MUSEO CARROZZE CODROIPO (UD) – PIERINA GALLINA : “Testimone del nostro territorio dal multiforme ingegno”
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“Così ha esordito ieri sera l’Assessore alla
Cultura del Comune di Codroipo Tiziana CIvidini nel parlare di Pierina
Gallina: “parafrasando Omero bisogna riconoscere a Pierina di essere una
donna dal multiforme ingegno”.
Al Museo delle Carrozze d’Epoca di san Martino di Codroipo, ieri sera, di fronte ad una galleria gremita, si è tenuta l’ultima serata dell’edizione 2017 delle “Eccellenze del nostro territorio“
che ha visto l’intervento di artisti e scrittori di tutto il
Medio Friuli come ha ricordato Maura Pontoni, responsabile editoriale
della casa editoriale Orto della Cultura. Durante l’evento è stata
ripercorsa la vita di Pierina quale testimone e voce del nostro
territorio tramite letture a cura di Monica Aguzzi, Sibilla Pinocchio e
Vanessa Padovani, una delle tre figlie di Pierina. Pierina, nota ai più
quale insegnante ormai in pensione della scuola dell’infanzia di Rivolto
e accompagnatrice dei viaggi dell’agenzia di famiglia, da 40 anni
collabora anche con la nostra cooperativa e racconta le vicissitudini
del nostro territorio con tutta la passione di chi vive da protagonista
nella sua comunità. Bisogna poi ricordare che oltre a insegnante,
viaggiatrice e giornalista, Pierina è anche poetessa con due raccolte
già pubblicate (“Come petali di luna” e “Come aerei di carta”) ed ha
sempre trovato il tempo per l’impegno nel sociale con il suo contributo a
tante attività ed in particolare alla Scuola di Musica con la sua
partecipazione fin dagli esordi al Coro 5. Immancabile infatti durante
l’evento l’esibizione dello stesso coro diretto dal M° Elena Blessano.
Donatella
Guarnieri, curatrice del Museo, ha sottolineato che la rassegna sulle
eccellenze del territorio continuerà anche nel 2018.” foto Silvia Iacuzzi
90 minuti in cui il mio pezzo di vita si è intrecciato ai ricordi, alle esperienze sociali e alle cose realizzate, ai numeri che parlano di oltre quarant’anni di scrittura sui vari giornali,
Messaggero Veneto, Il Friuli, Vita Cattolica, il Ponte dal 1976, il Paese, Forte e Chiaro, questo blog e i libri che condensano un cammino di persona come ce ne sono tantissime ma che ama giocare con le parole e guardare e vivere per poi raccontare. In varie forme. Ovunque. Persino sulle nuvole. (Foto di Mariarosa Ferro)
Gustavo Zanin
Renata Capria D’Aronco
Anna – Micaela –
Gianni – Paola – Teresa – Barbie – Manlio – Rosy
-Maristella/Paola/Raffaella/Sandra – Maria Rosa e Angelo – Elsa e Bepi -e tantissimi altri con cui non sono riuscita a fare la foto e me ne dispiace.
MONICA: “E LA CHIAMARONO PIERINA”
troppo e la pancia s’ingrossava. Sì, era incinta. “Ai figli guai dire qualcosa”
aveva detto Pietro, suo marito. Così, un
giorno, armata di coraggio, andò da suo fratello, un armadio d’uomo, baffoni
neri appoggiati sulle guance. “Sono incinta”. E lui, con voce burbera ma buona
le rispose “ E allora? Cosa vuoi che sia? Se te lo manda Dio questo figlio. Va
tenuto”. “Nooo, io sono vecchia, ho quarant’anni e due figli grandi. Siamo in
affitto in due stanze e potrebbero mandarci via. Un altro figlio, no”.
preparava le fasce e le scarpette di lana. Secondo i suoi conti sarebbe nato a
giugno, col caldo, questo bambino. La mattina del 24 giugno la pancia le faceva
troppo male. Ma doveva fare finta di niente almeno finché il figlio più grande,
di 14 anni, non fosse andato a lavorare in officina. E l’altro di 12, non fosse
andato a chiamare la nonna in bicicletta.
avesse mangiato tanti fagioli. Infatti, quando chiedevano al padre “Perché la
mamma sta diventando sempre più grossa?” lui rispondeva “Eeeh! Mangia troppi
fagioli”. Quella stessa mattina nacque una bambina. Non c’era l’orologio e
l’ora del suo arrivo è rimasta sempre un mistero. Tra le nove e mezzogiorno
comunque.
al marito, impazzito dalla gioia “No, no” le rispose. “ Si chiamerà Pierina perché
il giorno di San Pietro la battezzeremo
e mio nipote Pietro sarà il padrino e il prete sarà Don Pietro.” Così, quella
bambina di cinque giorni, oltre al battesimo e a un paio di minuscoli orecchini
d’oro, aveva ricevuto anche un nome: Pierina.
