lione, alle sue luci, a Perouges, a Courmayer.
Ma con un sorriso riconoscente!