PIETRASANTA (LI): Dove TUTTO E’ ARTE
Finalmente a Pietrasanta! A Palazzo Guiscardo, in pieno centro.
Svuoto la testa. A lasciare spazio alla città d’arte che da tempo desideravo solcare.
Botero abita qui.
Davanti al Duomo, installazioni d’arte spianano le idee.
All’interno l’organo incalza nel saluto. Verseggia su note consenzienti. Inesperte mani osano. La musica vince e trionfa. Cerca silenzi. Solo accennati.
Dal soffitto penzola un ottagono con stemma reale corona. Il pulpito ornato di statue approva.
A Pietrasanta tutto trasuda arte. Perfino un Grazie diventa ARTE. Come ti giri c’è una mostra, gente a frotte che ride e si racconta, seduta sul sagrato del Duomo e nei chiostri. Giovani di ogni età che disegnano, dipingono. E c’è un silenzio denso di educazione.
Si sta bene qui. Vien voglia di sdraiarsi. Ringraziare Dio senza rumore perché il Grazie vero non ha voce.
Chiostro S. Agostino: Museo dei bozzetti.
Obbligatorio appoggiare ogni energia sul marmo bianco.
Appena fuori la musica e la voce di Atìretha Franklin a tutto volume invita allo spettacolo. Un ragazzo in canotta rossa disegna un cerchio con l’acqua di una bottiglietta di plastica. E’ un giocoliere in monociclo. mentre le campane annunciano la sera, invita la gente ad avvicinarsi. “L’anno scorso ho fatto 8mila kilometri in bicicletta in giro per l’Europa” racconta. “Basta poco per credere in qualcosa” e apre il suo numero.
Arte e ancora arte a ogni battito di ciglia. Anche il cinguettìo va a passo di danza.
Il silenzio delle cose… la musica dei chiaroscuri
Botero con ali verso il cielo
Pietrasanta: piazza Duomo
Palazzo Guiscardo a Pietrasanta
MARINA di PIETRASANTA
Ingresso al pontile. “Trova dentro di sé la rotta che attraversa ogni bufera”.
In fondo al pontile pescatori armati di canne ed esche e tempo paziente. Arrivano alcuni nonni e conversano “Ieri ho preso un’oratina…”. Discorsi semplici, con qualcuno che ascolta e sorride.
sue paure in una minuscola valigia.
desiderio, indossando ali di sogno mai putrefatto, sempre solleticato dalla
saggina dei giorni multicolori.
un indirizzo nuovo: Pietrasanta.
e neve. Da prendere tra i pollici, schiacciare – senza fargli male – e
lasciarsi innaffiare da un “TUTTO” avvolgente.
“Tic-tao-zic-tum”. Colonne sonore dirette da dita affusolate, mani divine,
sangue umano e ali di muri. Muri santi.
continuo divenire. Libero da spiegazioni, logiche di perfezione, inutili
dettagli.
laboratori di talco o bronzo, nei meandri più intimi, annusa alito di terra
buona e calda dentro.
nutriva di zampilli di innocenza.
confidenze.
trecce imperfette.
le schiude i sigilli di un infinito possibile, sulla strada dell’Oltre. Oltre
l’involucro di pelle increspata, oltre
il limite del pensiero troppo audace, oltre la più sorprendente possibilità.
del suo respiro, di solleticare rime irriverenti, di concedersi il legittimo indugio.
come di più non potrebbe. Le sue gambe svettano fino all’”Horse with bridle”
che la guarda con occhi spenti,
le parla con muto alfabeto.
aghi di luce ricama per lui accoglienti certezze.
contorni di Pietrasanta nella porzione di cielo che da lì sotto
riesce a scrutare. Sa che
Pietrasanta si è già accucciata nell’angolo segreto del suo saggio cuore.
Obbedisce quando la invita ad abbassare le ciglia. Saracinesche di pace che,
insieme, donano al Pianeta.
14miliardi di mignoli proprio qui, a Pietrasanta.
libertà.
un’IDEA.