Già all’asilo iniziò la parata di prese in giro e, quando cominciò a
essere cercata da frotte di ragazzini, la prima cosa che chiedeva loro era il
cognome. Poi incontrò un bellissimo
ragazzo che di cognome faceva “Padovani”. “Perfetto. Questo me lo tengo”. Ignorava
però l’esistenza della gallina padovana e
qualcuno la chiama ancora oggi,
con affetto, “Gjaline padoane”.
d’inglese, una frase detta da una ragazza sconosciuta, cambiò in un attimo il
giudizio malefico che aveva sempre avuto del proprio cognome. “Ma sai quanto
sei fortunata ad avere un nome e un cognome così? Nessuno può dimenticarsi come
ti chiami”. Da quel preciso momento Pierina riprese il Gallina sulle spalle,
sulle firme e, soprattutto, sul cuore.
SCRIVEVA SULLE NUVOLE
ancora prima di leggere. Le è sempre stato congeniale, come respirare. Da bambina vedeva gli altri giocare. Lei
scriveva. Ora sa di essere fortunata
perché nessuno l’ha mai rimproverata per questo. Adorava e adora il rumore
della penna tra le dita, della parte destra della mano che pattina sul foglio. Ancor
di più, ama mettere una lettera dopo l’altra, in fila non perfetta. Una frase accordata con quella dopo e andare
altrove pur rimanendo lì.
qualcosa di umano e far star bene.
quaderno alla Hemingway.
con elastico ma sono le parole a ribellarsi.
morbide, genuine, calde.
senz’anima, impersonali.
collana di fatti e preziosità in bianco e nero testimoni del suo camminare
sulla terra.
quelli sparsi su quaderni e foglietti ormai perduti.
ingialliti di pensierini che parlano di una bambina con le lentiggini che amava
scrivere.
TACCHI LEI
di scarpe con i tacchi eppure… camminava sulle punte. E le piaceva. Eccome se
le piaceva. Le sembrava di volare. Non esisteva la danza né la televisione.
Solo un mondo tutto suo, fatto di cose belle e buone, con amici immaginari e
bambini cui insegnare a scrivere o cui raccontare storie inventate sul momento.
biblioteche.
treccia e timidezza, danzava sulle punte dei piedi andando a prendere il latte
in latteria. Ogni sera. Da sola, parlando con chissà chi, salutando chiunque
incontrasse. Pentolino in mano, si avviava verso la grande latteria dal
pavimento sempre bagnato, e le scarpe
che aveva ai piedi si trasformavano in scarpe col tacco. Alto. Con i
brillantini e l’oro luccicante. Tornava
a casa camminando lentamente. La via era lunga e le permetteva di assaporare il
buio e le luci delle case accese.
profumo di polenta appena fatta, rovesciata fumante sul tagliere, forse lo
spezzatino e poi, semplicemente, andare a dormire. D’inverno si gelava. Suo papà le metteva il
proprio cappotto sopra l’unica coperta color crema e il bordo in raso d’oro per
paura che avesse freddo.
sorrideva. La mattina era quasi normale alzarsi con la neve e lavarsi con
l’acqua calda era un lusso. Poi a scuola, a piedi, con i geloni nelle mani e il
perenne mal di orecchie. Per fortuna c’era il dottor Giacomarra che arrivava
con la cinquecento blu e le raccomandava il passamontagna.
non voleva essere come lei. Sognava un
mondo buono, dove tutti si volevano bene, dove tutti si aiutavano e dove non
c’erano litigi né grida.
parole.
fatto la maestra.
solitarie e nei pomeriggi dal tempo lentissimo, dove sogni e fantasia facevano
la treccia.
