LISBONA: Dove la nostalgia si fa canto 15-18 giugno 2018 con Abaco viaggi
Lisbona… profumata di giacaranda viola,
sardine e baccalà, tra il sole e il
vento che non manca mai. Che scompiglia capelli e i mirador. Che
corteggia il Cristo Re nella sua dolce sovranità.
Lisbona, accucciata
sul suo spettacolare fiume, il Tago, a un palmo dall’Atlantico gentile. Metropoli umana
e accogliente che non dorme mai. Definirla bellissima non basta.
Non è per lei. Perchè la sua indiscutibile bellezza è permeata di una
sorta di strana e dolce malinconia che subito attrae e conquista.
È una sensazione che si sente a pelle. Magari proprio sopra la cattedrale, con lo spettacolare
panorama
del Tago di fronte, o viso a viso col Cristo che sembra sorridere, o da
uno dei tanti Mirador dove sembra di toccare tetti e cupole e con loro
l’universo intero, ecco l’improvvisa stretta di nostalgia. Con la
certezza che questo spettacolo mancherà. Dev’essere questa la “Saudade“,
il sentimento di perdita intenso e contradditorio tanto cantanto nel
“Fado”, la musica che si ascolta
ovunque.
Lisbona ha il Cristo
re come Rio De Janeiro ha il Cristo Redentore. Ha il
Ponte 25 Aprile come New York ha il Golden Gate Bridge.
Londra non è l’Inghilterra, Lisbona non è il Portogallo.
questo sì. E’ capitale dal 1200. E’ viva e felicemente risorta
ispirandosi anche a Parigi dopo il terremoto del 1755 che l’aveva
azzerata, conservandone l’acquedotto romano, la Torre di Belem e il
Monastero di San Jeronimo.
mondiale dell’umanità, fu fatto costruire dal Re Manuele I per
celebrare il ritorno del navigatore portoghese Vasco Da Gama, dopo aver
scoperto la rotta per I’ndia. Realizzato in stile Manuelino e roccia calcarea, la pietra della regione. Ospita la tomba dello scrittore Alexandre Herculano, di Fernando
Pessoa, di Vasco de Gama e le tombe reali sostenute da
elefanti, simbolo del potere. La chiesa è gotica ma con tre navate uguali derivate dall’influenza tedesca, altare in marmo.
E’ molto religiosa Lisbona, devota al suo santo condiviso giocoforza con Padova.
Sant’Antonio viene venerato nella chiesa che sorge nel
quartiere di Alfama, costruita sul luogo in cui si pensa
sia nato nel 1198.
Lisbona si
pavoneggia con le tipiche facciate
delle case color pastello che riportano alla decadenza
dell’Avana, i tanti giovani pieni di vita, il suo fiume con i porti
crocieristico e navale, i grandi parchi, i tram gialli che evocano San Francisco, l’Alfama
che ricorda le Medine, la Torre di Belém, il monumento
di Lisbona più fotografato e ammirato in assoluto e il monumento alle Scoperte, di fronte al Monastero dos Jeronimos, realizzato nel 1960, sotto il regime di Salazar per celebrare tutti i marinai che parteciparono alle grandi scoperte.
Si sazia con
le sardine e il baccalà di cui conosce 365 ricette anche se quello
impanato e fritto è il migliore.
Con la sua architettura futuristica, è in totale contrasto
con gli storici quartieri del centro. La maggior parte degli edifici
sono stati costruiti da importanti architetti sul tema Oceani: un’eredità per il futuro. La zona scelta è quella sul fiume Tago.Sono stati costruiti diversi padiglioni ora riuniti nel Parco delle Nazioni, in cui si trova lOceanario con 5 ambienti marini differenti e popolato da numerose specie
di pesci. La Expo ’98 ha avuto circa 11 milioni di visitatori.
anche per il suo tessuto culturale e per la personalità capace di miscelare odori, colori e suggestioni che rallentano il tempo e travolgono i sensi mentre la luce
atlantica illumina i tram d’epoca gialli, accarezza le torri manueline,
attraversa i cieli color cobalto ed esalta l’oro del castello al
crepuscolo.
RACCONTO di VIAGGIO (pocket sett 2018 -n° 19)
LISBONA…dove la nostalgia si fa
canto
viola, sardine e baccalà, tra il
sole e il vento che non manca mai. Che scompiglia i capelli e corteggia il Cristo Re nella sua
dolce sovranità.
il Tago, a un palmo dall’Atlantico gentile. Umana e accogliente, non dorme mai.
Definirla bellissima non basta, perchè la sua indiscutibile bellezza è permeata
da una sorta di strana e dolce malinconia che subito attrae e conquista.
una sensazione che si sente a pelle. Un’improvvisa stretta di nostalgia che
prende all’improvviso, magari quando si
è sopra la cattedrale, o viso a viso col Cristo che sembra sorridere, oppure al
parapetto di uno dei tanti Mirador,
dove sembra di toccare tetti e cupole e con loro l’universo intero. Con la
certezza che questo spettacolo mancherà.
questa la “Saudade“,
il sentimento di perdita intenso e contradditorio tanto cantanto nel “Fado”, la musica che racconta
di corride, amori contrastati, desideri nostalgici, e che si ascolta ovunque,
anche se è nei vicoli dell’Alfama che assume
una calda fisionomia nord africana.
sua personalità è una mezcla di odori e sfumature che rallentano il
tempo e travolgono i sensi. La luce atlantica illumina i tram d’epoca gialli
che, come bohemiéns in fuga, si perdono all’orizzonte del Ponte 25 de Abril, evocando San Francisco, accarezza le torri
manueline, attraversa i cieli color cobalto esaltando l’oro del castello al
crepuscolo.
ha il Cristo Redentore. Ha il Ponte 25 Aprile, come New York ha il
Golden Gate Bridge.
Portogallo.
dal 1200. E’ viva e felicemente risorta dopo il terremoto del 1755 che
l’aveva azzerata, salvando solo l’Acquedotto romano, la Torre di Belem, il
monumento più fotografato e ammirato in assoluto, e il Monastero di San Jeronimo.
pastello che richiamano la decadenza
dell’Avana, i tanti giovani pieni di vita, i grandi parchi, il Monumento alle Scoperte, la facciata
della stazione del Rossio inclinata di 17°, gli azulejos più belli e nascosti,
devotissima al suo Santo, condiviso giocoforza con Padova, e venerato
nella chiesa costruita sul luogo in cui si pensa sia nato nel 1198.
grata a scrittori come Fernando Pessoa, a navigatori come Vasco de Gama e ai
tanti re che vegliano sulla città da tombe sostenute da elefanti, simbolo del
potere.
prediletta fin dal Medioevo da poeti occultisti, adepti delle conoscenze
segrete dei Templari, del sacro Graal, e dei saperi esoterici… e destinata, per
alcuni, a diventare Capitale spirituale d’Europa.
invita a perdersi più che a trovare la strada e a inventare inusuali vie d’uscita per abbracciare il suo
cuore, pronto ancora a raccontarsi.
Giusto per il tempo di innamorarsene.