PARIGI… romantica tentazione
“Parigi è una festa” diceva Ernest Hemingway.
“A Parigi tutto è in vendita: vergini sagge, vergini stolte, verità e bugie, lacrime e sorrisi” aggiungeva Emile Zola.
La verità?
Basta chiederla agli artisti e agli innamorati di tutto il mondo.
Risponderanno che ogni suo angolo, ogni suo ponte, ogni suo monumento, è stato celebrato come donna amata alla follia.
E che, Parigi, è di tutti. Dei curiosi, dei semplici e dei complicati.
Non è una città tra tante, ma colei che sa entrare nell’animo di chi la incontra.
Pericolosa, per attrazione.
Universale, perché scavata e modellata nella storia.
Luminosa, perché immersa nella luce dei pittori che l’hanno ritratta e nei musei che, la stessa luce, conservano. Non solo per i posteri!
Parigi è una Mecca.
Per i poeti e gli artisti che l’hanno amata e amano. Quelli della Belle Epoque, come Pissarro, Van Gogh, Modigliani, Picasso, e quelli di oggi, più moderni, ma sempre aggrappati alla bellezza.
Per la Tour Eiffel, acciaio e pizzo in unico ricamo.
Per le fragranze che si annusano ovunque e sanno di dèjà vu, di venti del nord, di romanticismi sempre di moda. Di tentazioni.
Se la si visita per la prima volta, si può cominciare dagli Champs Elysees. Due chilometri di lunghezza per settanta metri di larghezza. Con l’Arc de Triomphe da una parte e Place de la Concorde dall’altra. Cambiando aria e quartiere, si è a Monmartre, luogo prediletto dei sognatori e dei viveurs.
Impossibile sarà resistere al richiamo dei musei del Louvre e d’Orsay. Due colossi tra i più prestigiosi al mondo.
Se l’attrazione sta nelle mete trendy, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Meglio sarebbe aspettare la notte, perché, i parigini, cominciano le loro serate appena usciti dal lavoro, senza nemmeno cambiarsi.
Dove?
Nei bar dei grandi alberghi o nei localini dai tavoli minimali, ma dall’atmosfera soft, con comode poltrone, cocktail a base di erbe aromatiche e musica luonge.
Comunque la si viva, Parigi, sa infilare perline di benessere, che ciascuno può indossare come meglio crede.
È impossibile descriverla, come è difficile immaginarla sentendola raccontare.
A nulla valgono i documentari o i libri: va vista, con i propri occhi.
La sua magia è evidente.
Vuoi per il grande potere culturale, gli impareggiabili giardini, le golosità delle patisserie o, semplicemente, per la leggenda che si ottiene dal mix di tutte queste cose.
“Se Londra è un enigma, Parigi è una spiegazione” conclude lo scrittore britannico, G. K. Chesterson.
Vien voglia di credergli, ma, anche, di correre a vederla. Almeno una volta!