Zero, calcato con rabbia a pieno foglio?
elementare ha messo sul quaderno di una piccola bambina di sei anni. Col cipiglio risentito, gli occhi torvi e la
sentenza, espressa con un ghigno di disprezzo: “Avevo detto di non fare i
pensierini sulla mamma”.
sua mamma.
alla cattedra e aveva consegnato con
gioia i pensierini perché aveva scritto cose belle sulla sua mamma.
aveva capito il NON della maestra.
nemmeno una delle meravigliose parole scritte perché troppa era stata la fretta
di annientarle.
meritato.
quasi sessant’anni.
mano uscita dal maestoso seno, coperto da maglia grigia, mollemente afflosciato
sulla cattedra.
sua baffuta maestra.
è sbocciato il suo amore per la stessa professione, con la promessa di non
ferire, maltrattare, umiliare così nessun bambino.
e, come arduo obiettivo, suonarlo. Non ne aveva mai visto uno, però.
desiderava, e basta. Avrà avuto dieci
anni quando sua madre le comprò, dopo ripetute richieste, un piccolo pianoforte
giocattolo. A coda, verde.
Martino, Sul mare luccica” da suonare in base ai colori. Quante sere e
domeniche ha passato premendo quei piccoli tasti, chiedendosi cosa fossero
quelle righe nere, dritte, così misteriose. Se qualcuno le avesse insegnato la
musica…chissà…
l’occhio al suo sogno.
di solfeggio, vissuto con molta fatica e caparbia volontà, cinque anni fa ha
spiccato il volo verso l’avventura “Pianoforte”. Ora sa dove sono posizionate le note e i
diesis e si emoziona ogni volta che dà voce a quei tasti.
note che le regalano emozionati batticuore.
Nonostante il senso di impotenza che la sorprende sempre, ogni volta che
si siede davanti al piano. Vorrebbe
lasciarsi andare al piacere della musica e invece no.
battuta centinaia e centinaia di volte, impadronirsi di una tecnica per
eseguire al meglio il brano che ha davanti.
minore. Le sembrava uno spartito veramente terribile ma non ha voluto venisse semplificato.
e perfino di vergogna, tentazione di lasciar perdere, litigate con la mente
limitante e le dita funambole.
ogni volta che lo affronta, le sembra di
aggiungere un tassello in più, non solo alla sua conoscenza, ma anche al suo
carattere.
la può fare. Anzi. Ce l’ha già fatta!
Camino al Tagliamento: IL VAR – “Il Varmo esiste ancora – La pratica di
un’attività sportiva a carattere sociale – Il calcio a Camino – La Vos dal sircul
– Usi e costumi – Curiosità – Notizie flash 1975-76-77: IL SUGO – Note
d’informazione – CAMINO AL Tagliamento –
con Nevio e Beniamino Frappa- ciclostilato in proprio in Via Roma 39 –
Associazioni e loro attività – Cacciatori – Dalle frazioni – AFDS – Butinle in
ridi – Note di redazione
Consulta femminile di Camino – “Donne, è possibile – Donne, è straordinario –
Insieme fanno pensare a uno spartito musicale aperto, dove le mani tese sono il
pentagramma, i corpi dividono le battute musicali e le voci fungono da note.
Insieme spendono energie per le cose in cui credono, senza secondi fini. Per
cercare un contatto con la gente, con tenacia, con garbo, con un po’ di ironia.
Per divertirsi. Per imparare a ricamare i sogni e i problemi. Insieme, tutte
LAUREATE all’Università della Vita” – LIBRI: 1992 TOMAS IL NONO DAI FRUTS – 1994 JACUN E I FRARIS – Grazie a questi libri i bambini di Camino
imparano a guardare cosa c’è dietro, senza fermarsi all’apparenza e, nella
suggestione narrativa, sognano un mondo migliore – Dall’85
al 2004: LA FORNACE – “Poche le parole,
più i fatti. Ancor più l’impegno. Per i bambini, con i bambini, per inventare
un’atmosfera nuova nel nostro piccolo paese. Ogni giorno, con i limiti di
esempi fatti solo di buona volontà, nella speranza che, domani, non cedano
all’indifferenza o alle lusinghe della televisione e della città. Perché, se
ciò dovesse accadere, Camino potrebbe morire… di silenzio e…in silenzio – Il LUNARI: dal 93 al 2004 – L’ultima edizione
è stata dedicata ai giovani caminesi, capaci di gioia, allegria, impegno e
grandi sogni ma anche introversi e tante volte difficili da capire. Capirsi non
è facile e l’augurio per tutti, giovani e non, è quello di non smettere mai di
provarci.
