JAIPUR: OCCHI VERDI MADE IN INDIA – Racconto 2011
segno di ospitalità. Lo smog non lascia spazio al sole. L’aria è polverosa e secca. Entra nella gola e smorza il respiro. L’assedio di mendicanti mi distrae dalle meraviglie architettoniche e dall’urgente colpo di tosse mentre la nebbiolina s’infittisce e le fisionomie umane si incollano fra loro e a me. Lingue forestiere a cantilena velocissima bombardano le orecchie per vendere penne e cartoline. Con un po’ di timore guardo meglio quei giovani maschi, che si confondono con mamme bambine e neonati semi nascosti dai sari.
Tra il frullare di mani e visi, uno attira la mia attenzione e mi fa uscire un “Che begli occhi”. Il resto sparisce d’incanto e rimangono solo loro: due, straordinari, occhi verdi. Due pagine di vita spalancate sul viso di una giovane ragazza. Occhi luminosi e sereni, con un sottofondo di dialogo le cui parole sono il battito di ciglia ed il tremolio impercettibile dell’iride.
Mi entrano nell’anima come scheggia bollente.
Dopo il mio click la sua mano mi tocca il braccio nell’evidente attesa di alcune rupie. Una saetta nella pancia mi fa guardare meglio quella mano calda sulla mia pelle. E’ piccola, affusolata, ambrata e sporca. Le unghie contornate da un sottile profilo nero. Ma il tocco è dolce e lei mi fissa dalla testa ai piedi con intensità decisa e supplichevole. So che non è giusto darle denaro, che tra quei ragazzi che vendono bracciali c’è sicuramente qualcuno pronto a rubarglielo o a picchiarla. Ma con me ho
solo la macchina fotografica e glielo spiego come posso, in un miscuglio di gesti e parole. Lei abbassa lo sguardo,
rassegnata e delusa. Un brivido ghiacciato dallo stomaco ai piedi va di pari passo con il rosario di pensieri, ormai padroni
della mia razionalità. E sento la mia voce dirle “Sei bellissima” .
tratto il suo sguardo si posa sul mio bracciale di perline bianche e luccicanti.
che parte mentre la porta è ancora aperta. Mi siedo al mio posto e con lo sguardo fino all’ultimo finestrino rincorro quella
ragazza, la “Mia” ragazza dagli occhi verdi. Ma è già di spalle. Non leinteresso più. Di lei mi rimangono una fotografia
e un braccialetto di perline bianche e luccicanti che non sono riuscita a regalarle.
geografico. E’ un viaggio dell’anima verso l’ignoto in una Terra dai mille
colori. Una Terra di perle, spezie, elefanti, uomini e Dei.
paesaggi estremamente diversi e un
passato ricchissimo che ha lasciato profonde tracce. Un mosaico di culture su
cui domina il tollerante Induismo, con la sua dottrina di pace e serenità.
rilassati e la mancanza di gesti mentre parla. Sempre pronta al “Namaste” a
mani giunte, “Dio sia con te”.
animatissimi contrasti. Strade
affollate, le voci mistiche dei bonzi, uomini dai bianchi vestiti sulla pelle
scura e donne ornate di henné e gioielli, che le fanno assomigliare a vere
regine. Mantra e yoga in paesaggi superbi
e scorci naturali da brivido. Santuari sempre affollati.
guardare senza certezze, senza coerenza, senza pietà.
pietà e ammirazione, brividi di
morte e adrenalina del vivere.
terra dei Marajà, i contrasti si
amplificano. Maestosi palazzi, sari fluttuanti e coloratissimi, hotel 5 stelle
a un soffio dai tuguri, donne-bambine già prostitute.
del più forte, devozione come destino. E sorrisi e calda ospitalità proiettata al futuro, con ragazze in motocicletta,
impazziti, caos e poi… improvvisi, hotel di lusso, in mezzo a chi non ha nulla,
nemmeno un tombino per casa. Donne
piccole avvolte in sporchi sari, si stendono a dormire, con vecchi e bambini
nudi. Ogni minuto ne nascono 51 in
India! Visioni da cottolengo a cielo aperto accanto al grande Tempio del Sick.
la città dipinta di rosa, tuk tuk,
risciò, carri trainati da dromedari, mucche con la gobba che mangiano sassi e
plastica e donne che scopano le strade, convivono.
Piccoli mendicanti della casta più
bassa, gli “intoccabili”, dai piccoli denti bianchissimi e grandi
occhi scintillanti, sono pronti a mettersi in posa per poi chiedere la mancia.
a esigenza, di un sacchetto di plastica da accendere per scaldarsi, di un posto
qualsiasi per liberarsi dagli escrementi. L’occhio è indeciso se posarsi sulla
meraviglia dei palazzi o sulla moltitudine umana. Nella parte nuova della città dimorano i
politici, tra cui Sonia Gandhi. Tutto è pulito, in ordine, con i soldati
davanti a ogni casa. Sembra di essere in Canada, tanta è la cura che si nota
ovunque.
dove passeggiare in groppa all’elefante, Agra con il
Taj Mahal, tra le 7 meraviglie del mondo, palazzi reali, templi e affollati
mercati, si sfuma l’India del nord.
matrimoni sontuosi, l’odore di sterco umano, animale e quello delle verdure
fresche sui carretti. India, dove l’animo si piega all’attrazione dello
spettacolo quieto dell’assoluta povertà e della grandiosa magnificenza, viso a
viso. Da vedere assolutamente, almeno una volta nella Vita!
PIERINA
RACCONTO FINALISTA AL CONCORSO DONNAèWEB CONTEST