articolo firmato Paola Beltrame – POESIE
SUI BIGLIETTI DEI TRAM – Chi si trova a
salire su un autobus di Firenze può avere il piacere di trovare sul retro del
biglietto una poesia. Se il viaggiatore è un abitante di Camino al Tagliamento
la sorpresa è doppia. Sotto gli 8 versi che l’azienda ha stampato vi può
trovare la firma di una concittadina Pierina Gallina Padovani , nota anche come instancabile organizzatrice di
attività culturali e come figura di primo piano nell’ amministrazione locale a
più riprese in odore di fascia tricolore. Che sotto la scorza della donna in
carriera, determinata ma non priva di garbo, battesse il cuore di una poetessa
era facile immaginarlo. Più difficile supporre che facesse collezione di premi
anche a livello internazionale e prestigiosi. Si può ben dire dunque che
l’ambiente di Camino il suo territorio suggestivo ispirino gli spiriti poetici.
caleidoscopio di immagini e scrigno di delicati sentimenti, ha sorgenti che vanno
al di là della piccola Patria sul Tagliamento. La poesia del bus è stata
selezionata tra 3000 concorrenti e ora i versi incorniciati fanno il giro
d’Italia. Camino ne può andar fiera.
maggio 1990: CAMINO: Biblioteca civica: Fiore all’occhiello… Per i risultati
raggiunti rappresenta un punto d’orgoglio e gli utenti non devono e non possono
dimenticare l’artefice principale di questo successo: il compianto
bibliotecario Luciano Gallai.
ne è parlato in un convegno… Musica come codice aperto, abbellimento
fondamentale della vita. Non tecnica ma da vivere con il corpo…
19 aprile 97 – Porta in faccia a 700 lavoratori (500 sono donne) –
Seleco, sinonimo italiano di televisori, è lettera morta. La fabbrica è
scivolata su una buccia di banana per una rata da 12 miliardi non pagata.
– SAN DANIELE… 20 marzo 1996 – le
donne di Villanova sconfiggono la teledipendenza… Sono scese in campo armate di
fantasia ed entusiasmo, scommettendo contro la solitudine che le sta colpendo.
In un paese senza scuola, senza latteria, fortemente esposta al rischio
chiusura in un privato teledipendente.
luglio 97 – Codroipo: Villa Bianca: dalle stelle alle stalle…
bianca, immersa nel verde più totale. Una specie di oasi dove era gradevole
nascere e perfino morire. In Villa
Bianca ogni ammalato veniva accolto e trattato con umanità sia dal personale
che dai medici e trovava sollievo nei reparti che funzionavano. Fino al 1988,
anno in cui fu definitivamente chiusa.
GEN 3 a Roma, parlano i ragazzi friulani. Erano in 8mila per parlare di multiculturalità e promuovere
la cultura dell’amore.
FRAPPA RAUNCEROY … Surreale, documentato e sorprendente, questo romanzo storico
è un grandioso affresco della Parigi della moda dell’Ancien Régime, un voluto
omaggio a “Il profumo” di Patrick Suskind. – GUSTAVO
ZANIN, VITA DA FILM SULLE CANNE DI 400 ORGANI, con affabile narrazione ha conquistato il pubblico del Caffè Letterario e del Rotary di
Codroipo. Insieme, a rendergli il giusto e meritato omaggio.
CODROIPO DUE NONNI PIU’ DELLA PROVINCIA DI UDINE, IGINIO ZOFFI PER L’ECONOMIA e
GUSTAVO ZANIN, NONNO SPECIALE, insieme a Renata Capria D’Aronco, presidente del
Club UNESCO di Udine per il volontariato, e a Enzo Cainero per lo sport.
2017: SOCIALE: L’Alzheimer non va in
vacanza, serata a cura dell’Associazione di sostegno alle famiglie… Non mettere
in pensione il cervello è il comandamento base per un invecchiamento di
successo.
scrittura continua…
brillo, brillo”
bimbo nero
ombrelloni
spiaggia assolata d’agosto.
brillo, brillo”
ferma,
appisolato
confortevoli sdrai.
esili spalle,
una corda,
di ombrelli
fiorati, rigati.
aperto
ombra
berretto
frontino schiacciato.
brillo, brillo”
via,
indifferenti.
fine corsa
nero,
di ombrelli,
solleone d’ agosto.
Come lame, le tue pupille
Va la VALINGIRA, e ovunque GIRA
GIRA
denti,